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Vecchio 11-03-2006, 10.27.32   #11
Mary
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Re: fantapolitica? o antiamericanismo?..

Citazione:
Messaggio originale inviato da svirgola
Non posso e non voglio credere che siano solo gli interessi economici ad aver guidato gli americani contro l'Iraq ieri e contro l'Iran oggi. .......Chissá come andrá a finire?.

Non lo so, ma la vedo molto male.

I detentori del potere americano non hanno alcun senso morale, etico, spirituale, sentimentale. Dico questo non perché io sia una veggente, o intima di qualcuno di loro. Ma semplicemente dai fatti, dalle notizie, dai vari commenti letti.

Le guerre, TUTTE LE GUERRE, sono mosse eslcusivamente da ragioni economiche. Possono essere anche "vestite" di nobili ideali ma la realtà resta sempre la stessa.

Il pericolo che gli americani, i detentori del potere non il cittadino comune, temono è la perdita di valore della cartastraccia che chiamano dollaro.
Un tempo, anche la nostra lira, aveva, per ogni moneta stampata il controvalore in oro. Oggi non più.
Uno stato stampa denaro a seconda delle necessità come il più sprovveduto dei falsari.

Chi prenderebbe una cambiale firmata da uno che è sull'orlo del fallimento?

Siamo alla frutta, ed inquinata pure.

Temo che ormai sia impossibile fermare la locomotiva che corre a tutta birra verso la propria rovina.

Si salverà chi riuscirà ad abbandonare in tempo il treno senza più controllo e costruirà un altro mezzo per avanzare verso l'evoluzione.

Il primo passo è abbandonarlo mentalmente.
Ogni azione è preceduta da una intenzione. E l'intenzione da una idea.

Ciao
mary
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Vecchio 11-03-2006, 10.30.35   #12
ancient
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antiamericanismo

Io poi aprirei una parentesi sulla questione: mi sembra assurdo che, proprio come qui in Italia si bolla ogni voce di dissenso (anche motivata) come 'comunista', 'disfattista', 'no-global' e quant'altro, negli States si venga tacciati subito di "antiamericanismo" se si osa dissentire dalla linea di Bush e soci. E' questa la democrazia che vogliono esportare?
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Vecchio 11-03-2006, 11.21.34   #13
svirgola
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per Mary e Ancient.....

Mi risulta difficile dare addosso agli americani , per i primi della classe é sempre difficile acquisire consensi o simpatie , negli Stati del sud America , lo statunitense é chiamato gringo , col massimo disprezzo , a lui si imputano le loro disgrazie , i mancanti decolli delle loro economie e quindi tutti i loro disagi. L'esposizione americana agli osservatori , spesso di parte , é lo riconosco ultimamente difficile , ma non voglio credere che Bush abbia messo in gioco la vita di tanti americani per il solo vezzo economico , sono piú propenso sia per gli ideali ma le soluzioni dovevano essere meglio approffondite con strategie meno convenzionali . Sicuramente dovevano esserci altre starde per poter democraticizzare gradualmente i paesi del medio oriente . Per i nemici degli americani ( sunniti in Iraq ) la vita non ha alcun valore vediamo ogni giorno quello che succede a Bagdad , stragi su stragi pur di tornare al vecchio sistema. Alimantarli sono é intuibile , i vicini come Siria e Iran principalmente interessati che l'Iraq non si emancipi alla democrazia. É un momento difficile per l'America nel mondo , ha bisogno di amici , anche il primo della classe puó sbagliare , un soldato , un marines , prima di condannarlo deve essere......capito , proprio come con l'America.
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Vecchio 11-03-2006, 11.43.50   #14
Mr. Bean
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di fatto le armi di distruzione di massa in Iraq non si sono mai trovate, ed ora a chi gli chiede se ci sia un piano per una guerra in Iran, Rumsfield nega.... per quanto ancora negherà? Che interessi potrebbero avere gli Usa, se non quelli economici? Perché mai tanti americani dovrebbero andare a morire in Iran, se non per salvaguardare gli interessi economici degli Usa? Mi spiego meglio: se io ho un capitale consistente, cercherò a tutti i costi di non farmelo rubare da nessuno. Adotterò tutte le misure possibili ed immaginabili. Parimenti non vado a comprarmi una pistola per paura che qualcuno che l'abbia già comprata mi minacci. Non so se rendo l'idea...
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Vecchio 11-03-2006, 13.02.44   #15
svirgola
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Mr. Bean ,

