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18-08-2012, 21.40.16 | #24 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
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Riferimento: Sull'esistenza degli altri
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18-08-2012, 23.50.05 | #25 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
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Riferimento: Sull'esistenza degli altri
Se è vero che la ragione è comune in ogni uomo (la ragione dico, non l'uso che se ne fa), allora è la ragione che ci rivela l'esistenza degli altri.
Se, come sostiene Kant, c'è qualcosa che ci spinge ad agire come agirebbe ogni altro nella stessa situazione; allora, anche riconoscendo unicamente l'esistenza dell'io, dobbiamo comunque riconoscere l'esistenza degli altri. Se faccio un incidente e perdo coscienza, la coscienza di qualcun altro dovrà occuparsi di me in attesa che io possa riacquistare la mia coscienza; a questo punto diventa difficile negare l'esistenza degli altri. |
19-08-2012, 11.34.30 | #26 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Sull'esistenza degli altri
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Perchè dovrebbe togliermi il dubbio? Quel che dici è una deduzione, che potrebbe anche essere veritiera, ma non c'è alcuna dimostrazione che lo sia. Citazione:
Non capisco perchè ti soffermi su questo punto. Non vedo alcuna rilevanza. Ho usato il condizionale perchè non voglio presumere di dire cose nuove, anche se sospetto che ( per certi versi) lo siano. E' possibile quindi che gli animisti siano solipsisti da millenni e non lo sapevo. Può darsi che abbiano usato il mio stesso ragionamento...tutto può darsi, ma ci sarebbe bisogno di una diagnosi più dettagliata sulla questione, che non credo abbia attinenza con questo. Anche il solipsismo non è nuovo.Il problema è che non è detto che le cose dette o scritte, anche qualora sembrino fra loro simili, siamo del tutto uguali. Poi c'è una caterva di cose già scritte o già pensate, e non credo ci sia qualcuno che possa vantarsi di saperle tutte. Oppure tu credi di saperle tutte? Se vuoi l'accendiamo... |
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19-08-2012, 19.30.42 | #27 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: Sull'esistenza degli altri
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Sarebbe un pò come il supporre che altri pianeti siano abitati da viventi...magari simili o anche dissimili da noi. Solo il ritrovarne tracce a mezzo di sonde o, meglio, la percezione diretta, ce ne rassicurerebbe o lo dimostrerebbe. Anche la mia gatta suppone l'esistenza del topo cercandolo nell'ambiente adatto o sentendone l'odore...se non lo vede e mai ha associato prima l'odore alla morgfologia, non sa cosa sia, ma solo vedendolo se ne rassicura e, silente, lo acchiappa d'un balzo! Il codice genomico...assieme agli insegnamenti di mamma gatta, ne definisce il comportamento Nelle specie inferiori prevale il codice genomico...cosiddetto istinto! Citazione:
Infatti sembra che il raziocinio non sappia esplicarsi in assenza di esempi di raziocinio..come di ogni altra nostra funzione: la nostra specie, povera di istinti, necessita di lunghe cure parentali! L'individuo che ne è fortemente deprivato dalle origini,(di cure parentali) difficilmente raggiunge piena maturità psicofisica o affettiva e mal si relaziona con gli altri. Se siamo invece allevati con cura ed apparteniamo ad un clan, sia pure perfettamnte isolato, possiamo sempre supporre che altri esseri esistano (al di fuori del clan) come noi stessi strutturati e orientati a pensamenti e comportamenti analoghi...anzi sarebbe difficile, in mancanza di altri esempi, non considerare il mondo là fuori analogo al nostro e spingere l'immaginazione alla ricerca di strutture diverse: sarebbero, per noi, mostruosità...inconcepibili! Non credo che per simili elucubrazioni siano da scomodare l'Io o lo steso Kant. Piu' estesamente, un bimbo nero dell'Africa nera, sempre vissuto fa bimbi neri, avrebbe difficoltà ad intuire l'esistenza di bimbi bianchi, da lui diversi, se non ne sentisse parlare. Quando un bimbo bianco comparisse, magari biondo e con gli occhi azzurri, resterebbe profodamente stupito e impressionato...a fatica crederebbe ai suoi occhi e avrebbe bisogno di toccare e annusare per sincerarsi...se la timidezza e l'imbarazzo non lo trattenessero. Idem, in contrario, sarebbe per un bimbo bianco, ovviamente! Citazione:
