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13-12-2007, 09.29.22 | #36 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Il suicidio può essere ammissibile?
Giusto Dasein, ma per condurre avanti il tuo ragionamento bisogna anche ammettere che dopo il momento di una felicità susseguente all’infelicità ci sarà di nuovo un momento di infelicità, e sarai magari un po’ meno attrezzato per affrontarlo….Alla fine, per chi sente troppo forte e senza prospettive di miglioramento quello che Cioran chiama “l’inconveniente di essere nati”, ci sarà sempre qualcuno che non vedrà perché si debba togliergli questa ultima medicina o viatico di una fine voluta dall’uomo. E’ possibile, anzi, che verrà il momento che l’umanità dovrà affrontare con la ragione questo “diritto alla morte”, e non riservarlo solo a coloro che lo esercitano in nome di Dio.
(Non badare Dasein a quello che ho detto, ci sono momenti in cui solo l’ironia ha qualche diritto di esistere, visto che il suicidio potrebbe essere descritto da un umorista come “l’inconveniente di dover morire”. Chi sa? Forse la rinuncia al suicidio potrebbe venire proprio dal dono dell’ironia). |
24-12-2007, 16.48.56 | #37 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-12-2007
Messaggi: 196
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Riferimento: Il suicidio può essere ammissibile?
Ragazzi
La vita è una carta da giocarsi siono in fondo, a meno che succedano intralci al di sopra della nostra volontà, intanto di là ci porteremo il fardello che ci siamo preparati di qua, nessuno regala nulla, e la sofferenza è un passaggio duro che ci sprona a capire, la poesia può anche esserci utile a meditare e capire..... Ho solo camminato a lungo ma non ho perso la mia direzione. Prendi sempre alla fine di una giornata tutto quello che c’è sempre a qualunque costo. senza pensare al passato. Ma il passato trasformarlo in luce per vedere. La felicità è come una farfalla più cerchi di afferrarla e più fugge. Se ti fermi e sei sereno può essere che ti si posi sulla spalla. Il Profeta Quel giorno scesi dall’arcobaleno che attraversava valli e tempo. Ero felice perché nel cuore avevo un messaggio da gridare. Il mondo era finalmente dei buoni e puri nello spirito. Era l’arcobaleno dei colori su quell’isola dei fiori dell’amore e si era ubriachi di canzoni e di allegria. Si cantavano canzoni dei fiori di quei tempi passati incorniciati lasciati a noi poveri mortali per non piangerli, ma per rammentarli e farli vivere sull’arcobaleno degli anni, dei giorni e degli attimi da ricordare. E il Profeta apparve e annunciò: alzati uomo morto e cammina, ti aspettano ancora monti e valli da attraversare prima di arrivare al confine. Ti aspettano un amore fortissimo, un vento caldo e un mare calmo. COME SI SCRIVE JAZZ Tu mi parli di un amore che non conosco di una religione che non credo di una musica che non capisco. Gli anni più belli sono scomparsi non ti riconosci più nell'immagine del passato. Il presente è sempre più avvolto nei sogni nel desiderio di qualcosa di irraggiungibile nella voglia di vincere. Questa notte deciderai tu quale vestito indossare che spettacolo inscenare quale musica suonare. Avrai un foglio dove suonare parole in musica. Tu continui a parlarmi del tuo dolore ma non mi dici perché continui a scrivere e predicare questa tua fede chiamata jazz. |
25-12-2007, 22.01.21 | #38 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-12-2007
Messaggi: 41
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Riferimento: Il suicidio può essere ammissibile?
Porgo innanzitutto i miei più sentiti omaggi a tutti coloro che visitano e/o scrivono su questo forum. Spero di non essere giunto tardivamente per rispondere all'interrogativo iniziale. Senza perdermi in sproloqui mi collegherò all'argomento dando la risposta che ho elaborato. Il suicidio è, a mio parere, un atto ammissibile. Si considerino diversi punti di vista:
Punto di vista religioso: (premetto che non conosco tutte le religioni presenti sulla Terra, quindi non posso affermare se ve ne siano alcune che ammettano come giusto lo stesso atto del suicidio) tradizionalmente si è portati ad affermare che sia un "reato" il togliersi la vita, anche quando questa appare come nostra proprietà (crediamo, nella maggioranza dei casi, di gestire, secondo un libero arbitrio, le azioni quotidiane). Tuttavia posso dire che, per quanto riguarda la Bibbia, non ho trovato, almeno sino a dove sono arrivato finora, elementi che inducano a pensare al suicidio come atto di ribellione a Dio o comunque come peccato. Se qualcuno ha la pazienza necessaria può infatti notare come nella sezione dell'Esodo (riguardo a ciò è bene consultare dal punto 20,1 al 23,9), dove sono inseriti i comandamenti e le leggi, non vi sia la presenza neanche della parola suicidio. Pur come religioso tollererei il suicidio mostrando piuttosto la mia incapacità o quella delle persone che stavano presso il suicida di aiutarlo nella possibile crisi che abbia scatenato l'atto stesso da lui compiuto. Apro una piccola parentesi riguardo il motivo per cui si è spinti alla propria autoeliminazione: escludendo i casi di suicidio indotto (sia con la forza che con la persuazione nelle sue forme più ossessive) questa azione può essere provocata o da un forte dolore o da una decisione personale che non tenga