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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
04-03-2009, 14.38.13 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Non esorcizzare la morte
Il motto stesso che tu hai scelto, LinJi, dovrebbe dissolvere quell’aura di mistero che circonda la morte e che forse è soltanto l’ultimo esorcismo che ce la può rendere meno terribile. Ultimo? Forse l’ultimo esorcismo sta nel pensare che la morte sia soltanto un simbolo, anche se non sappiamo di che cosa, e se la realtà è il paradiso o l’inferno.
Per intanto mi basterebbe sapere perché la morte assume sempre un’ambigua figura, cioè una figura positiva e negativa: perché, insomma, se estinguendo una vita si spengono tutte le possibilità che un essere ha di arrivare alla verità e al bene, cioè a quell’assoluto di cui sembra andare in cerca fin dalla nascita, e quindi è un mortale peccato, la morte può apparire anche come una grazia - la sola, certo, che può cancellare il dolore e il destino di essere nati con l’unico scopo di arrivare alla fine. Naturalmente può darsi che tu sii dotato di una vera fede e credi che tutto questo affannarsi intorno alla morte sia un frutto dell’ignoranza di fronte a ciò che ci è stato rivelato e promesso se obbediamo a una chiesa…Ma io resto al tuo richiamo di guardare ciò che è e non ciò che vorremmo che fosse, e allora è come se fossimo generati da qualcuno che ha bisogno, come Zeus, di vapori di grasso e di innumerevoli corpi stesi ad aspettare il colpo di grazia. Colpo di grazia? Sì, perché proprio questa espressione raccoglie in un unico nodo non solo ciò che martiri e santi hanno indicato come prova della bontà divina, ma l’ambiguità ironica della morte, che se la infliggi violi un comandamento assoluto, e se la ricevi è un mezzo di purificazione e un olocausto al signore. (E con questo finisco, non volendo lasciarmi afferrare dalle spire sataniche dell'eutanasia). |
09-03-2009, 18.32.17 | #4 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 02-03-2009
Messaggi: 1
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Riferimento: Non esorcizzare la morte
Salve a tutti, aggiungo qualche considerazione.
Lasciando da parte le mie convinzioni personali, che sicuramente sono dettate sia dalla mia indole che dalle mie esperienze vissute, mi sento vicina razionalmente alla legge di Lavoisier anche per quanto riguarda l'argomento filosofico. Credo cioè che veramente niente si crei e niente si distrugga in questo universo, e quindi neanche la nostra anima nè il nostro corpo. Per il corpo è facile immaginare come avvenga; per l'anima un po' meno, ma comunque non è impossibile che il tutto avvenga anche se con mezzi diversi, ma analoghi. E' certo che questo implichi un postulato di fondo, e cioè che la Realtà non sia solo quella che vediamo e tocchiamo con le mani corporali, ma anche quella che non si vede ma dà dimostrazione di sè in modi diversi, e che forse è lasciata volutamente ed indispensabilmente al proprio sentire. Un campo in cui la ragione tace e lascia un po' di spazio a qualcosa che lei stessa sa di non poter schematizzare. |
09-03-2009, 20.17.32 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-06-2007
Messaggi: 529
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Riferimento: Non esorcizzare la morte
Su questo tema il cristianesimo pone una questione del tutto originale rispetto ad altre religioni e, cioe', la persistenza dell'identità corporea, oltre che spirituale, dopo la morte. In effetti, a pensarci bene, è difficile pensare il proprio se distinto dal corpo in quanto è fondamentalmente l'esperienza sensoriale che "costruisce" un'identità autoreferente. D'altronde senza un se' potenziale, l'esperienza sensoriale andrebbe dispersa in semplici riflessi vegetativi. Il corpo, tuttavia, si corrompe e, alla fine, si disfa....Di cio' abbiamo prova tangibile...Non sappiamo con certezza cosa succede al se e alla memoria delle sue esperienze...
