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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
23-05-2008, 16.15.51 | #14 | |
Ospite di se stesso
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Riferimento: Pro o contro l'Oriente?
Citazione:
e capisco che questo è un approccio che,per una mente abituata a "chiedere" non è facile.. C'era una Sapienza in Occidente persa con la dialettica,e che è diventa quindi solo strumento della mente,negandola,uccidendone l'Essenza. Questa tradizione sapienziale ,in Oriente è rimasta intatta. Ed ecco la differenza..o perchè ci si "rifugi" in quell'approccio "pieno di Vita" ma così parco di inutili parole.. |
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23-05-2008, 18.19.53 | #15 |
Ospite abituale
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Riferimento: Pro o contro l'Oriente?
Certo, VanLag, partiamo da valutazioni opposte. La grandezza della Grecia è testimoniata dal fatto che ha abbandonato la tradizione sapienziale e ha insieme rifiutato di farsi condizionare da una religiosità nel senso di una rivelazione extra-logica con l’assoluto. In questo senso forse si può perfino rivalutare il suo rapporto col mito, che tu dici che gli orientali hanno superato, perché nella grande esperienza dei Greci il mito è stato inteso non come velo di maya ma come il sapere primo, la base di un’educazione che attraverso Omero e l’epos è divenuto la sostanza delle arti e della poesia e alla fine educazione del mondo. Mentre il filosofo greco ha potuto liberamente analizzare la sua conoscenza e cercare di ricondurla ai suoi principi, permettendo oggi anche a te di formulare una teoria della conoscenza (“Quando noi guardiamo un albero ci sentiamo separati da esso e vediamo molto bene che ci siamo noi e c’è l’albero, ecc.ecc.). Come vedi, è difficile – almeno per noi occidentali - staccarci dalla Grecia e rifugiarci in Oriente, incantati dalla sua assenza di dialettica, o, come la chiami, illuminazione e pienezza di vita.
E, per tornare a quella che io avevo abbozzato come la mia filosofia, potrei dire che l’Oriente preferisce fermarsi nella certezza o nella contemplazione dell’assoluto, mentre in Occidente – almeno a partire dalla Grecia – si rafforza sempre più il compito dell’uomo come ricerca della verità attraverso la storia, senza rifiutare una dialettica con le religioni – che ovviamente esistono anche nell’occidente, ma che sono religioni impregnate di storia (vedi quello che ho detto a proposito dell’ebraismo-cristianesimo), ammettendo in tal modo un confronto più o meno gradito – una specie di amore-odio - con la storia, che in ogni caso accresce progressivamente il proprio potere e trascina dietro il suo carro i popoli dell’Oriente. |
23-05-2008, 18.58.51 | #16 | |
Ospite di se stesso
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Riferimento: Pro o contro l'Oriente?
Citazione:
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23-05-2008, 22.04.17 | #17 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Pro o contro l'Oriente?
Citazione:
Sempre dallo stesso libro di Pirsig: - Fedro, (nome dell’interprete del romanzo), ricordò un’affermazione di Thoreau: "non si guadagna nulla senza perdere qualche cosa d’altro" Ora per la prima volta cominciò a vedere in tutta la sua immensità ciò che l’uomo aveva perduto nel guadagnare la capacità di comprendere e di dominare il mondo in termini di verità dialettiche. Citazione:
Guardare dentro la storia va bene se lo si fa con spirito analitico e si rivisita il passato per capirne gli errori. Quello può accelerare la crescita della conoscenza ed aiutarci ad uscire dalla dualità, (sempre che uno voglia uscirne). P.S. visto che per difendere l’oriente e cercare di tenere testa alla tua appassionata difesa della Grecia classica ho usato soprattutto citazioni del libro di Pirsig che, come avrai visto, dice cose simili alle tue ma arriva a conclusioni differenti dalle tue, do a te ed a chi è interessato qualche nota in più sul libro e sull’autore. Robert M Pirsig è un romanziere che, per quanto mi risulta ha fatto solo due romanzi. Il primo, quello qui citato è “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” il secondo è “Lila”. Entrambi sono editi in Italia da “gli Adelphi”. Il romanzo in oggetto ha circa 400 pagine, racconta di un giro in motocicletta che l’autore, (nel libro Fedro), fa col figlio attraverso gli Stati Uniti. Le descrizioni del viaggio si intercalano in maniera estremamente armonica alle profonde riflessioni che l’autore fa. Il suo scopo è di parlare della “Qualità” che se non ricordo male è il Dharma stesso, (questo fa comprendere il richiamo allo Zen, presente, per altro, solo nel titolo) e per farlo si finge un insegnante di Retorica. L’inserto sulla Grecia classica è lungo una ventina di pagine o poco più ed è una sintesi, secondo me centratissima, di tutto il pensiero greco. E’ da quella sintesi che ho tratto le citazioni qui riportate. Citazione:
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24-05-2008, 07.08.44 | #18 |
Ospite abituale
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Riferimento: Pro o contro l'Oriente?