conto di un grave avvenimento che ha causato sofferenza e quindi che ha dato origine alla volontà di autoeliminazione (riprendo in parte la concezione degli stoici nella sua forma più pura). Non è infatti da escludere che un individuo sia spinto al suicidio quando ritiene che il mondo non gli fornisca quelle qualità di vita che a suo parere sarebbero consone a sè medesimo. Punto di vista laico (da intendersi come privo di qualunque forma di religione): in questo caso l'assenza di un Dio o di più divinità porta l'individuo a considerare il suicidio in base alle nozioni che ha avuto modo di creare durante la sua evoluzione mentale. Non posso fornine un pensiero fisso per quanto possa pensare una persona da questo punto di vista in quanto ritengo che diventi più soggettivo rispondere alla domanda. Tuttavia posso cercare di presentare come l'autoeliminazione non sia a vantaggio dell'individuo stesso, infatti verrebbe privato della sua esistenza che, a suo credo, terminerebbe in quell'istante denominato morte. Sarebbe però una perdita se si considera la brevità della vita: basandoci su statistiche possiamo pensare a un'età di 80 anni, che se ridotta ancora di 40 o 50 anni risularebbe solo più millesimo di secondo in relazione all'infinità. Perchè perdere quel tempo? Sarebbe più logico superare il disagio che ha creato dolore. Vedo il suicidio come un cambiamento rapido, forse un mezzo che ci permetta di risolvere i problemi senza troppe difficoltà. Il coraggio nell'affrontare la morte non credo ci sia, in quanto tutti gli esseri che possono dirsi viventi avranno a che fare con essa. Si è già consapevoli che la morte arriverà e che non ci si potrà tirare indietro. Non c'è coraggio, c'è solo fretta, fretta di far giungere la nostra fine. Ritengo che sia tutto qua ciò che avevo da dire. Mi scuso per eventuali errori sintattici di cui potrei non essermi accorto nella scrittura di questa breve risposta. Un saluto a tutti. |
26-12-2007, 11.53.18 | #39 | |||
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
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Riferimento: Il suicidio può essere ammissibile?
emmecì
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Ho provato più volte il desiderio di intervenire nel dibattito, ma ho sempre desistito perché notavo che vi era qualcosa che non quadrava nei discorsi che man mano leggevo, ora Dasein mi ha dato lo spunto giusto per riepilogare quello che provavo interiormente ma che non riuscivo ad espletare; non per questo il suo ultimo periodo l'ho voluto separare dall'altro contesto: " Altrimenti non ci rimane che la disperazione, la negazione del mondo e l'elevazione dell'assurdità". E' stato proprio questo pensiero che mi ha fatto concretizzare i pensieri che si muovevano in me, infatti: come si può leggere un libro poliziesco iniziando dalla fine? Un libro poliziesco dove non viene indicato nemmeno alla fine il nome dell'assassino? Per tornare a noi: come possiamo parlare della morte e la soppressione della vita se non conosciamo i significati della vita stessa? Risulta inevitabile l'assunto di Camus e di tanti altri, noi compresi, nel concepire una disperazione, tanto bene descritta da emmecì, in queste pagine. Già Salomone, all'età di settanta anni, soffermandosi a riflettere sulla sua vita affermava (cito a memoria): Io sono stato il re dei re e alla mia tavola si sono seduti i più grandi imperatori del mondo, dove abbiamo mangiato delle prelibatezze che l'uomo comune non può nemmeno immaginare. Ho avuto per mogli trecento regine e settecento concubine. Allo scrocchio delle mie dita potevo mandare a morte mille uomini. Le mie greggi si sperdevano a vista docchio e non conosco più l'entità dei miei tesori, tanti ne ho accumulati; ma ora che sono vecchio ho compreso che era tutta vanità, tutto un correre appresso al vento ecc. ecc. Da questa riflessione si puà comprendere che nemmeno lui conosceva il senso della vita, per questo tutti i tesori del mondo non potranno mai colmare questa lacuna, e con davanti questa abisso, come ripeto, non riuscivo a comprendere come possiamo parlare, compiutamente, della morte. E' solo la mia opinione, naturalmente. |
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26-12-2007, 18.51.06 | #40 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-11-2007
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Riferimento: Il suicidio può essere ammissibile?
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Infatti quello che anch'io penso, è che un discorso intorno alla morte sia assurdo in partenza. La prima cosa semplicistica che mi verrebbe anche da pensare è che non facendone esperienza, ovviamente tutte le nostre supposizioni rimangono tali, nessuna più valida dell'altra e nessuna in grado di giudicare (se non partendo da un giudizio di valore personale) l'ammissibilità o meno del suicidio (forse il suicidio è come un investimento: investo la mia vita qui auspicandomi un'altra esistenza migliore da qualche altra parte). E' anche ovvio che si parli sempre del tema morte, in fondo è l'avvenimento che, se ne dica o meno, ci segna, anche se potrebbe nascondere la più grande delle illusioni. Ma sarà proprio questo passo, molto presumibilmente, a risolvere tutti i nostri dubbi. Nel nulla, o in qualcosa d'oltre. |
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