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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
23-12-2008, 23.38.20 | #13 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
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Riferimento: Cos'è la cultura?
La cultura secondo me è un ponte tra ciò che si sa e l'immaginazione. E' quindi divenire: mi preparo la strada (quindi imparo) per fare il salto oltre la staccionata.
Non tutti fanno il salto, allora rimane erudizione... In senso generale la cultura è vista come l'espressione dell'agire dell'uomo, di tutti i ceti e di tutte le culture. Anche mettendola su questo piano il concetto da me espresso non perde di significato. Ogni uomo, qualsiasi sia la sua formazione, fa cultura fin tanto che conosce per divenire. Tanto per dire, un robot avrebbe delle difficoltà a fare cultura. Terrei distante, inoltre, il concetto di natura da cultura, anche se non per questo voglio dire che i naturalisti (e positivisti ecc.) non facciano cultura, ma se si tratta di superare schemi preconcetti preferisco gli idealisti, piu inclini, secondo me, a fare cultura, cioè credo siano meno robottizati. |
24-12-2008, 09.06.18 | #14 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Cos'è la cultura?
Il tuo augurio, Arsenio - che ricambio sinceramente – dimostra che in fondo la storia umana è un superamento continuo della natura, che la parola nascita può passare da un significato fisico o fisiologico a un significato simbolico e spirituale, quasi fosse questo il compito della specie uomo: emergere dalla natura fisicamente, conoscitivamente e moralmente, trasfigurando la memoria in creazione, fino a rappresentare veramente l’ultima specie dell’evoluzione terrestre e la prima di una storia più bella, anche se non si tratta di volare fra gli angeli ma di progettare dentro di sé un diverso avvenire, fosse pure da interpretare come un infinito avvenire. Infatti, ciò che ci distingue nei confronti degli animali non è tanto un più robusto senso dell’io quanto la coscienza dell’infinito: un dono tremendo e sublime, perché può tradursi nel brivido di chi si trova sull’orlo di un baratro o prossimo all’immortalità.
E allora, tornando alla divaricazione natura-cultura, ci pare di poter sperare in una misteriosa armonia, in un passaggio senza traumi e senza rischi di finire nella pazzia, proprio se diamo a cultura un significato più ampio di una semplice mutazione animale, cioè quello di un superamento della natura nel senso non solo di un adattamento all’ambiente o all'anno che viene, ma di una trasformazione conoscitiva e morale: una conferma di quel progredire che forse non è un’illusione e che con grande fatica, continue cadute e orrendi spettacoli d’ingiustizia e violenza, da milioni di anni ci porta verso ciò che è non un fatale destino ma un destino voluto e costruito da noi, per arrivare…..chi sa? Forse al dominio assoluto della natura ipotizzato dagli scienziati? Forse al possesso della verità che i filosofi cercano da migliaia di anni? O a quell’incontro con Dio in cui credono i religiosi e che, se esiste, è un Dio del futuro e non del passato? Sarebbe questo dunque il senso vero della parola Natale? |
24-12-2008, 12.19.14 | #15 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
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Riferimento: Cos'è la cultura?
Citazione:
«Dov'è il re dei Giudei che ora è nato?» (Mt. 2,2). "Osservate anzitutto dove avviene questa nascita. Io affermo, come ho già fatto più volte, che questa nascita eterna avviene nell'anima nello stesso modo che avviene nell'eternità: è una sola e medesima nascita. E in verità si compie nell'essenza e nel fondo dell'anima [...] nell'interiorità dell'anima, dove mai un'immagine potè penetrare, né mai alcuna delle facoltà dell'anima si rispecchiò [...] Raccogli dunque tutta la tua ragione e tutto il tuo pensiero e torna verso il fondo, dove il tesoro giace nascosto. Se ciò deve avvenire, sappi che devi abbandonare ogni altra cosa: devi giungere all'ignoranza se devi trovare il tesoro Tranquillità e silenzio devono esserci la dove questa parola dev'essere udita; e ad essa non si può arrivare in modo migliore che rimanendo immobili e silenziosi; allora si può ascoltare, si può comprendere: nell'ignoranza! Quando non si sa più nulla, essa si fa sentire e si rivela. Qui ci si deve elevare a una forma superiore di conoscenza: questa ignoranza non nasce dall'ignoranza, ma dal sapere! Qui noi dobbiamo essere ignoranti per mezzo del sapere divino: la nostra ignoranza è allora nobilitata e ornata dalla conoscenza soprannaturale. In questa misura tu devi liberarti da tutte le tue attività e ridurre al silenzio tutte le tue facoltà, se vuoi che davvero si realizzi in te questa nascita; se vuoi trovare il Re appena nato, devi lasciar da parte tutte le cose che potrai trovare e abbandonarle dietro di te!" Meister Eckhart |
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25-12-2008, 16.23.43 | #16 |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,272
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Riferimento: Cos'è la cultura?