Nulla è provato! Invece, come accennato in un precedente post, abbiamo comunque sistemi strumentali efficaci per rivelare e distinguere un "umano" frutto di "evoluzione" biologica da un androide o da un alieno. La struttura di un androide/alieno, per quanto accurata non è biologica e comunque priva o diversamnte dotata della struttura/codifica del DNA. Un alieno potrebbe anche essere egli stesso frutto di un processo evolutivo, ma è improbabile che abbia la nostra stessa doppia elica codificata sulle stese basi. Magari la sua elica sarebbe tripla o quadrupla, se pur esistesse, e le basi sarebbero altre...e mi sono limitsto ad un qualcosa che ancora posso concepire...in analogia al nostro sistema dui codicfica. Comunque, nel nostro comune mondo abitato, non vedo la difficoltà di percepire l'altro e ammeterne/negarne l'esistenza: solo per assurda ipotesi possiamo supporre di vivere in un mondo Androide o di essere Androidi noi stessi o che i nostri "altri" siano solo illusori ologrammi...magari alieni camuffati. Abbiamo, in proposito, una vasta letteratura circa tali ipotesi: ricordo un film in cui il protagonista alieno, supposto umano, aveva due cuori. Oggi si ricorrerebbe senz'altro al genoma!...ma sarebbe suficiente un ECG...nel caso specigfico. In ogni caso non so immaginare i relativi accadimenti e implicazioni se non un cammino di umanizzazione fisiopsicoculturale quale la nostra specie (noi stessi) ha percorso durante il lungo processo di evoluzione sia biologica che psico-culturale o etica. Alla fine mi pare sempre che, con 7 miliardi di abitanti sul pianeta, più o meno automi, umani o alieni che siano, sia assai più probabile trovarsi infastiditi dall'esistenza di altri umani/umanoidi reali, come sulla spiaggia di Rimini, piuttosto che lamentarne l'inesistenza come fossimo nel deserto del Kalahari. Ultima modifica di ulysse : 20-08-2012 alle ore 10.50.33. |
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20-08-2012, 10.02.48 | #28 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Sull'esistenza degli altri
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In pratica siamo inseriti in un contesto storico culturale che gioco forza ci impedisce di essere obbiettivi. Sentirò più simile a me un automobilista sull'autostrada con la vettura in panne piuttosto che un beduino nel deserto che rimane senza cammello. Eppure i due hanno un problema analogo. Se una volta c'era la filosofia che cercava l'episteme, la verità inconfutabile e la verità universale, ora che domina la scienza la verità è data dalla dimostrazione, ma non è più universale. Ci sono solo leggi che vigono in quanto dimostrate su casi particolari e rese generali dall'induzione. Ma è un cammino dal particolare al generale e non viceversa, come quando i filosofi che partivano da un principio universale per poi spiegare tutto il resto. Se la nostra cultura ci insegna che la conoscenza deve partire dal particolare, conseguenza è che la nostra conoscenza progredisce per diversificazione. E' questa diversificazione progressiva che ci fa sentire sempre più diversi dagli altri, tanto da giungere persino a dubitarne dell'esistenza. Trovo consolatorio pensare che qualcuno in tempi più remoti proclamò che persino uno schiavo sotto l'aspetto morale è in tutto uguale ad un uomo libero. La morale, quando è presente, ci rivela l'esistenza degli altri. Cosa ci sarebbe di più immorale di un mondo in cui ognuno vive in un proprio mondo? Ma la morale è una qualità e non una quantità, quindi non è materia sperimentale. L'unica sperimentazione possibile per la morale è la vita stessa. |