Puo' esservi un se senza un corpo ? |
10-03-2009, 08.37.45 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Non esorcizzare la morte
Una volta ho detto, in questo stesso forum, che l’onnipotente è il desiderio, che ci fa credere in quello che vorremmo che fosse piuttosto che in quello che è: ed è ciò che si manifesta nel modo più evidente di fronte alla morte, che gli altri animali neppure comprendono, forse non temono e alla fine subiscono, mentre l’uomo pensa alla morte, sa che c’è un buco nero davanti a lui….Del resto la filosofia è nata – si dice – proprio per esorcizzare la morte, elevando una specie di barriera davanti ad essa. Io non sono d’accordo su questa interpretazione della filosofia, che preferisco credere nata non dal terrore ma dal bisogno di conoscere la verità, costi quello che costi, cioè abbattendo tutti i mezzi che l’uomo ha inventato per esorcizzare la morte – in poche parole, tutte le fantasie e le leggende che mitologia e religione hanno ispirato dall’epoca paleolitica ad oggi per rendere meno duro il trapasso e quindi ottenere proprio quell'eutanasia vituperata dai buoni credenti. Si dirà che basta la fede a far sognare un mondo migliore di questo, ed è vero, ma a costo di tradire la verità cioè di compensare quel sogno di un mondo migliore di quello che la natura ci ha dato con la chiusura dei nostri sensi e della nostra ragione, fornendoci un’eternità fittizia, una specie di divina commedia al posto di una divina tragedia. Che sta nel fatto che a ognuno è data almeno una volta l’occasione di dimostrare quello che vale, e se ha la forza di vincere le illusioni e andare incontro alla verità.
Del resto, chi è da ritenere più onesto e più coraggioso – colui che sa che il suo atto sarà premiato in cielo o colui che opera bene anche se sa che nessuno lo saprà mai ed egli avrà la stessa sorte del malvagio, la morte? Mi pare – per essere giusti e non passare per eretici o libertini - che almeno in qualche punto i Vangeli dicano proprio questo. |
10-03-2009, 15.13.14 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
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Negazioni ed astensioni.
Caro Mario,
domandi: "Puo' esservi un sé senza un corpo ?". E' difficile negare che noi abbiamo sempre e solo esperienza di corpi animati o se, si preferisce, d'anime incorporate: se mai sopravviva l'anima nostra o lo spirito o l'intelletto o qualche cosa di noi, che abbia coscienza di ciò, che siamo stati innanzi che moriamo; nessuno fino ad oggi consta n'abbia data altra dimostrazione, che allucinazioni sognanti o congetture incerte, fondate sulle nostre speranze e sui nostri timori. E' ben vero che nessuna prova contraria è possibile dare; ma, perciò che, senza dimostrazione certa, in qualsiasi allucinazione possiamo essere irretiti, a me pare più prudente od inclinare alla negazione che alcunché di noi sopravviva cosciente, dopo la morte, ovvero, al meno, astenersi dal giudizio. Anakreon. |
10-03-2009, 16.52.58 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-06-2007
Messaggi: 529
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Riferimento: Non esorcizzare la morte
Citazione:
La domanda è retorica, ma ritengo ugualmente utile sottolineare l'eroismo dell'uomo che opera per il bene certo di non averne alcun ritorno. Forse anche per questo non ci è dato conoscere, se non per fede, alcun segno di una vita ultraterrena. |
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10-03-2009, 19.11.05 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Non esorcizzare la morte
Citazione:
Sono d'accordo. Senza corpo non siamo e ciò che siamo lo siamo anche per il corpo. Se si supera l'ingiustificato disprezzo per il corpo appare persino ovvio. Un corpo non più biologico, comunque sia la sua "natura" , sarà un corpo, vale a dire identificabile in qualche modo con il corpo biologico perduto. Ci sono state mentalità diverse da quella greca e, si può senz'altro dire, più umili della mentalità greca che hanno saputo cogliere meglio questo misterioso aspetto della vita. |
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14-03-2009, 13.05.04 | #10 | |
alék
Data registrazione: 28-03-2007
Messaggi: 23
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Riferimento: Non esorcizzare la morte
Citazione:
... senza corpo non siamo? allora non credi in uno spirito che ti dia un'identità ? si pensa che noi abbiamo un corpo con un'anima, ma mai il contrario. se io abito in una casa, io non sono la casa. e i senza tetto hanno un'identità. |
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