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07-04-2012, 23.59.02 | #113 | |
Moderatore
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Riferimento: spazio e vita
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...dimentichiamo per un momento le monumentali leggi della fisica del secolo scorso, le quali, certamente, non sono da mettere in discussione in questa sede, qui ci si diverte semplicemente, da comuni uomini della strada, a ripigliare lo strumento della nostra logica e del nostro cervello per provare a ripartire dagli stessi punti dove partirono cervelli geniali che approdarono a conclusioni che gia' conosciamo e che gia' hanno avuto il conforto di molti fatti osservati in natura; "divertiamoci" a scalare la montagna dal basso e nelle vesti di uno sherpa per un'altra via ,e vediamo dove arriveremo con le sole forze della logica...probabilmente da nessuna parte..., ma e' bello provarci ...dunque...il "fatto" incontrovertibile che la luce abbia una velocita' costante , indipendente dal moto relativo dei sitemi di riferimento ,degli osservatori e delle sorgenti che la emettono ,ci deve portare tutti ( scienziati e magazzinieri, pittori e ferrovieri, filosofi e cantanti ...) a concludere , per logica pura, che le lunghezze materiali relazionate al loro reciproco movimento non possono avere alcun altro riferimento , per determinarsi ( sempre che possano determinarsi) reciprocamente, che quella stessa velocita' luminale; e' quindi logico dedurre che una qualsiasi lunghezza materiale in moto parallelo e relativo rispetto a noi verso lo stesso fronte di luce che ci investe, dovra' "apparire" ai notri occhi, nel verso del fronte, piu' lunga di quanto sia in realta' rispetto a se' stessa, poiche' dovra' rilevare per se' stessa la stessa velocita' di luce che rileviamo noi sul nostro sistema rispetto a quello stesso fronte luminoso che ci investe; la stessa forchetta , sul quel sistema, dovra' apparirci piu' lunga della nostra forchetta, e gli spazi enormi che essa percorrera' nel nostro riferimento, saranno ,invece, per essa molto piccoli rispetto al proprio riferimento. Se una pallina molto veloce rispetto a noi cade verso terra, essa coprira' nella direzione del proprio moto uno spazio che non e' il medesimo del nostro, sara' piu' piccolo per lei che per noi, coprira' quei suoi 3 metri che per noi magari sono 100; davanti ad essa tutto rimpicciolisce relativamente allo spazio che percorre in un altro sistema, man mano che la propria velocita' aumenta, dietro ad essa, per le ragioni opposte, gli spazi percorsi negli altri sistemi invece aumentano...; ma fin quì tutto e' intuibile per evidenza logica, quasi fisica, e senza l'ausilio di alcuna astrazione matematica paradossale...; il paradosso avviene allorche' tentiamo di considerare un moto relativo di un sistema rispetto al nostro sistema considerando un fronte luminoso che lo insegua e non lo investa, ebbene, in questo caso le lunghezze materiali di quel sistema dovranno ridursi rispetto a quelle del nostro ,anziche' dilatarsi come avviene pensando al fronte luminoso incalzante, e questo per la stessa ragione di salvaguardare il principio eminentemente empirico, che la luce mantenga velocita' costante rispetto a tutto;ne consegue , sulla base di queste considerazioni puramente logico intuitive( e per questo da prendere con le tenaglie......), che un oggetto in movimento rispetto a noi dovrebbe "apparirci" piu'corto per un verso ,e dilatato per l'altro, cioe' , nella pratica, indeterminabile nelle sue dimensioni spaziali reali rispetto al nostro sistema fino a che' esso rimane in movimento rispetto a noi..., cioe' fino a che' esso non entri a far parte del nostro sistema di riferimento. Provate a riflettere in modo banalmente intuitivo e vediamo se le nostre conclusioni combaciano in qualche punto almeno... |
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18-04-2012, 11.28.30 | #114 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
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Riferimento: spazio e vita
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...se davvero fosse cosi'...se le variazioni fossero indipendenti da l verso del moto di chi osserva, non si capisce perche' scontrandosi con un fronte di luce la lunghezza delle sue onde luminose ci appaia diminuire, mentre sfuggendo a quello stesso fronte ...le lughezze delle sue onde ci appaiano aumentare... |
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18-04-2012, 20.02.22 | #115 | |
Ospite abituale
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Riferimento: spazio e vita
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Mi riferivo solo alle dilatazioni/contrazioni: esse dipendono dal quadrato della velocità relativa, quindi non vedo come possano essere influenzate dal verso (il segno) della velocità. Ovviamente non è così per la composizione delle velocità: in questo caso interviene anche il verso. Anche la lunghezza d'onda "vista" dipende dalle velocità relative (con il verso), ed è per questo che si manisfesta l'effetto doppler relativistico, per la luce, ben diverso da quello delle onde sonore (dove non occorre la relatività einsteniana per spiegare il fenomeno). Probabilmente trovi la situazione paradossale (come hai specificato nel tuo penultimo post) perchè continui a considerare i raggi di luce come se fossero onde meccaniche longitudinali. |