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20-08-2012, 12.28.57 | #29 | |||||
Ospite abituale
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Riferimento: Sull'esistenza degli altri
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In effetti è tanto "limite" che io, se non per eccessivo scrupolo, non avrei dubbi: io ci sono...ed anche tu ci sei...tanto che sto qui a scrivere...e ci sarei anche come "esistente" se nessuno rispondesse...per quanto, in tal caso, potrei persino essere giustificato se sospettasi della altrui inesistenza. Cartesio assunse come prova dell'esserci il "cogito ergo sum!!!...A parte il fatto che è una boiata! Io potrei, in analogia, assumere come prova di inesistenza altrui: "scrivo, nessuno risponde...ergo non solo "loro" non "sono"....ma nemmeno "sono" io stesso!" Citazione:
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A questo non avevo pensato....e nemmeno lo stesso Creatore bibblico se ne era accorto...tanto che tranquillamnte creò Adamo dalla creta: ma fu un attimo e Adamo scomparve...novello bosone di Higgs! Adamo da solo non esisteva!...non poteva esistere ...per la contraddizion che nol consente! In proposito, l'estensore biblico non dice quante volte Dio ci avesse provato e che sempre avesse fallito: una vera caccia al Bosone di Higgs...insomma! Finalmente ebbe l'idea...le grandi idee insorgono sempore per altre ragioni...diverse dalle vere! Adamo da solo non vuole stare...pensò il Creatore...facciamogli un'EVA! ...e la cosa ebbe buon esisto...per il momento! Se ne sarebbe poi pentito...ma fu così che Dio apprese il seguito: Citazione:
Per l'autoriproduzione asessuata, l'afroditismo, l'ermafroditismo...ecc...ancor a non si sa! Citazione:
Ma che sia proprio quello dello spermatozoo lo slancio esistenziale!? ...o forse è che io sono solo un autodidatta!? ! |
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20-08-2012, 16.46.48 | #30 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Sull'esistenza degli altri
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Solo quando mi sforzo davvero per guardare in faccia la realtà, senza dare nulla per scontato, posso afferrare la situazione-limite. Normalmente lo evito, perché è davvero difficile arrischiare lo sguardo della Gorgona. Se però non mi arrischio mai, allora rifiuto la mia libertà. In sostanza, rifiuto me stesso. Rifiuto la libertà perché non voglio uscire dalla grotta del mero esserci: nell’esserci non vi è alcuna libertà. Viceversa, io mi manifesto a me stesso come libertà. Io sono “esistenza” in quanto libero volere di Verità. Innumerevoli sono le situazioni-limite. In effetti, ogni situazione quotidiana può diventare ai miei occhi una situazione-limite, basta voler guardare veramente. Lo stesso concetto di Libertà nell’esserci è una situazione-limite. Pure la Morte dell’altro (oppure riflettendo sulla propria). Tutti i fondamenti che reggono il nostro comprendere il mondo non sono che limiti. In quanto limiti, ci sono e pure non ci sono. Ma ci sono solo perché necessari, di fatto sono inafferrabili: non ci sono. Normalmente si presentano in polarità, dove un polo dona significato all’altro in un gioco senza fine: Materia – Vuoto, Essere – Divenire, Finito – Infinito, Soggetto – Oggetto, Caso – Necessità, … Per esempio, l’Essere cos’altro è se non ciò che si oppone al Divenire? E il Divenire non è forse ciò che intacca l’Essere? Potrò mai trovare un Essere che resiste almeno un po’ al Divenire? O indagando ciò che pare Essere durevole non vi troverò invece sempre del Divenire? E il Divenire senza almeno un poco di Essere che senso ha? Essere e Divenire sono due poli, due scogli tra i quali occorre navigare, ma sui quali non è possibile approdare. Perché in se stessi non ci sono. Un caro saluto |
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