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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
02-10-2008, 07.06.17 | #12 |
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Riferimento: Tutto in uno
Sì, Noor e Ornella. Anche se era più facile credere che tutto sia uno quando l’immaginazione dell’uomo, cioè scienza e filosofia, non andavano più in là di un orizzonte di eventi limitato da una parte al Mediterraneo e dall’altra a una serie di cieli con, al loro culmine, l’occhio di un Dio….Ora la scienza ventila perfino la possibilità che ci siano molti universi: e anche se si limita a un solo universo, ipotizza che ci siano miliardi di sistemi solari con relativi pianeti e una vita che può assumere forme diverse, con specie forse anche più evolute di quella umana - e sarebbe certo interessante sapere se credono ancora in un Dio, se dotate di strumenti più potenti dei nostri abbiano visto ciò che c’era prima del fiat cioè del big-bang, se c’era qualcosa di simile a un lampeggiante triangolo ….Eppure mi coglie un brivido se penso a quello che qualcuno ha chiamato “la variabile Dio” – perché è un fatto che le stesse religioni non hanno un’unica comprensione dell’assoluto, tanto da ispirare l’ipotesi luciferina che il relativismo non sia una qualifica solo di noi, laici perversi, ma anche dei religiosi: il che, allargato a livello del cosmo, diverrebbe un’immensa parodistica o – salvo l’onere della prova – sublime visione di Dio. La vera dimostrazione che "tutto è uno".
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02-10-2008, 08.52.08 | #13 |
Ospite abituale
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Riferimento: Tutto in uno
In merito a questo e altri argomenti mi preme sottolinare che, con le osservazioni sempre più precise del "red shift" cosmologico la teoria del Big Bang è da più parti messa messa in discussione.....Oltre alle ipotesi degli universi multidimensionali si stanno sperimentando anche modelli che prevedono un universo infinito e, quindi, increato (vedi teorie di Alfven, Puthoff, Boyer)
A questo punto l'unica maniera per preservare la spiritualità del cosmo sarebbe quella già tracciata a suo tempo dagli "immanentisti" che, pero', risultano eretici rispetto al dogma......Per un credente questo è un bel problema.... |
02-10-2008, 14.37.03 | #14 |
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Riferimento: Tutto in uno
Propongo la "rassicurante" soluzione che mi sono dato io razionalmente..
In un universo infinito non è applicabile la legge empirica del caso perchè comporta pardossi matematici non risolvibili con gli infiniti di ordine di grandezza diverso....Dunque la nostra esistenza cosciente dovrebbe certamente esistere (il che è "autoevidente"), ma anche certamente non esistere (il che non è autoevidente)...Dunque non è il caso che ci rende coscienti... |
02-10-2008, 16.58.39 | #15 |
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Riferimento: Tutto in uno
Marius, ti darò un altro bel problema da presentare ai credenti. Certo, come dice Il Dubbio e come affermato da fior di scienziati sperimentatori e falsificatori, “le speculazioni non mancano”, non ci sarebbe fisica se non ci fosse metafisica, intesa almeno come un al di là della fisica, senza presumere che possa chiamarsi spirito, uno-tutto e nemmeno Dio. Del resto non è neppure necessario che per riconoscere l’unicità del tutto si debba cercare che cosa c’era prima del big-bang, magari privo di quell’ombra di molteplicità che è latente nella trinità della tradizione cattolica perché, come ho già proposto in un messaggio passato, la creazione divina potrebbe proprio cominciare dal futuro e non dal passato, cioè potrebbe essere interpretata come la potenza di un fine e non di un principio: col che avremmo la possibilità di dirimere millenarie contese, perché significherebbe che l’universo è sì nato da un big-bang materiale e che la sua evoluzione può continuare fisicamente senza problemi e senza danno per un fiat creatore che è racchiuso nel fine e non nel principio (una specie di inspirazione anziché espirazione). E se trascuriamo le elucubrazioni sul punto Omega, avrebbe ragione F J Tipler - perché in tal caso le stesse leggi fisiche implicherebbero l’esistenza di Dio, e non ci sarebbe bisogno di puntare i nostri telescopi al fine di poter vedere nelle stelle più lontane l’origine dell’universo: basterebbe pazientare fino a che il programma del grande computer fosse esaurito.
