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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
04-05-2008, 11.23.27 | #1 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
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Filosofia dell'informazione
Cosa può voler dire che:
<< qualcosa veicola informazione su qualcos'altro?>> <<Cosa rende dei dati capaci di fornire informazione su qualche cosa diverso da se stesso?>> per meglio inquadrare il problema partirei da quello che ho trovato in rete: http://www.philosophyofinformation.n...f/lfdieisp.pdf Apro questo argomento perchè credo sia davvero interessante filosoficamente parlando. La teoria dell'informazione la troviamo ovunque, dalla meccanica quantistica alla biologia, dai sistemi semplici a quelli complessi. La definizione di informazione è qualcosa che mi sembra, almeno per me, alquanto difficile. L'unica cosa che mi sento di poter dire con una certa sicurezza è che il contenuto informativo di un messaggio è legato alla sua probabilità di mostrarsi entro un insieme di messaggi possibili: maggiore è la probabilità di realizzarsi, minore è il contenuto informativo. Quindi il messaggio meno probabile ha in sè la massima quantità di informazione. Tutto il resto mi sembra nebuloso... non so se voi vorrete darmi una mano a capirci qualcosa...grazie |
04-05-2008, 15.24.11 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
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Riferimento: Filosofia dell'informazione
Citazione:
anche se indirettamente è da lui che ho preso la definizione che ho dato come base certa del concetto informazione. Ma presumo che il vero problema filosofico sia inquadrare la relazione fra l'informatore e l'informato. La domanda (una delle tante) che mi frulla è questa: abbiamo bisogno di un informatore e di un informato o basta la sola informazione per creare entrambe le figure? E' questo che continua a frullarmi nella testa, ma non riesco a trovare un minimo di risposta sensata. Nei computer avrò la macchina e il programma. La macchina legge il programma! Ma per leggere un programma la macchina deve essere in grado di "capire l'informazione" che passa attraverso il programma; quindi ne consegue che bisogna essere già informati delle tecniche per comprendere un'informazione! O sbaglio? ciao |
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04-05-2008, 19.09.09 | #4 | |
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Filosofia dell'informazione
Citazione:
Beh, almeno qua le cose sono molto ben definite: il programma è scritto, al livello più basso, nel linguaggio-macchina che il calcolatore capisce, per come è costruito. Ogni calcolatore ha il suo insieme di istruzioni, può capire quelle e solo quelle. Ci sono computer con insiemi di istruzioni molto poveri (solo addizione, salto condizionale e operazioni logiche di AND e OR) nei quali quindi il programma deve essere molto dettagliato, altri con insiemi di istruzioni più ricchi. Rimane che per capire un'informazione deve esserci qualche capacità di base preesistente, "hardcoded", sia in un computer che in un cervello umano. |
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04-05-2008, 19.59.55 | #5 |
Utente bannato
Data registrazione: 14-04-2008
Messaggi: 169
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Riferimento: Filosofia dell'informazione
Informare vuol dire "dare forma" ovvero descrivere le forme di un certo fenomeno.
Si tratta quindi di Forma non di Sostanza. Di Divenire e non di Essere. Di Esistenza e non di Essenza. Di Quantità e non di Qualità. E' indispensabile nei processi che sono direttamente connessi all'ordine da cui si traggono i dati. Poichè non si possono trarre giudizi di Qualità dalla Quantità l'informazione induce in errore se credo che dai dati che sono tutti di ordine quantitativo possa trarre giudizi in merito all'essere di ciò che si osserva o in merito all'essere di chi osserva. In parole povere, l'automobilista che guida ha bisogno di prestare attenzione a tutti i dati che arrivano dai sensi in modo da compiere l'operazione guida dell'automobile con successo e non finire in un fosso. Non gli serve conoscere il progetto della propria automobile, non gli serve solo conoscere il tracciato delle strade perchè le strade possono subire deviazioni impreviste. Non gli serve conoscere gli scopi profondi del suo viaggio. Gli servono solo tutti i dati dell'esistente in quel momento su quella strada. Il traffico di ieri o di domani non lo può interessare. E sono tutti dati quantitativi, il contachilometri, il spia del serbatoio e le altre spie, le coordinate spaziali dei veicoli e dei pedoni, le coordinate del proprio mezzo rispetto al tracciato. Se però utilizza quei dati per trarre giudizi sul perchè del suo viaggio non potrà che essere fuorviato. Ritengo che questo meccanismo avvenga più o meno continuamente. Un a-priori che ci porta a credere che le cose abbiano cause distinte ci porta a non cercare la verità profonda che unisce le cose ma quella relativa che le distingue, nel tempo certi dati che ritornano con maggior costanza vengono scambiati per degli assoluti e utilizzati in campi in cui non possono servire come la politica, l'etica e le scelte personali. |
