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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
13-03-2009, 12.50.40 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: La foresta di Alice: mondo dei nomi e mondo reale
Citazione:
Mi soffermo, per ora, su questo punto del tuo post. Credo che il linguaggio in evoluzione come tutti gli aspetti che riguardano l'essere umano sia partito dalla imitazione di ciò che si voleva esprimere: suoni onomatopeici e gesti. Poi l'essere umano da pappagallo evoluto potrebbe aver indicato con un stesso suono...che so, il vento e il respiro iniziando a genera-lizzare e con ciò aprendosi all'astrazione. La tassonomia è necessaria altrimenti l'esperienza darebbe luogo ad una memoria dell'esperienza atomizzata come immagino abbiano gli esseri meno evoluti. |
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15-03-2009, 10.44.06 | #4 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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Riferimento: La foresta di Alice: mondo dei nomi e mondo reale
Scekspirianamente parlando la rosa con un altro nome avrebbe forse un profumo diverso?
O ancora è nel momento in cui le si dà il nome che si decide debba avere quella qualità del profumo? C’è una piccola carina cosuccia che ho letto da Neil Postman in “Come sopravvivere al futuro” . Racconta una storia di tre arbitri che decidono sullo strike di uno sport sul quale non sono perfettamente ferrata, il baseball, ecco uno dei tre dice: “Li chiamo quando ci sono“, l’altro risponde “li chiamo quando li vedo“, l’ultimo: “finché non li chiamo non ci sono“. Chi dei tre ha ragione? Postman sostiene che la chiave sta nel fatto che non siamo tutti obbligati ad accettare i nomi dati dagli altri alle cose, se un arbitro non vede qualcosa o vede qualcosa di troppo abbiamo a disposizione tanti bei nomi da dargli, Postman si limita a dire che lo si chiama cieco, ma è, almeno credo un termine tecnico. Non sono i nomi che diamo alle cose che ne determinano la qualità una volta e per tutte. |
17-03-2009, 12.55.18 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
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Riferimento: La foresta di Alice: mondo dei nomi e mondo reale
Il nome ci serve anzitutto per costruirci un'identita' e distinguerci dagli altri.
Interpreto la paura di Alice di restare priva del suo nome come l'ansia di perdere l'identita', ed e' proprio cosi' che succede quando entrata nel bosco perde la conoscenza della propria unicita'. A questo punto si potrebbe vedere il bosco come una folla umana dove il singolo si sente sperduto nella necessita' di ritrovare se stesso. Bambini nei boschi li troviamo anche in altre favole ed il significato potrebbe essere simile. |
18-03-2009, 00.54.03 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-05-2007
Messaggi: 189
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Riferimento: La foresta di Alice: mondo dei nomi e mondo reale
lo spunto è interessantissimo.
la conoscenza si basa sul linguaggio che analizza e classifica il mondo che si percepisce (appunto dando dei nomi agli eventi, agli oggetti, alle azioni, a classi di elementi e a loro relazioni). Ovviamente il nome in sè è una scelta convenzionale. Questo è sempre stato chiaro ma forse nell'antichità la paura della morte (quindi le leve della magia, della religione ecc) potevano anche illudere l'uomo che il nome in sè fosse la sostanza. ben piu' infido e attuale è invece un'altra illusione: una volta lanciatisi a nominare i concetti si incorre nel rischio ricordato da Albert: creare concetti confusi e dargli valenza di realtà attraverso il nome (ipostatizzazione). Interessante anche la riflessione di Giorgiosan sull'origine mentale e psichica delle astrazioni di idee, che sono fatti dovuti a capacità tipiche della nostra specie. Forse furono circostanze simili proprio a sollecitare in noi certe aree e strutture mentali (in realtà che erano sempre esistite in noi e forse in qualche misura non cosi primitiva anche nel Neanderthal - sicuramente l'area del linguaggio simbolico) che ci hanno permesso, una volta divenute familiari all'uso, di allargare e perfezionare la rete della parola. |
18-03-2009, 10.52.47 | #7 |
Ospite
Data registrazione: 14-10-2008
Messaggi: 9
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Riferimento: La foresta di Alice: mondo dei nomi e mondo reale
Il nome è la radice dell'identità, come diceva hava. L'identità è ciò che separa me da te. L'identità (come il nome) non va nè persa nè rafforzata a tal punto da diventare bariera.
La mia personale soluzione è la comprensione. Io comprendo te, ma non sono te. Il cerbiatto a quanto pare non comprende Alice, Alice non aveva cattive intenzioni. Non comprendendola agli occhi del cerbiatto Alice appare solo come un diabolico essere umano e non come Alice. E comunque privarsi del nome non è la soluzione che porta alla comprensione, ma è la strada maestra per finire in un bosco buio e oscuro dove regna la con-fusione. |
18-03-2009, 13.55.51 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: La foresta di Alice: mondo dei nomi e mondo reale
Citazione:
Sì è vero. Come quando si acquistano libri e non si leggono. I libri negli scaffali possono dare la percezione che, possedendo dei libri, in certo qual modo ci siamo impossessati di ciò che contengono. Si tratta del nominalismo ed il problema, come sappiamo, è stato lungamente discusso. Sono convinto che è indispensabile ed inevitabile conoscere i concetti generali. Il nome uomo ed il nome donna, per esempio, non sono solo nomi ma ci forniscono una serie di informazioni che si sono accumulati sotto quei nomi. Dati che sono frutto dell'esperienza empirica e da cui la ragione o la capacità astrattiva ha estrapolato ciò che in tutti gli uomini e in tutte le donne è il massimo comune denominatore ( già! de-nominatore). Se uno conoscesse solo i massimi comuni denominatori cioè i contenuti generali "portati" dai nomi possederebbe una certa conoscenza; ... e senza conoscere altro potrebbe riflettere metafisicamente? Ma la conoscenza autentica viene dalla esperienza e la conoscenza che, secondo me, supera ogni altra e sapere come si fa, il know how. Ultima modifica di Giorgiosan : 18-03-2009 alle ore 22.00.10. |
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