rimango scettico sul movente economico come prevalente , la sacralitá della vita dei propri cittadini dovrebbe far ben riflettere chi si assume la responsabilitá di mandare a morire a migliaia di miglia , giovani , dalla loro patria. Posso capire morire per difendere i propri confini ma non per gli interessi economici tanto piú di una Stato come gli USA che certo non é dei piú poveri se non il piú ricco in assoluto come riserve di petrolio e materie prime , come di dollari . La musica che ci viene dall'Iran é diversa da quella originata dall'Iraq , le intenzioni pure , se l'Iraq fu un errore strategico , con l'Iran gli USA non potranno sbagliare di nuovo , forse niente americani morti......solo iraniani!.
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Vecchio 11-03-2006, 15.08.59   #16
ancient
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Svirgola

"ognuno col proprio cuor l'altrui misura": ti fa onore il tuo idealismo, che dimostra la tua nobiltà d'animo, ma è necessario anche svegliarsi alla vera realtà delle cose, se si vuole fare qualcosa per cambiarle.
Visto che finora gli articoli che ho proposto non ti hanno convinto, vorrei segnalarti qualche stralcio da un interessante discorso sullo stato attuale dell'economia americana e sui metodi usati per puntellarla finora: è stato tenuto alla Camera dei Deputati di Washington del deputato texano Ron Paul: chissà che a un americano, e deputato, non presterai maggior fede che al sottoscritto.


Cent'anni addietro la si chiamava "diplomazia del dollaro". Dopo la II Guerra Mondiale, e soprattutto dopo la caduta dell'Unione Sovietica nel 1989, questa diplomazia lasciò il posto a una vera e propria "egemonia del dollaro". Adesso, dopo anni di grandi successi il dominio del dollaro sta giungendo a conclusione.

Si diceva, giustamente, che colui che possiede l'oro detta le regole. In passato infatti, un commercio onesto e corretto richiedeva lo scambio tra beni che avessero un valore reale.

In principio esisteva semplicemente il baratto. In seguito si scoprì che l'oro, accettato universalmente, si poneva come un conveniente intermediario al posto delle ingombranti e difficoltose transazioni dirette. Non solo l'oro facilitava lo scambio di beni e servizi, fungeva anche da riserva di valore per coloro che volevano risparmiare per i tempi più difficili.

Benché la moneta abbia trovato una naturale evoluzione nel mercato, con l'accrescere dei loro poteri politici ed economici i governi si appropriarono presto di un controllo monopolistico sopra la stessa. Talvolta re e imperatori riuscirono a farsi garanti della qualità e purezza dell'oro. Nella maggior parte dei casi però, e nella speranza che i sudditi non scoprissero la frode, essi inflazionarono la moneta riducendone l'ammontare di metallo così da poter spendere più di quanto incassavano. Nuove imposizioni fiscali, così come l'inasprimento di quelle già esistenti, suscitavano infatti la disapprovazione dei contribuenti.

Di fronte a questa situazione molti capi di governo andarono a cercare nuovo oro fuori dai propri confini, tramite la conquista di altre nazioni.

Oggi i principi sono gli stessi, sono i processi ad essere diversi. L'oro non è più la valuta corrente del "regno"; al suo posto, la carta. Oggi la regola è: "Colui che stampa la moneta detta le leggi", almeno per il momento. Benché non si usi più l'oro, il meccanismo è lo stesso: indurre o obbligare Paesi stranieri, mediante la propria superiorità militare e il controllo sulla stampa di moneta, a produrre e quindi a finanziare il proprio Paese.

Poiché la stampa di cartamoneta altro non è che una contraffazione vera e propria, colui che emette la valuta internazionale può farlo solo in virtù della propria potenza militare, tramite la quale garantisce il controllo sul sistema. Questo magnifico disegno sembra rappresentare il sistema perfetto per garantire una ricchezza perpetua a quel Paese che de facto emette la valuta mondiale. L'unico problema è che un sistema del genere corrompe il carattere del popolo di quella nazione, proprio come quando l'oro era moneta di scambio e lo si otteneva tramite la conquista di altre nazioni. Ciò a sua volta mina ogni incentivo al risparmio e alla produzione, mentre allo stesso tempo incoraggia il debito e un crescente ricorso a politiche di Welfare.

