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14-05-2006, 15.05.30 | #22 |
Ospite abituale
Data registrazione: 04-01-2005
Messaggi: 0
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Rileggendo Martin Luther King...
anch’io ho fatto un sogno. Ho davanti a me un sogno: un giorno l’Iraq, uno stato dove regnano solo prepotenza, barbarie, violenza e morte, diventerà un’oasi di giustizia, di libertà, di rispetto. di Laura Giannini, Data 7 ottobre 2004 - 2950 letture per conoscenza e niente più.. |
14-05-2006, 21.14.22 | #23 |
Avanti è la vita
Data registrazione: 06-04-2006
Messaggi: 129
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Io penso che una democrazia sia puù difficile da controllare perchè a differenza di una dittatura tende a creare consenso intorno a se e quindi e più forte.Un altro punto è che per sua stessa definizione una democraazie è un governo di molti con nette o cmq marcate differenziazioni tra i vari poteri e quindi per poterla contollare devo avere gli uomini giusti in tutti i posti giusti ovvero nell esercito nella magistratura nel governo nella stampa ecc... senza contare che cmq nelle democrazie è molto più facile il ricambio.
In una dittatura invece tutto questo cade basta poter controllare una persona,magari con qualche debito di gratitudine e il gioco è fatto.Il dittatore sa che il suo governo è instabile e per questo deve ricorrere ad un certo grado di coercizione cosa che cmq può reggere fino a quando non incontra una resistenza motivata organizzata e finanziata meglio allora il colpo di stato è molto probabile.e questo i dittatori lo sanno soprattutto se sono saliti al potere proprio così. Come ho detto inotre una democrazie è più imprevedibbile di una dittatura perchè una democrazia si basa un idee e concetti che sono mutabile e che possono cambiare senza mettere a richio il sistema cosa che invece non è possibile in una dittatura. Un esempio di questo può essere la fine della prima repubblica in seguito a mani pulite. Facciamo finta che gli usa controllassero gli uomini dc al potere e quindi influenzavano la politica italiana.Di punto in bianco,non previsto,scoppia una scandalo che travolge tutta la classe politica modificandone gli assetti.Salgono nuovi uomini nuovi partiti e la vecchia classe politica viene sostituita.Di conseguenza gli usa non hanno più punti di riferimento e devono partire da zero per riprendere il controllo dei politici.In una dittatura tutto questo invece non sarebbe possibile. Oviamente questo era solo un esempio non sono fatti reali ne io credo che questa fosse la realtà(ma neanche che ci stato il ricambio ) Naturalmente è vero che una democrazia debole è facilmente controllabile ma cmq come detto in genere una democrazia tende a coagulare intorno a se i consensi e quindi a rafforzarsi sempre di più. A bush serve una democrazia in iraq perchè altrimenti non potrebbe giustificare il suo intervento in nessun modo;il punto è magari se ci riuscirà a portarla e io penso di no,almeno di non volere aumentere l'impegno militare e finanziario oltre il limite di convenienza(che per me è già stato supereto) ciao |
15-05-2006, 14.04.22 | #24 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Citazione:
beh famosi sono i brogli che ci furono in Italia per non far vincere i comunisti piuttosto che altri partiti .. da li facendo vincere un partito favorevole al proprio modo di pensare e di aggire mettere una talpetta che sia informata di persone che possono per interessi a favorire certe politiche piuttosto che altre il passo è molto breve... mentre il dittatore oltre che essere spesso persona unica diventa anche a volte imprevedibile, sopratutto in quei posti li ... ovvero il controllo viene più semplice a secondo del posto ... obbiettivamente in certi stati la dittatura è più facile da gestirementre in altri è più facile controllare un parlamento ... insomma presumo che abbiano messo un parlamento per tutti i motivi già citati ... |
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15-05-2006, 20.23.52 | #25 |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
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Dobbiamo considerare che la coalizione è là da tre anni.
Tre anni sono tanti. Dopo tre anni, può essere giunto il momento di cercare di trarre bilanci e di rispondere ad alcune domande. Sono stati soddisfatti gli appetiti dei produttori di armi, delle aziende fornitrici di beni e servizi e delle industrie a cui è stata appaltata la ricostruzione dell’Iraq? La situazione geopolitica del Golfo Persico è più stabile adesso? Abbiamo risolto qualcosa? Ma, soprattutto, in quali condizione lasciamo il paese? |
15-05-2006, 22.55.56 | #26 | |
Avanti è la vita
Data registrazione: 06-04-2006
Messaggi: 129
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Citazione:
Secondo me le risposte alle tre domande sono nell'ordine: 1)no 2)no,anzi 3)no 4)sicuramente peggio di come stava Il problema a questo punto è che fare? Non credo che andandocene via la situazione migliore anzi cmq non bisogna ricordarci che volenti o no la colpa di quello che succede in iraq è nostra e quindi non possiamo dire"ci dispiace non volevamo ma cmq arrivederci e grazie di tutto" Credo che il minimo che gli usa e la coalizione dei volenterosi possano fare è impegnarsi seriamente alla ricostruzione del paese e non andarsene via per la serie:"ho rotto io ma i cocci sono tuoi" Naturalmente per fare questo ci dovrebbe essere un ripensamento da parte di chi ha voluto e oraganizzato la missione con un maggior coinvolgimento delle NU e delle varie organizzazioni regionali.Cosa che cmq vedo molto improbabile soprattutto con questa amministrazione. ciao |
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16-05-2006, 08.25.57 | #27 | |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
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Citazione:
Sono convinta che hai ragione Justinian. Se ci fosse un minimo di onestà, gli Stati Uniti dovrebbero pagare un indennizzo per le sanzioni. In Iraq gli Stati Uniti metteranno in piedi lo show di una ricostruzione umanitaria e instaureranno un regime che chiameranno democratico, ciò significa che segue gli ordini di Washington. Poi ci dimenticheremo di quello che accadrà, mentre gli USA procederanno verso il prossimo bersaglio, che è già pronto: l' IRAN. Ciao |
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