Ospite abituale
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Riferimento: l'errore della scienza
Contro chi\chi cosa, di preciso, è rivolta un'accusa contro "la scienza"?
Contro gli scienziati? Contro il metodo scientifico? Contro le istituzioni che diffondono lo studio e la pratica delle scienze?
A me pare che ad oggi la scienza non sia che uno dei fattori che guidano la vita delle comunità, spesso neanche il più importante.
Sono nato e cresciuto in una società che, stando alla tesi qui discussa, sarebbe ormai arida ed inospitale per la sana crescita dei suoi figli a causa del presunto predominio della "scienza"; eppure per anni ed anni non mi è neanche passato per la testa di dubitare del mondo attorno a me o di esigere dimostrazioni matematiche della consistenza dell'amore materno o prove dell'economicità dell'amicizia coi propri simili -fra l'altro le accuse, che sono state rivolte alla "scienza", potrebbero essere rivolte anche alla "filosofia", per quanto generiche sono, ed in quanto si tratta di frecciate generalmente anti-intellettualistiche-.
Anche limitandosi a considerare la situazione italiana, pensando al modo in cui sono cresciuti i bambini, mi viene in mente che, oltre alla frequentazione di una scuola pubblica nella quale alle discipline scientifiche sono sempre affiancate quelle umanistiche oltre all'educazione fisica ed alla religione, le terga dei pargoli italiani conoscono, in alta percentuale, le panche della Chiesa cattolica, ove ad una certa età molti di essi sono spediti quasi automaticamente, come si fa per ogni consuetudine e tacita regola sociale, almeno per la Prima Comunione, ed altri vi restano anche per la Cresima.
Non è nemmeno il caso di dire, poi, del buon numero di iscritti ad istituti scolastici gestiti da religiosi e religiose.
Mi viene in mente che, nel loro tempo libero, pochi bambini vengono tartassati da genitori desiderosi di insegnare loro a dubitare della realtà fisica -anche perchè i genitori stessi hanno, spesso e volentieri, la mente più occupata a pensare al pagamento delle bollette che ai problemi della conoscenza-, ed invece molti li vedi correre dietro un pallone, magari "sognando Beckham", oppure, i più pigri, davanti alla televisione ad incantarsi con i Pokemon o qualche più recente emulo del cartone giapponese -e non è che la situazione cambi per le bambine, beninteso...-.
Con il passare degli anni, la situazione non sembra modificarsi di molto, se è vero che, giusto per fare un esempio, nella scuola superiore sono sempre di meno coloro che si iscrivono nelle facoltà scientifiche, ed in generale sono sempre meno coloro che ottengono buoni profitti dallo studio di esse, e nelle università le aule di fisica e matematica, ad esempio quelle della Sapienza di Roma, si svuotano anno dopo anno.
E' recente la polemica, uscita su vari quotidiani, riguardante la "scarsa attitudine" degli italiani per le scienze naturali e matematiche, e c'è gente -tipo Odifreddi- che lamenta l'esatto contrario di ciò che si lamenta qui: ovvero, che in Italia è sempre stata più forte la cultura umanistica rispetto a quella scientifica.
Non teniamo nemmeno conto di quello che succede nel "mondo degli adulti", poi! Fiorire di nuove religioni da una parte, gente che si converte al buddismo o alla soka-gakkai dall'altra, politici che si prodigano in salamelecchi vaticani, programmi televisivi che ospitano il Budget Bozzo di turno una volta sì e l'altra pure, giornali e telegiornali che il Papa, un paio di volte a settimana, lo devono tirare in ballo, referendum i cui esiti, disastrosi per migliaia di individui, sono attribuibili a premure e pudori religiosi -fra l'altro di dubbia provenenza-... per tacere del riemergere, dalla melma in cui era affogato, del razzismo e di fobie declinabili in un'infinità di modi, per tacere del sessismo ancora imperante nella società e di una malata cultura dello sballo che ha come risultato tangibile, ad esempio, quello di riempire di cocaina l'aria delle maggiori città, per tacere del fatto che il calcio è uno degli dèi degli italiani, tant'è che in città come Napoli, ad esempio, capita di vedere sui muri dipinti raffiguranti un Diego Maradona più simile al Cristo che ad un calciatore...
Mi sembra, insomma, che ce ne sia abbastanza per dipingere un quadro abbastanza lontano dal nero imperio della scienza che ci è stato fatto balenare davanti agli occhi, mi sembra che avesse ragione Bertrand Russell a dubitare della definizione di uomo come "animale razionale"...
Siamo molto più irrazionali di quanto pensino alcuni filosofi ed molti detrattori dell'umana intelligenza, e da sempre questa nostra doppia natura, razionale ed irrazionale, ed anzi questa nostra complessità, l'esser cioè sempre in movimento lungo il percorso che, tramite infiniti passi, porta ai due estremi della razionalità e dell'irrazionalità, si è da sempre rispecchiata nel tipo di società e di vita comune cui partecipiamo.
A chi teme l'influenza della "scienza" direi, con qualcosa in più che una punta di ironia: "Don't worry, be happy", perchè davvero, da un certo punto di vista và tutto alla grande.
saluti
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