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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
27-09-2003, 00.54.06 | #25 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
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Uno dei problemi
che mi sono spesso posto è il seguente: come posso stabilire che vi è un limite alla conoscibilità, cioè alle leggi e regole che posso apprendere.
Se questa nozione è certa, e se ritengo di poterla comprovare, allora è essa stessa una legge ed una regola che, necessariamente, "supera" l'insieme delle leggi e regole che possono essere conosciute. Ma, in tale caso, l'insieme di tutte quelle leggi non esaurisce "tutte" le leggi che possono essere conosciute. Se, al contrario, essa oltrepassa "quel" limite, allora come posso credere che essa sia effettivamente una legge ? Ma se non lo è (legge), allora quell'insieme, daccapo, non esaurisce il limite, per cui quella legge può essere tale... Insomma, come si risolve la questione...?! |
29-09-2003, 13.24.11 | #26 |
Studioso
Data registrazione: 08-09-2003
Messaggi: 25
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E' il paradosso del mentitore, per parlare di questo problema devi astrarti da esso e ragionare ad un livello di linguaggio superiore.
Non mi chiedere altro perchè Russell & C. non convincono neanche me, quando acquisto un cervello supplementare ne riparliamo. |
29-09-2003, 14.57.07 | #27 |
SiamoUniciPezzi di N.. :D
Data registrazione: 23-08-2003
Messaggi: 426
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Si, blue, è quello il problema. Ma quando in qualche modo la vita ci pone davanti l'evidenza che è solo 'credere', che non si può neanche dire 'capire', ma credere di capire qualcosa solo astraendo le astrazioni che già altri hanno 'astratto' ( ) , allora la stessa energia che la rete neuronica mette nel perdersi in simili questioni cade completamente. Da qui ecco che decade anche lo stesso senso del problema. Non che resti un'annichilimento, questo è il trucco che quella 'mente' in pericolo sta ancora usando per mantenersi, ti sta facendo usare ancora la 'filosofia', mantenendosi in moto. Resta anzi il concretissimo battito della Vita e l'Inteligenza (termine qui anch'esso pericoloso, ma è il meno fraintendibile ed esposto a equivoci e richiami) dell'organismo che agisce per sopravvivere ottimalmente.
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