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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
05-11-2009, 16.02.13 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-05-2008
Messaggi: 53
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Riferimento: Spiegare l'esistenza di Dio
Mi permetto dire anche la mia opinione!
Il credente è persona; ed appunto perchè tale non può esimersi dall'uso della ragione (posto che la persona, ed ogni persona, ha tra i suoi caratteri fondamentali anche questo). Dunque, fede e ragione, pur essendo realtà distinte, trovano la loro comunione, come dire: la loro unità, nell'interiorità dell'uomo, ossia sono due aspetti compresenti nell'uomo. Ora, a meno che non si debba riconoscere il proprio essere come "diviso in sè" (e quindi prendere consapevolezza di una "patologia naturale"... ma se è patologia non può essere naturale!), è della massima importanza che ciascuno dia "ragione" del proprio atto di fede: è la ragione stessa che lo pretende! Certo, ciascuno darà motivazioni in base al proprio modo di essere (se mi è permesso un distinguo: alla gente comune bastano poche "battute", ossia poche motivazioni; al pensatore, a colui che vuol andare sino in fondo alle questioni è demandato il compito di scavare "in interiore hominis" per provarle tutte, o quasi); ma è importante che qualche motivazione ci sia, e che detta motivazione sia "propria", appartenga cioè a colui che la propone (si capisce, il possesso di cui parlo è quello "sostanziale", non soltanto noetico). Grazie per l'attenzione. Gaetano T. |
05-11-2009, 19.46.05 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Spiegare l'esistenza di Dio
Il pragmatismo, cui sono pervenuto per il motivo di rendere possibile un dialogo ed anche un confronto, del tutto estraneo all' intento di convincere, mi fa preferire, nell' affermare la mia verità (quella che credo tale, una fra le tante verità), di proporre soluzioni pratiche dei problemi che incombono sull'essere umano per quello che posso proporre di soluzioni.
Prendere in considerazione ciò che funziona, mettendo fra parentesi le questioni puramente verbali, le teorie, e considerare solo l'utilità in senso ampio. Spiegare l'esistenza di Dio (come anche la non esistenza) vuol dire affrontare una interminabile ed inadeguata "apologia", anche le più brillanti apologie sono fragili ed incappano in contraddizioni. Sembra che comporti una assurdità radicale, dunque, voler spiegare Dio come del resto dimostrare che esistono gli esseri umani o che esiste un universo, piccolo o immenso che lo si immagini. Ogni sorta di contorcimento dialettico, metafisico o non, si rivela sterile. Anche la filosofia deve saper risolvere dei problemi pratici se la si vuole considerare degna dell'essere umano perché è degno dell'essere umano ciò che risolve i suoi problemi. Le verità che non servono non sono verità: l'esistenza oberata dal dolore, dalla fragilità, dai problemi quotidiani, dalle malattie cosa ne dovrebbe fare di asserzioni inutili? Il punto dolente è che si dovrebbe testimoniarlo ( il Dio in cui crediamo), con la povertà, con la generosità, con la schiettezza, con l'umiltà, con la mitezza.... non sono ancora in grado di farlo....ho paura del dolore. Ultima modifica di Giorgiosan : 06-11-2009 alle ore 08.28.25. |
07-11-2009, 15.13.42 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Spiegare l'esistenza di Dio
Credo che se cerchiamo Dio partendo da argomenti terreni, troveremo abbondanti motivi per negare che esista o per criticarlo, cioè criticare tutte le proprietà che le chiese gli applicano. Ma ciò che risolve il nodo implicito nel concetto di Dio sta proprio nel non cercare di definirlo: perché Dio in qualunque luogo e in qualunque tempo è inteso essenzialmente solo come assoluto, a prescindere da ogni proprietà che gli si possa accordare. Persino definirlo come verità e bene assoluto è inesatto se non blasfemo, perfino aggiungere a quella parola un punto esclamativo (assoluto!) viola quella purezza.
