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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
27-10-2009, 18.27.11 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: La storia è tutto
Citazione:
Non credo alla fine dell'universo: lo vedo come una "placenta" dall'infinita, necessaria, eterna fecondità. Mentre posso ipotizzare la fine di questo mondo e la fine della storia umana, in accordo con ipotesi scientifiche e degli altri luoghi nei quali è generata la vita. L'evoluzione è un corollario di questa concezione: dove qualcosa è generato inevitabilmente si evolve verso la maturità e poi la senectudine. L'unica costante della vita e dell'universo è la morte. Ora pensare che la morte rappresenti la teleologia della vita non mi persuade proprio ma se qualcuno ne è persuaso allora per lui il fine dell'universo è produrre morte; anche questa è una teoria teleologica. Non si può evitare la teleologia. Lo stasso Darwin pone come sottotitolo de l'Evoluzione della specie: la preservazione delle razze favorite nella lotta per la sopravvivenza: non è l'enunciazione di un fine dell'evoluzione? Senza teleologia non si può fare storia: è necessario selezionare e raccogliere le infinite cronache lungo una qualche teoria. Non ho citato la mia personale teleologia cristiana, né ho parlato di catechismi, di Bibbia, di rosari ecc. ecc. ....ma il tema ha per te un fascino irresistibile ed anche quando non è necessario lo introduci col relativo disprezzo. Verifica i post precedenti vedrai che ho scritto cose "laiche" a differenza di te. Ultima modifica di Giorgiosan : 27-10-2009 alle ore 23.02.01. |
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28-10-2009, 11.03.19 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: La storia è tutto
Tanto per restare sull’arena laica, in cui sembra che tu - Giorgiosan - voglia metterti, lasciamo perdere queste scaramucce tra scienza e fede e facciamo un tuffo nella vera filosofia, per esempio nello storicismo di Max Weber. Il quale visse perfino con affanno, se non con ripercussioni neuropsichiche, il problema dei criteri cui devono sottostare, rispetto a quelle naturali, le scienze storico-sociali, le quali debbono destreggiarsi fra soggettività e oggettività, cioè contemperare la loro qualità di scienze impegnate a seguire e comprendere vicende di uomini aggrappati a mutevoli istinti, concetti e moralità, con la purezza “avalutativa” di scienze razionali. Giudizi di valore applicate alle scienze storiche – egli dice - introducono in esse questioni di fede, che sono estranee alla dignità della scienza: anche se poi egli dovette rendersi conto che questa è una richiesta impossibile da realizzare e che forse proprio quell’avalutatività è da intendersi come apertura a tutto ciò che è pensabile come storia costituendo il supremo valore, il solo che sembra accostarsi a quello che diciamo assoluto, obbligando a un percorso di ricerca infinita, cioè di una storia che non ha fine, o - si potrebbe anche dire – di una storia che supera quella dell’evoluzione fisica ed è talmente libera da dover porsi di volta in volta solo dei fini minori in confronto a quell'assoluto.
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03-11-2009, 16.58.06 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: La storia è tutto
Ma hai ragione, Giorgiosan a sostenere l’importanza di una teleologia: i filosofi della storia non hanno mai potuto liberarsi da questa prospettiva anche quando essa sembra andar contro a uno storicismo integro e puro. E penso che la difficoltà venga soprattutto dal fatto che la parola storia non richiama un anonimo e neutro passato - come il “non si può rendere il fatto non fatto” di Eschilo o il dantesco “capo ha cosa fatta” - ma stringe insieme un passato e un futuro, cioè un fatto e un da farsi, in una dialettica che comprende memoria e creazione.
L’importanza della memoria nella determinazione di ciò che è umano - individualità e collettività, dall’insorgere di impulsi biologici al delinearsi di scelte e comportamenti - può essere difficilmente negata. Leggo che l’autorevole rivista “Cell” dà nel suo ultimo numero rilievo a un esperimento che ha permesso di individuare nel moscerino della frutta, il gruppuscolo di neuroni che formano la memoria: 12 cellule nervose il cui riconoscimento è stato reso possibile da una manipolazione a mezzo laser, che ha introdotto in essi un falso ricordo spingendo il moscerino a non riconoscere l’odore della frutta che gli è geneticamente consono. Una scoperta che, se si dimostrerà valida anche per l’uomo, permetterà interventi di grande importanza, anche se nell’uomo la corrispondente struttura nervosa coinvolge 40.000 contro i 300 del moscerino, come avvertono i responsabili dell’esperimento Nicola Mercuri direttore del Laboratorio di neurologia sperimentale dell’Irccs Santa Lucia di Roma e Pietro Pietrini neuroscienziato molecolare e ordinario all’Università di Pisa. Dunque la memoria è essenziale per l’identità dell’uomo e per dargli stabilità nel mondo: ma altrettanto se non maggiormente importante è ciò che ho chiamato creazione, cioè la capacità di superare una prospettiva fondata sulla memoria, quindi coinvolgere neuroni in grado di trasformare il pensiero di ciò che è in quello di ciò che dev'essere e di produrre idee e azioni capaci di rivoluzionare la storia. Sì, la storia è tutto, ma perché è sempre più che soltanto storia: ad alcuni è potuta persino apparire come una metafisica, ossia un aldilà della storia: qualcosa che non si accontenta di essere soltanto storia. (Vedi che neanche a me basta un'arena laica. Anzi). |