Ciao Mr Bean.
Anch'io ho creduto spesso quello che descrivi. Poi l'esperienza di lavoro mi ha fatto cambiare idea.
Ho dovuto organizzare la cooperazione UE nel settore della statistica ai paesi in transizione economica. Mandavo dunque tecnici in quei paesi. All'inizio, sentendomi incompetente, mi facevo da parte e i tecnici facevano dei pasticci sul piano diplomatico che poi mi toccava andare a riparare. Mi sono resa conto che la mia conoscenza dei paesi in questione, la conoscenza delle lingue, la formazione in relazioni internazionali servivano a creare tutto quello che era necessario per il lavoro del tecnico che, se faceva il politico improvvisato, faceva male il suo lavoro.
D'altra parte venivo talvolta interpellata su questioni tecniche e mai e poi mai avrei potuto rispondervi. So di colleghi che si sono spacciati per tecnici e hanno fatto male a se stessi e agli altri.
Io credo che le due cose siano necessarie e complementari: ognuno deve rispettare le conoscenze e il ruolo dell'altro e poi si può funzionare a gonfie vele.
Hai comunque ragione: negli ultimi decenni le facoltà tecniche delle università hanno subito un declino rispetto a quelle generaliste e questo è piuttosto grave per il nostro paese. Ed anche gli Istituti tecnici hanno abbassato gli standard.