Del resto mi pare che chiunque si sia trovato stretto da un’angoscia mortale abbia cercato salvezza o almeno una luce solo in ciò che, aggrappandosi all’assoluto, chiamava Dio pur non vedendo nulla, e poteva altrettanto bene restare in silenzio. L’assoluto non si può definire, perché ciò equivarrebbe a renderlo relativo – è questa la logica della fede, come dimostra il fallimento di tutte le formule attraverso le quali si cerca di capirlo o – come è stato detto – spiegarlo; da quelle delle religioni del libro a quelle degli animisti, idolatri, e perfino atei. E’ questa, torno a ripetere, la logica della fede: ciò che rende la fede non una specie di impulso biologico come un singhiozzo o uno strepito d’estasi, ma qualcosa di nudo e terribile perché, come ho detto, rifiuta qualunque qualifica, come giustizia, misericordia, inferno, paradiso e perfino amore, cioè l’intero rosario delle umane parole. Ma come spiegare - dunque – l’esistenza di Dio? Dio è solo quell’ansia che abbiamo dentro di noi e che muove l’intero universo, ossia è la ricerca dell’assoluto: – si voglia o non si voglia chiamarlo Dio. |
08-11-2009, 09.39.35 | #8 |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: Spiegare l'esistenza di Dio
Definire cos’E’ ,è un’ozioso passatempo della mente.
Anche il non definirlo,o definirlo nel non definibile,che è l'apparente e solo simmetrico contrario del primo,lo è.. Dire di averlo trovato o che Egli sia la ricerca stessa,questa tensione… è comunque lo stesso processo della mente.. Vi è poi uno spazio indefinibile ove alberga il silenzio,ove non siamo ma Siamo,ove un velo si apre,ove l’inizio coincide con la fine di ogni ricerca,perché è da sempre lì,dove non arriva il pensiero e le sue considerazioni,le speranze e le disperazioni,i dubbi,le incertezze e le convinzioni,uno spazio che è comunque di Amore (non contrapponibile a nessun non-amore) ed è tutto quello che c’E’. |
11-11-2009, 20.20.49 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 07-11-2009
Messaggi: 59
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Riferimento: Spiegare l'esistenza di Dio
Il problema della tua anologia è voler usare la fede che nasce dall'esperienza quotidiana, per spiegare una entità trascendente.
Io credo che sia utile distinguere fra trust (fiducia), e believe (fede). Il primo tipo nasce dall'esperienza quotidiana, come facevi notare tu, e ci infonde la trust (fiducia) che esiste una realtà esterna, e delle persone che ci amano. Purtroppo, tu non sperimenti l'entità trascendente, Dio, allo stesso modo, e non puoi usare l'amore giornaliero per spiegare la sua esistenza. A me pare piuttosto che tu ami la vita, e questo tuo amarla fortemente, ti fa credere (believe) che esista qualcosa che trascenda la realtà empirica. Ma sempre di fede si tratta; se fosse evidente come l'amore dei genitori pensi esisterebbero ancora tanti increduli? Tu non hai bisogno di dire "Io ho fede nell'amore dei miei genitori in me", vista la forte evidenza a favore, ma nel caso di Dio, devi ammettere un livello trans-fenomenico, e utilizzare il verbo credere nel senso di believe (fede), e non di trust (fiducia). |
11-11-2009, 20.28.42 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 07-11-2009
Messaggi: 59
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Riferimento: Spiegare l'esistenza di Dio
A me sembra più che tu ama la vita fortemente, e questo ti porta a una weltanschauung piuttosto poetica, e, se mi permetti, romanzata della vita stessa.
Se tu spieghi Dio in questi termini, come potrebbe giungere l'evidenza della sua esistenza a persone che sono state meno fortunate di te, e si sono ritrovati, per puri fatti contingenti, ad un esistenza misera e triste? Ti dico questo solamente perchè ho notato, per esperienza personale, che un tipo di fede molto spirituale come la tua, rischia di essere messa in discussione dalla vista, o dal rendersi conto, dell'immensa quantità di sofferenza che c'è attorno di noi, e di cui, a causa di una visione cosi poetica, a volte non ci si rende nemmeno conto. |