11-05-2008, 09.53.33 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
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Riferimento: Filosofia dell'informazione
Citazione:
Ciao Albert, ci ho pensato un pò prima di darmi un lume per leggere ciò che dici. In effetti non ho ben chiaro cosa vuol dire comprimere un file. Io sapevo questo (poi tu mi correggerai e amplierai il concetto che non comprendo): un file originale ha la massima informazione possibile ricca di tutti i particolari. Se voglio farlo piu leggero devo comprimerlo, ovvero devo cancellare quei particolari che sono poco importanti per la comprensione del messaggio in esso contenuto. Per esempio una foto può essere molto nitida, ovvero con molti particolari, o piu sfocata, con meno particolari. Ma tu ti stai riferendo,mi sa, a qualcosa che non comprendo, potresti essere piu chiaro? grazie Ciò che intendo io piu genericamente, è il concetto di semplicità che contiene la complessità, come in matematica, semplici equazioni che contengono delle informazioni complesse e molto profonde come la famosa equazione di Einstein E=mc2. A me sembra (è una mia idea) che un messaggio sia inversamente proporzionale all'informazione in essa contenuta (ovvero piu semplice è il messaggio piu aumenta l'informazione in esso contenuta) e direttamente proporzionale alla nostra conoscenza, ovvero piu aumenta la mia conoscenza più informazione ho bisogno per scrivere un nuovo messaggio. In altre parole in un messaggio semplice devo supporre dietro, o all'interno di essa, un gran numero di informazioni che sono state compresse; sia l'informato che l'informatore devono possederle. Se voglio invece aggiungere qualche informazione a quello originale devo aumentare la mia conoscenza per scrivere un nuovo messaggio, quindi se aumenta la conoscenza aumenta l'informazione. Ma se l'informazione si comprime (come per una equazione, o un file compresso, o anche un enunciato tipo: "Dio esiste") devo supporre un gran numero di informazioni al suo interno. Non è detto che però le informazioni all'interno contenute le si possieda tutte (ovvero di essere coscienti di ogni informazione al suo interno), alcune volte non se ne possiede alcuna. Siccome i concetti che esprimo sono molto ingarbugliati (come lo è il concetto di informazione del resto...) mi fermo qui per non creare ancora piu confusione |
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02-10-2008, 11.23.39 | #7 | |
Moderatore
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Riferimento: Filosofia dell'informazione
Citazione:
Ci sono due tipi di compressione, quello di cui parli tu prevede una perdita di informazioni (l'immagine diventa più sfocata), in altri casi invece non c'è tale perdita. Pensa ad un file di 1MB pieno solo di zeri: lo si può comprimere drasticamente dicendo che ci sono 1048576 zeri di fila, e non si perde alcuna informazione ... proprio perché il file originale ne conteneva pochissima |
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02-10-2008, 14.43.44 | #8 |
Moderatore
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Riferimento: Filosofia dell'informazione
Naturalmente condivido quanto detto da Albert. Un bel esempio di algoritmo di compressione senza perdita di dati è quello di Burrows-Wheeler.
Lo si può trovare spiegato su wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Trasfor...urrows-Wheeler |
02-10-2008, 15.49.32 | #9 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Filosofia dell'informazione
Citazione:
Grazie, suppongo però che se il file fosse al 50% di zeri e l'altro 50% di 1, non basta dire che esistono 3000 zeri e 3000 Uno, bisogna indicare, con un codice, la successione di zeri e di uno. Mi puoi anche dire che esistono serie di quattro zeri e quattro uno, ma mi devi fornire anche come disporli. Quindi mi fornisci i dati e poi li dispongo a seconda dei criteri. I criteri diventano in pratica altra informazione, che però è compressa in poche righe (e fin qui va bene...). Immagino però che nell'informazione non siano contenute sempre i criteri. I criteri ce li ricaviamo successivamente. Ecco perchè devo disporre (ad occhio) di campioni di informazione e verificare la loro compatibilità (altrimenti sono illeggibili o leggibili con criteri differenti). Questa sarebbe la verifica dell'informazione e dei codici in essa contenuta. Verifica fatta da un osservatore, ovvero dall'informato. L'informato deve possedere i codici per leggere l'informazione. Quindi la mia domanda iniziale rimane la stessa: abbiamo bisogno di un informatore e di un informato o basta la sola informazione per creare entrambe le figure? |
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