VanLag. Guarda che io non escludo affatto l’importanza di estendere la propria conoscenza e il proprio giudizio alla letteratura e al pensiero orientale, rinunciando definitivamente (proprio definitivamente?) alla diffidenza che contrapponeva il greco libero al barbaro asservito, il quale rappresentava in fondo tutto ciò che esisteva al di là delle coste ioniche dell’Asia Minore e che si era affacciato minacciosamente alle coste elleniche durante le guerre persiane: solo mi pare che l’importanza di quella letteratura e di quel pensiero venga proprio dal fatto che l’Oriente ha cominciato a interessare la Grecia (come aveva già fatto la civiltà egiziana), e la Grecia è stata tratta per ragioni vitali a considerare quel mondo degno d’attenzione, finché Alessandro ha rovesciato e riplasmato il destino del mondo trasformando una guerra di conquista in un grandioso anelito di conoscenza; e poi il cristianesimo, sostenuto dalla passione medievale di viaggi e commerci, ha introdotto nel mondo greco-latino uno spirito di ecumenicità – finché illuminismo romanticismo e positivismo hanno rotto definitivamente l’incanto, trasformando la curiosità occidentale (nonché la voracità colonialistica) nella scoperta di possibili vie del sapere alternative a quella greco-latina….Insomma, sono dell’opinione che solo perché l’intelligenza occidentale se ne è occupata (direi paradossalmente perché Alessandro è sbarcato in Asia col desiderio di vedere i gimnosofisti) la sapienza orientale ha acquistato valore e non é rimasta nascosta dalla nube di polvere sollevata dalle orde di tartari scatenati alla conquista dell’Occidente.
E, per dirla tutta (sostenuto dal giudizio di Hegel): la storia della filosofia è quella dell’Occidente – tutto il resto può essere considerato una fase soltanto preparatoria, simbolica o abnorme, di essa. (Il fatto capitale, insomma, non è l’idea orientale ma quella occidentale dell’infinito: l’idea che i Greci hanno creato e trasmesso a noi). |
24-05-2008, 10.27.34 | #19 | |
Ospite di se stesso
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Riferimento: Pro o contro l'Oriente?
Citazione:
non l'Infinito stesso.. Difatti qui nasciamo e muoriamo nel mondo delle idee e delle astrattezze.. E la Realtà?Appartiene forse al mondo delle idee o viceversa...? PS Quindi devo ringraziare Alessandro se oggi conosco la filosofia orientale? Quindi la filosofia orientale (che neanche conosci..) è solo simbolica,abnorme, preparatoria..? Non pensi di azzardare un pò? |
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24-05-2008, 17.02.56 | #20 |
Ospite di se stesso
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Riferimento: Pro o contro l'Oriente?
«A rigor di logica la fondazione di una metafisica è comunque un atto immorale: è il tentativo di una forma evolutiva inferiore, l'intelletto, di fagocitare una forma superiore, la conoscenza mistica. [...] Perché la metafisica vuole divorare il mondo con l'intelletto, pretende di imprigionare la Qualità dinamica dentro uno schema statico. Naturalmente non ci riesce; non è possibile. A maggior ragione, allora, perché provarci?».
R. Pirsig (Lila-Indagine sulla morale) |