Noor, tu hai sapientemente trasformato la mia ricerca di un rapporto fra natura e cultura in una parabola religiosa attraverso il trapasso di sensi che un grande mistico poteva compiere senza fatica torcendo e sublimando i volgari termini delle chiese – e questo in fondo collima con ciò che io potrei dire se volessi svolgere l’argomento senza freni di logica e di parole…. Infatti, come può la ricerca della verità – che per me impregna la grande e la piccola storia, cioè quella del cosmo e quella dell’uomo in un intreccio di natura e cultura – arrivare a una meta che deve considerarsi assoluta? No, non può arrivare a una meta ma deve durare infinitamente, obbligandoci a riconoscere di essere sempre prossimi al dubbio se non alla certezza del fallimento. Dunque ignoranza senza riscatto, ignoranza prima e ignoranza dopo, tanto per richiamare i termini di Meister Eckhart. Eppure questo non vuol dire cedere alla disperazione, perché quell’assoluto cui cerchiamo di giungere è assoluto proprio se non è relativo cioè non si presenta con una definizione, una figura, un nome – magari il nome stesso di Dio.
Sì, Eckhart è un mistico audace, che, come tutti i mistici, è stato guardato con sospetto dall’ortodossia cioè dalla religiosità costituita: eppure sembra che gli manchi l’ultimo balzo, la forza di arrivare a concepire che se Dio è al di sopra di tutto non può avere un nome e nessuno di quegli attributi che i catechismi si affannano ad elencare: forse neppure quell’attributo che - con buona pace di Kant che negava potesse essere un attributo - noi chiamiamo “esistenza”. E così, anche se questo dovesse avvilire qualcuno facendo perdere al Natale la sua aura fastosa e festosa, Dio non avrebbe perso nulla della sua assolutezza. Come vedi ho seguito il tuo slancio, Noor, portando i termini di quel rapporto natura-cultura ben oltre ciò che potrebbe apparire sensato; ma tant'è: ce l'ha insegnato il tuo Meister Eckhart. |
26-12-2008, 08.56.02 | #17 | |
Ospite di se stesso
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Messaggi: 2,064
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Riferimento: Cos'è la cultura?
Citazione:
Qui il nome-forma (Dio),la cultura,il dogma,sono utilizzati come segnali stradali,ma non possono mai essere la strada stessa verso l’assoluto,perché ciò che si produce oltre l’ascolto del silenzio e la suprema ignoranza prodotte dall’azzeramento ,sono solo un’ostacolo. Ecco cosa dice dunque anche Meister Eckhart... E dopo l’assoluto c'è da tornare sulla strada è da riprendere a comunicare,indicare”giocare “ nella vita del mondo. Dunque anche il riprendere,volendo,anche il nome di Dio e la catechesi in piena libertà e leggerezza.. Ultima modifica di Noor : 26-12-2008 alle ore 23.09.09. |
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26-12-2008, 11.49.14 | #18 |
Ospite abituale
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Riferimento: Cos'è la cultura?
Siamo in un forum di RIFLESSIONI quindi provo ad esprimere una mia poccola e semplice riflessione sull'argomento in oggetto." Che cosa à la cultura?"E a cosa serve?