Il Congresso creò nel 1913 il sistema della Federal Reserve. Da allora sino al 1971 il principio di un sistema monetario sano fu continuamente minato ed indebolito. Dal 1913 al 1971, la Federal Reserve trovò molto più semplice espandere l'offerta di moneta per finanziare guerre e manipolare l'economia, con lievi opposizioni da parte del Congresso.

Nel 1944 gli accordi di Bretton Wood solidificarono la posizione del dollaro come la più importante riserva di valuta, rimpiazzando la sterlina inglese. Vista la nostra potenza politica e militare, e viste le immense riserve d'oro fisico, il pianeta non ci mise tanto ad accettare il dollaro (pareggiato ad 1/35 di oncia d'oro) come valuta mondiale. Si diceva che il dollaro fosse "as good as gold", sicuro quanto l'oro, e convertibile in ogni banca centrale del mondo a quel tasso. Per i cittadini americani, comunque, l'oro rimaneva per legge illegale da detenere. Questo era il gold-exchange standard, che sin dall'inizio era destinato a breve durata.

Gli Stati Uniti, in seguito, fecero ciò che molti avevano a loro tempo predetto. Stamparono dollari per i quali non esisteva nessuna copertura reale di oro fisico. Il mondo fu contento di accettarli per oltre vent'anni senza problemi, sino alla fine degli anni '60, quando, la Francia e altri Stati chiesero agli USA di onorare la promessa fatta pagando una oncia di oro per ogni 35$. Questo portò a un rapido prosciugamento delle riserve e al conseguente crollo di un mal progettato pseudo-gold-standard.

Tutto finì il 15 Agosto del 1971, quando Nixon chiuse i rubinetti dell'oro e si rifiutò di pagare le rimanenti 280 milioni d'once d'oro. In sostanza, dichiarammo al mondo la nostra insolvenza . Divenne necessario progettare un qualche nuovo sistema monetario allo scopo di riportare la stabilità nei mercati.

Sapendo che il mondo si stava avviando verso un qualcosa di completamente nuovo e rivoluzionario, le elites del mondo monetario, appoggiate fortemente dalle autorità americane, perfezionarono un accordo con l'OPEC in modo da fissare il prezzo del petrolio esclusivamente in dollari per tutte le transazioni mondiali. Questo conferì al dollaro una posizione privilegiata e, in essenza, agganciò il dollaro al petrolio. In cambio, gli Stati Uniti promisero di proteggere gli stati ricchi di petrolio sparsi intorno al Golfo Persico da invasioni o da rivolte interne. Questo accordo contribuì fortemente ad infiammare il movimento islamico radicale che, in quelle regioni, si opponeva all'autorità americana. L'accordo diede inoltre un forza artificiale al dollaro, con incredibili benefici economici e finanziari per gli Stati Uniti. Ci permise di esportare la nostra inflazione monetaria comprando petrolio e altri beni all'estero, con vantaggi crescenti all'aumentare dell'influenza mondiale del dollaro.

Questa situazione post-Bretton Wood era di gran lunga più fragile di quella preesistente tra il 1945 ed il 1971. Benché l'accordo petrolio/dollaro fosse utile, non era certo stabile come il pseudo-Gold Standard; sicuramente lo era molto meno del Gold Standard, in essere alla fine del XIX secolo.

Negli anni '70 il dollaro rischiò di collassare quando il prezzo del petrolio aumentò e l'oro schizzò a 800$ all'oncia. Per salvare il sistema si dovettero portare i tassi al 21%. Le pressioni sul dollaro durante gli anni '70, nonostante i benefici accumulati, fecero venire a galla deficit di bilancio irresponsabili e generarono una grande inflazione monetaria. I mercati non si fecero ingannare dalla idea che potessimo permetterci sia la botte piena che la moglie ubriaca.

Ancora una volta però il dollaro fu salvato, e agli albori degli ani '80 iniziò una ascesa verso quel domino assoluto che dura ancora oggi. Con l'incredibile cooperazione di banche centrali e banche di commercio internazionali, si iniziò ad accettare nuovamente il dollaro come fosse oro.

Ancora una volta lo sforzo di ingannare i mercati sul vero valore del dollaro per tutto il ventennio tra il 1980 ed il 2000 risultò vano. Negli ultimi 5 anni il dollaro si è svalutato rispetto all'oro di più del 50%. È impossibile ingannare tutte le persone nello stesso tempo, anche con tutto il potere che possiede la Federal Reserve.