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21-04-2012, 18.34.24 | #116 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: spazio e vita
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22-04-2012, 00.42.23 | #117 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
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Riferimento: spazio e vita
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quindi...se queste "contrazioni/ dilatazioni" dipendessero unicamente dalla velocita' relativa , allora vorrebbe dire ( ma ne dubito) che, sullo stesso sistema di riferimento inerziale , a prescindere dalla propria velocita' relativa rispetto a qualsiasi altro sistema fuori di esso, due fronti di luce generati al suo interno da due sorgenti uguali dovrebbero venire percepiti in quel sistema da un osservatore sempre e comunque dello stesso " colore", indipendentemente dalla posizione in cui si trovano rispetto a chi li osserva...... e quindi, in pratica, se ,sopra un'astronave che viaggiasse a velocita' quasi luminale rispetto alla terra, si accendesse una lampadina a prua nella direzione di quel moto relativo ...il pilota al centro dell'astronave vedrebbe lo stesso colore di quello che vedrebbe accendendo una uguale lampadina a poppa dello stesso sistema di riferimento in cui consideriamo nulle tutte le velocita' relative al suo interno...mah...non mi convince..cosi' a pelle... ...secondo me, invece,...il pilota vedrebbe la luce di prua un po' piu' bluastra e la luce di poppa un po' piu' rossastra anche se non vi e' alcuna velocita' relativa che possa interessare il pilota in quel sistema se non il proprio moto assoluto rispetto alla luce , unico riferimento vero,... poiche' alla luce non dovrebbe importare nulla di quale sia il moto e la posizione delle sorgenti che la emettono ...il fatto importante e' che il pilota potrebbe davvero investire un fronte e sfuggire all'altro anche in un sistema inerziale in cui apparentemente valga la relativita' galileiana...le lampadine sono ferme li', sono uguali identiche...eppure emettono due colori diversi per il pilota...questo sarebbe il paradosso... e qui' si tornerebbe a quell'elemento di discriminanza newtoniana di cui parlammo piu' sopra e che sorprenderebbe pure Galileo...; se ,invece, sei al corrente di un esperimento che dimostri effettivamente che il pilota vede lo stesso colore per entrambi le lampadine a prescindere dal moto della sua astronave...be'...allora Galileo avrebbe davvero ragione su tutti i fronti e Newton...no......; per quanto riguarda le onde di luce...be' ,fermiamoci al puro concetto di onda come variazione di qualche cosa in qualche cosa d'altro che molti chiamano tempo...basta questo per capire che l'effetto doppler non puo' essere spiegato classicamente ..cioe' con la fisica meccanica classica... |
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22-04-2012, 13.09.43 | #118 | |
prof
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Riferimento: spazio e vita
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* la "mitigazione" del positivismo classico, * il riconoscimento del fatto che la storica netta demarcazione cartesiana tra la res cogitans e la res extensa non è, appunto netta ma un'area sfumata che segna una transizione continua tra le cose intimamenti pensabili e le cose della, diciamo così, brutalità fisica. tra prima e seconda non vi sarebbe differenza qualitativa ma quantitativa sì, questa quantità consisterebbe di una grandezza misurabile (se ne fossimo capaci) che è la Conoscenza. Nella prima c'entra la così detta "spiritualità" |
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22-04-2012, 18.05.25 | #119 |
Ospite abituale
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Andrea, ma per quale motivo il pilota dovrebbe verificare effetto doppler sulla luce che ha origine all'interno dell'astronave ?
Questo potrebbe essere vero per il suono, infatti in questo caso avrebbe importanza anche lavelocita' di trascinamento dell'aria. Ad esempio all'interno di un aereo, un passegero che si trovi nel mezzo del veivolo potrebbe verificare effetto doppler per 2 suonii identici generati uno in testa ed uno in coda. Se l'aereo supera la velocita' del suono non potrrebbe udire il suono generato in coda. Inoltre il doppler per le onde sonore si spiega perfettamente con la fisica classica e la relativita' galileiana; tentare di spiegare il doppler per la luce sulla stessa base e' destinato al fallimento (chiedi a Fizeau). E' chiaro che se continui a ritenere la luce come onde meccaniche che si propagano in un mezzo non riuscirai mai a superare i paradossi da te citati. |
22-04-2012, 21.33.25 | #120 | |
Moderatore
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