Io penso che tutta la cultura universale abbia quale maggior fine,l'elevazione dell'umanità ed avvicinarla verso quell'assoluto,quella verità da sempre tanto ambita. Ogni nuova scoperta od invenzione della scienza,dopo le varie sperimentazioni e dimostrazioni nel tempo della propria concreta validità ed efficacia, viene adottata al fine di miglioramento della nostra esistenza, e come in tutti i sondaggi e statistiche, a maggior tempo di sperimentazione e maggior numero di esperimenti se ne deduce con maggior certezza la validità, Ebbene,a questo punto credo sia giusto pensare che,all'evoluzione naturale così ben descritta da Darwin,nonchè alla naturale selezione della specie,essendosi sviluppate nel maggior lasso di tempo, si possa concedere con maggior sicurezza una concreta validità ed efficacia, per cui,Natura e Cultura a mio avviso dovrebbero progredire in un ambiente interdisciplinare senza mai allontanarsi una dall'altra,perchè,come già tante volte è stato dimostrato ogni qualvolta che la scienza si è allontanata dalla natura mettendo in secondo piano i valori e le esigenze dell'uomo,ha immancabilmente combinato dei guai. Lo scienziato dovrebbe ogni tanto fermarsi,svuotare momentaneamente la propria mente per renderla più accogliente,mettersi in meditazione e tramite la propria coscienza ascoltare il proprio Io,la propria spiritualità,per poter rimanere sempre sul giusto sentiero. Questa è una mia semplice riflessione del giorno di Natale. Buone feste a tutti espert 37 |
28-12-2008, 07.22.03 | #19 |
Ospite abituale
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Riferimento: Cos'è la cultura?
Tra chi, come maestro Eckhart, pone lo scopo della cultura al di là di ogni limite definibile e chi, come Espert37, la vive in tutta la sua estensione e i suoi vortici tormentosi e radiosi, mi pare di poter tracciare una definizione che trovi esempi non solo nel Medio Evo ma in tutte le età, e che non respinga nessuno.
Cultura è ricerca dell’assoluto, e questo lo si può raggiungere col balzo del mistico o col lavoro ininterrotto dello scriba. Quale di loro ha più chance di poter arrivare alla meta? |
28-12-2008, 22.31.42 | #20 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Cos'è la cultura?
Citazione:
Carissimo Emmeci, Con quanto da me espresso nel precedente intervento intendo dire che se tutti gli scienziati avessero agito ed agissero tenendo sempre in primo piano i valori e le esigenze umane,dando ogni tanto ascolto alla propria spiritualità, avrebbero senz'altro sempre operato mantenendo uno stretto connubio tra Natura e Cultura,con la consapevole capacità di decidere di fermarsi qualche volta,e non con la irragionevole spinta in avanti ad oltranza pur di scoprire il nuovo senza pensare alle eventuali nefaste conseguenze. Per fare qualche semplice esempio,oggi noi non avremmo quelle grandi e caotiche metropoli assolutamente non adatte all'uomo,ma alle quali lui stesso ci si deve a grande fatica adeguare.Non avremmo l'attuale timore per il surriscaldamento del pianeta, non avremmo le attuali discoteche con le loro strane musiche e ancor più strane luci,studiate apposta per rimbambire le menti di tanti nostri giovani,con le note consaguenze di tutti i sabato sera. Si darebbe maggior ascolto ai valori morali ed un pò meno a quelli materiali,si potrebbe arrivare a quei giusti valori che ti fanno sentire un bel signore anche senza euro in tasca.Si potrebbe essere sulla strada della costituzione di un grande e giusto federalismo a livello mondiale fondato su un unico stato con conseguente reciproco ausilio,e giusta pianificazione e distribuzione dei beni materiali. In ultima analisi si starebbe tutti molto meglio perchè molto più vicini a quella meta universalmente desiderata. Scusami caro Emmeci io non ho dimestichezza a spiegarmi come vedo che fate voi con tante importanti parole,ma ti prego; Cerca di interpretare ciò che intendo Ciao e buon anno espert37 |
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