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Vecchio 20-08-2007, 12.17.20   #1
PaSqualo
Un e-operaio
 
Data registrazione: 17-08-2007
Messaggi: 4
Nostalgia degli istinti

Leggevo di recente un saggio (Psiche e Techne di U.Galimberti) nel quale si parla della “tecnica” (cioè la capacità dell’uomo di raggiungere uno scopo tramite l’azione e sulla base della propria conoscenza ottenuta tramite l’esperienza) come la caratteristica peculiare dell’essere umano, necessaria per sopperire alla mancanza di quegli istinti che invece possiedono gli altri animali.

La teoria
In sintesi secondo questa teoria (si veda Gehlen, Galimberti,…) non è necessario definire, secondo la tradizione Platonica ereditata nella filosofia occidentale con Cartesio, l’uomo come animale dotato sia del corpo (materiale-naturale) che dell’anima o intelletto o coscienza, che lo differenziano dal genere animale (dualismo). La differenza tra animale e uomo è che questi è privo di quella dotazione biologica istintuale e di specializzazione morfologica, che gli consente di vivere all’interno di un ambiente naturalmente predisposto; essendo dotato solo di così dette “pulsioni” (vedi Freud, Gehlen) e non di veri e propri istinti, deve utilizzare l’agire tecnico per crearsi le condizioni adatte alla sua esistenza.

Riflessione
Attraverso la tecnica, l’uomo manifesta la sua capacità progettuale, ossia di raggiungimento di un obiettivo attraverso la manipolazione della natura, della realtà che lo circonda; ritengo che l’uomo contemporaneo (l’homo videns, come lo chiama Sartori) abbia costruito intorno a se una “natura” che, attraverso l’istituzione di convenzioni e abitudini, lo riporta alla condizione in cui si trova l’animale privo di tecnica. Infatti le convenzioni, la routine, cui è immerso l’uomo che vive nella società contemporanea, creano “l’ambiente naturalmente predisposto” in cui l’uomo può muoversi senza ricorrere alle capacità progettuali: le abitudini in sostituzione delle dotazioni istintuali di cui è biologicamente carente. È come se l’essere umano avendo “nostalgia” di quel comportamento istintuale caratteristico delle specie animali da cui, evolutivamente parlando, discende, si fosse creato, grazie alla tecnica ed alla capacità di modificazione della natura, le condizioni ambientali per vivere secondo quel modello ancestrale. Questo, però, lo riporta ad un comportamento per così dire “animalesco” che non richiede più, nella maggior parte delle situazioni, il ragionamento, la riflessione e l’uso di quella stessa tecnica che gli ha permesso di definire le regole-convenzioni; l’uomo si trova perciò imprigionato in una “gabbia” di abitudini e comportamenti automatici, quindi nuovamente istintuali.
PaSqualo is offline  
Vecchio 20-08-2007, 13.20.35   #2
Crono80
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-05-2007
Messaggi: 189
Riferimento: Nostalgia degli istinti

beh se è davvero cos' si assisterebbe ad una ciclicità d epoche umane..ora saremmo al climax...dopo di che c sarebbe una lenta ma inesorabil ricaduta verso la condizione ancestrale...per poi risalire la china, per poter vivere piu' tranquilli e sicuri (anche se meno liberi) con una nuova ondata di imepgno intellettuale e d esercizio della tecnica.

io cmq credo ke la ns fortuna è stata l'aver sviluppato armi affilatissime a livello appunto di capacità tecnica e di evoluzione culturale (grazie anche alla nascita di un linguaggio complesso ke eprmette d tramandare scoeprte e di scambiarsi opinioni e idee ad alti livelli). La ns sfortuna invece è stata nn avere xes. muscoli e prestanza xes. da velociraptor che c avrebbe psoti in cima alla catena alimentare.

Sicuramente la ns mente s è evoluta in modo cos' sensazionale anche per sopperire alle mancanze fisiche, ma NON solo. Essa probabilemnte era già sin da subito cmq molto sviluppata e performante: vuoi x un mero caso, vuoi (x chi crede) x volere divino o chissà cos'altro...


Però scnd me non è ke noi vogliamo liberarci dalla "fatica" di esercitare la tecnica per poter ritrovarci liberi ad esprimere istinti primordiali...anzi! Per noi la curiosità e l'amore xil sapere è qllo ke c rende umani e ke contraddistingue chiunque! Nessun istinto offuscherà mai il fascino x il mistero e x la scoperta ke ha in sè l'uomo...e ke forse è proprio un istinto potentissimo, tipico della ns razza, che emerse agli albori della nostra storia.

ciao!
Crono80 is offline  
Vecchio 20-08-2007, 15.28.20   #3
PaSqualo
Un e-operaio
 
Data registrazione: 17-08-2007
Messaggi: 4
Riferimento: Nostalgia degli istinti

Grazie per essere intervenuto Crono80. Probabilmente hai ragione sul fatto che queste caratteristiche "mentali" l'essere umano le ha sempre possedute.
Infatti è possibile che la tendenza ad auto-ingabbiarsi nelle abitudini, nelle consuetuduni e nei luoghi comuni (cioè in comportamenti che simulano quelli istintuali) si alterni, in ognuno di noi, con quella che tu chiami curiosità e amore per il sapere. E probabilmente si può dire che nelle varie epoche ciascuna civiltà o società abbia attraversato periodi in cui ha prevalso il desiderio di conoscenza a periodi in cui hanno prevalso i dogmi e le regole imposte che costituiscono la sovrastruttura delle abitudini.
In sostanza è possibile che si possa adottare questo modello di "dualismo alternativo al dualismo classico", cioè alternanza di pulsione tecnica (azione) e pulsione istintuale (passività) su diverse scale: ai singoli individui, ai settori della conoscenza, alle società, ai popoli, alle civiltà.
Ipotizzato ciò, ho l'impressione che nell'epoca contemporanea, complici la comunicazione di massa ed un sostanziale benessere, nella nostra società prevalga un atteggiamento passivo nei confronti della tecnica, che ci fa prediligere le abituditi, la routine (e che inevitabilmente limita la nostra libertà) ad un atteggiamento attivo di utilizzo della tecnica per sviluppare conoscenza.
Seguendo l'idea di Marx, in sostanza, (ed è la tesi anche del libro che citavo precedentemente) oggi la tecnica è vista sempre più come un fine che come un mezzo.
Ciao.
PaSqualo is offline  
Vecchio 21-08-2007, 01.27.53   #4
Crono80
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-05-2007
Messaggi: 189
Riferimento: Nostalgia degli istinti

fig. grazie a te.

si Pasqualo, interessante qllo ke dici, una buona teoria da cui analizzare i fatti in prospettiva storica.

m permetto un'osservazione ke m è venuta, forse puramente terminologica: io nn metterei l'accento sul fatto ke "istinto"="passività" , io direi piuttosto che esso sua cmq attività e risposta alle contingenze, ovvio mooolto meno plastica che nn altre attività mentali superiori, in cui l'attività ha cmq un "fine" consapevole e voluto in qlke modo, mentre l'istinto è grezzo e piu' automatico. no era sl x kiarire i termini.


cmq quoto il discorso su qst'epoca d ottundimento dove la coscienza spesso s adagia sul relativismo e dove la morale s scherma dietro al comodo e ipocrita "ignavismo".

la tecnica scnd me però è sempre stata un fine...diciamo..ke oggi è vista cme fine anke la stessa scienza pura...cioè la vera ricerca (altra qstione sicuramente d terminologia anke qsta credo d intuire dal discorso fatto da te .) )

ciao!
Crono80 is offline  

 



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