Protezionismo, tassi di cambio fissi, sanzioni motivate politicamente, sussidi alle imprese, gestione del commercio internazionale, controllo dei prezzi, controllo dei tassi di interesse e dei salari, sentimenti ipernazionalisti, uso della forza, addirittura guerra, tutte facili soluzioni per nascondere il problema reale, per nascondere i problemi creati da un sistema monetario ed economico pericolante e difettoso.

Nel breve termine, chi emette moneta non coperta da beni reali può ottenere grandi benefici economici. Nel lungo termine può mettere in pericolo l'intero Paese. Nel nostro caso, gli Stati Uniti. Fino a quando i Paesi stranieri accetteranno i nostri dollari in cambio di beni e merci reali, noi ne trarremmo grande vantaggio. Ma verrà il giorno in cui il dollaro - a causa del suo deprezzamento - verrà accettato un po' meno felicemente dagli Stati stranieri, o verrà addirittura rifiutato. Questo creerebbe una nuova situazione, e la danze rinizierebbero nuovamente, ma con un forte scotto da pagare per aver vissuto così a lungo aldilà dei nostri mezzi e della nostra capacità produttiva. E l'inizio di questo processo è già iniziato, il dollaro sta iniziando a vacillare, ed il peggio deve ancora venire.

L'accordo negli anni '70 con l'OPEC, riguardante la determinazione del prezzo del petrolio esclusivamente in dollari, diede una incredibile forza, benché artificiale, al dollaro stesso, che divenne la più importante valuta mondiale. Questa situazione ha creato una forte domanda per la valuta statunitense, domanda che ha assorbito gli enormi quantitativi di moneta immessi dalla Fed ogni anno. Nell'ultimo anno la Massa Monetaria definita come M3 è aumentata di oltre 700 miliardi di dollari.

Questa artificiale domanda di moneta, insieme alla nostra strapotenza militare, ci permette di occupare una posizione di controllo sul pianeta intero, nonostante i bassi tassi di produttività del lavoro e di risparmio, e senza limiti sui consumi e sull'indebitamento.


(continua)

Ultima modifica di ancient : 11-03-2006 alle ore 15.22.18.
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Vecchio 11-03-2006, 15.19.32   #17
ancient
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L'agganciamento del dollaro al petrolio sarà difeso per permettere al dollaro di perpetuarsi come valuta principale. Ogni attacco a questa relazione sarà in futuro come in passato combattuta con la forza.

Nel novembre del 2000 Saddam Hussein chiese in cambio del suo petrolio Euro invece che Dollari. La sua arroganza venne percepita come una grande minaccia per il dollaro; militarmente l'Iraq non ha mai impensierito gli Stati Uniti. Alla prima riunione con la neoeletta amministrazione nel 2001, secondo quanto dice il ministro del tesoro Paul O'Neill, l'argomento principale fu come sbarazzarsi di Saddam Hussein, benché non fosse chiaro che tipo di minaccia rappresentasse.
La gran preoccupazione sul caso Saddam sorprese e scioccò O'Neill.

Tutti ormai sanno che l'immediata reazione dell'amministrazione agli attacchi del 9/11 si estrinsecò nel come collegare Saddam Hussein a questi attacchi, per giustificare un'invasione o per ribaltare il suo governo. Nonostante non ci fosse nessun esplicito collegamento al 9/11, o evidenza di armi di distruzione di massa, il supporto della Nazione per giustificare la deposizione di Saddam, così come quello del parlamento, fu ottenuto attraverso distorsioni o false rappresentazioni dei fatti.

Non ci fu alcuna denuncia pubblica della correlazione tra la rimozione di Saddam e l'attacco all'integrità del dollaro come valuta mondiale. Alcuni credono che questa sia la vera ragione a capo della nostra ossessione sull'Iraq. Io dubito che fosse la sola ragione, ma credo che abbia avuto un'importanza significativa sulla decisione finale. Poco dopo la vittoria militare, tutte le esportazioni petrolifere irachene tornarono ad essere scambiate in dollari. L'Euro fu abbandonato.

Nel 2001, l'ambasciatore venezuelano in Russia fece trapelare che il suo Paese era intenzionato a richiedere Euro per le esportazioni di petrolio. Dopo un anno ci fu un tentativo di golpe ai danni di Chavez, con l'assistenza dell'CIA.

Il dollaro arrestò la propria caduta proprio grazie a questi tentativi di salvataggio.

Questi eventi sono stati fondamentali per il mantenimento del dollaro come valuta mondiale.

