la vita delle persone condannate a morte e' scandita dai tempi processuali, ad ogni detenuto e' riconosciuto il diritto di adire ogni grado di giudizio, con la consapevolezza che appello dopo appello nulla potrà mai cambiare il loro destino:
essere uccisi dallo stato.
Dal momento della condanna i detenuti divengono proprietà dello stato che li identifica non più con il loro nome, ma con un numero, viene azzerata la loro individualità di uomo o donna, stanno li per morire,
quindi devono accontentarsi di aspettare e devono subire gli inumani regolamenti
che prevedono la quotidiana violazione di ogni intimità e l'oblio della loro identità.
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