La citazione che fai, Il Dubbio, rimanda a Tertulliano che, per difendere la nuova religione nei confronti della logica greca-romana giunse a dire: “credo quia absurdum”. |
02-10-2008, 20.34.36 | #16 | ||
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Nota in epilogo. Capisco che da occidentali ci riesce difficile, quasi impossibile, fare senza “il divino”, ma anche darlo per scontato non mi sembra una buona idea, soprattutto qui in filosofia, dove la luce che ci guida alla verità, dovrebbe essere quella dell’intelletto, della nostra intelligenza. Riporto all'atenzione dei presenti che il divino, come il fatto che l’uomo sia al centro dell’universo, sono nulla più che mere ipotesi. |
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03-10-2008, 09.09.10 | #17 |
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Sì, VanLag, religione e scienza hanno metodi alquanto diversi, e perciò io cercherò di dimostrare l’assunto (“tutto in uno”) partendo da un no, cioè dallo stato di guerra che continua a esistere fra Dio e la scienza: ma è proprio uno stato di guerra o una lotta che, come quella fra Giacobbe e Dio, si è risolta con qualche ammaccatura ma dopo tutto pacificamente? Te lo immagini un Darwin nel ruolo di Giacobbe? E poi, cosa dice Darwin di tanto distante dalla Genesi se non per quella micrometatesi che differenzia caso da caos? E’ vero che se si tratta di caos l’universo potrebbe in ogni momento tornarvi, obbedendo a quell’assenza di finalismo che per la scienza pare un punto acquisito, ma forse proprio per questo lo scienziato ha inventato quel principio antropico, perché, rivolgendo l’occhio su sé, ha forse provato un brivido di fronte alla sua insignificanza e alle insidie neuroniche che lo minacciano.
Tu dici: premesso che non credo che si possa conoscere la verità….Ebbene potrebbe essere questo il motivo unificatore della cultura, cioè la dimostrazione – sia pure ancora in negativo anziché positivo – che tutto è uno. Perché, proprio se diciamo di non conoscere la verità, è segno che crediamo nella verità cioè nell’assoluta verità – altrimenti come potremmo dire che non la conosciamo? Ed ecco qui dimostrata una connessione tra logica e fede, ciò che ancora può farci pensare che “tutto è uno”. Comunque se non siamo convinti, aspettiamo, avendo tempo, di vedere se battendo a caso le dita sul computer, noi riusciamo a scrivere l’Amleto o la Divina Commedia: potrebbe essere una dimostrazione che l’universo non è una delle configurazioni del caos, pronta a lasciare il posto ad un’altra, e che il principio antropico non è un principio debolissimo o un’ubbia di falsi scienziati, ma un principio valido per la religione e la scienza: ciò che confermerebbe ancora una volta il tema dell’argomento. |
03-10-2008, 23.30.27 | #18 | |
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Ma, forse, non ho ben compreso il senso del tuo “tutto in uno” iniziale. |
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04-10-2008, 09.02.51 | #19 |
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Riferimento: Tutto in uno
Caro VanLag, certo il nostro ragionare prende spesso delle svolte impreviste - non so se per opera di un diavoletto o del genio che si annida nei nostri computer. Comunque il senso dell’argomento (“tutto in uno”) che avevo introdotto era fondamentalmente questo: si può trovare un’alleanza – magari una concordia discors - fra religione, scienza e filosofia nella ricerca della verità? E mi è parso che il famoso principio antropico potesse in qualche modo risolvere questo problema, visto che esso dichiara che l’universo, nato dal big-bang ed evolutosi senza uscire da leggi puramente fisiche (ecco la scienza) sembra fatto perché a un dato momento potesse arrivare all’autocoscienza (ecco l'uomo e la filosofia) giustificando un ordine che sovrasta tutto (ed ecco la fede). Col che spiegheremmo anche come mai dal caos (che però i cosmologi non sembrano giudicare un caos) sia nato quest’ordine in cui ci è dato vivere nonostante guerre e rivoluzioni, ormai anch’esse computerizzate e forse soggette a un ordinato programma, capace di portare armonia in coelis et terris.
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04-10-2008, 09.26.10 | #20 | |
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Della teoria del caos ne ho parlato anche qui: https://www.riflessioni.it/forum/filo...-mortem-4.html e predice anche che piccole variazioni iniziali portano nel tempo a grandissime variazioni nel futuro. In pratica lo scontro di due elettroni nel lontano passato avrebbero portato a conseguenze completamente differenti se non si fossero scontrate. Quindi ogni cosa che è successa (soprattutto all'inizio dell'universo) ha determinato il fatto che tu ed io siamo qui a scrivere. A me non piace la parola determinato, e "gia scritto". In effetti però non è possibile predire il futuro di solo tre corpi esposti alla sola reciproca attrazione gravitazionale, perchè quello è già un sistema caotico: http://it.wikipedia.org/wiki/Problema_dei_tre_corpi quindi se è "gia scritto" come si evolverà, non possiamo verificarlo, ma ci vorrebbe un principio antropico molto ma molto forte Sostengo invece che la nascita della vita e dell'uomo sia molto probabile nell'universo(come il sorgere delle stelle), altrimenti non me li spiegherei come unico casuale avvenimento. Mentre il discorso dei frattali (che scrivevo ieri in la "coscienza post mortem") mi indica che è possibile una successione ordinata (anche se caotica) di avvenimenti che si protraggono all'infinito sia dal piu piccolo al piu grande che dal piu grande al piu piccolo. In pratica l'uno contiene il tutto. |
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