Oggi, un nuovo evento minaccia l'integrità del sistema del petrodollaro. L'Iran, uno dei paesi membri dell'"Asse del male" ha annunciato di voler creare nel marzo di quest'anno una Borsa dove negoziare il petrolio. E indovinate un po', il petrolio verrà scambiato in Euro e non in Dollari.

Molti cittadini americani hanno dimenticato come le nostre politiche abbiano sempre sistematicamente e gratuitamente irritato il popolo Iraniano. Nel 1953 la CIA contribuì a rovesciare un presidente eletto democraticamente, Mohammed Mossadeqh, per fare posto ad uno più legato agli US, l'autoritario Shah. Gli iraniani erano ancora irritati da questo fatto quando si verificarono gli eposidi del 1979. La nostra alleanza con Saddam non migliorò la questione, come non migliorò le nostre relazioni con Saddam Hussein. L'inserimento dell'Iran nella lista dei Paesi dell'Asse del Male non contribuì certamente ai rapporti diplomatici tra i due Paesi. I recenti scontri sul nucleare, nonostante in tutta la zona ci siano Paesi con armamenti nucleari, non sembra fermare i provocatori dell'Iran. Tutto ciò viene visto da molti Musulmani come una guerra contro l'Islam. Non può sorprendere quindi che l'Iran decida di danneggiare l'America attraverso il dollaro. L'Iran, così come l'Iraq, non è assolutamente in grado di attaccarci fisicamente. Nonostante questo fatto sia abbastanza ovvio, non ha fermato l'amministrazione nel dipingere Saddam Hussein come una sorta di Hitler moderno pronto a conquistare il mondo intero. E adesso, l'Iran, specialmente da quando ha iniziato a progettare la vendita di petrolio in euro, è entrato nella lista nera, non diversamente da quanto successe prima dell'invasione irachena.

La verità è che non è più possibile pagare i costi dell'interventismo aggressivo come si faceva un tempo, con più tasse, più risparmio, e più lavoro da parte dei cittadini americani. Buona parte delle spese della prima guerra del golfo furono sopportate da alcuni dei nostri alleati. Oggi non è più così. Oggi, più che mai, è al dollaro stesso, alla sua egemonia come moneta mondiale, che si richiede di finanziare l'enorme debito pubblico. Questa guerra da 2 trilioni di dollari deve essere in un modo o nell'altro pagata. E sarà proprio l'egemonia del dollaro a fornire i mezzi per saldare questo debito.

Gran parte della gente non è consapevole di essere vittima di questo fardello. La licenza di creare montagne di moneta permette alle autorità di coprire il costo della guerra con l'inflazione dei prezzi. I cittadini americani, così come una parte di quelli cinesi, giapponesi e di altri Stati, subiscono l'inflazione dei prezzi, che rappresenta proprio la "tassa" che ripaga il costo delle nostre avventure militari. Questo accadrà sino a quando la frode verrà scoperta, e i produttori esteri esiteranno ad accettare dollari e detenerli a lungo come pagamento dei beni scambiati. È stato fatto tutto il possibile per nascondere accuratamente questo furto, per fare in modo che non sia visibile alle masse che ne vengono danneggiate. Se i mercati petroliferi sostituiscono l'euro al dollaro, non sarà più possibile stampare moneta senza limiti.

Come già detto il Parlamento ha inserito nella sua lista nera anche l'Iran, proprio come fece con l'Iraq. Si parla di attaccare l'Iran economicamente e militarmente, se sarà necessario. Le ragioni sono tutte costruite falsamente, proprio come quelle date per la sfortunata e costosa guerra irachena.

Tutto il nostro sistema economico vive in funzione dell'attuale accordo monetario; ciò significa che è cruciale continuare a riciclare dollari. Al momento, prendiamo a prestito più di 700 bilioni di dollari all'anno dai nostri cari benefattori, che lavorano sodo e ci danno beni in cambio di carta. Prendiamo a prestito tutti i soldi che ci servono per rendere più solido il nostro impero. La nostra strapotenza militare è diventata la unica contropartita reale alla carta dei nostri dollari. Non ci sono Paesi al mondo in grado di sfidare la nostra superiorità militare, non possono fare altro che accettare la banconota che noi dichiariamo di essere l'"oro"del XXI secolo. Ecco perché quei paesi che provano a sfidare questo sistema - come l'Iraq, l'Iran e il Venezuela - diventano nostri obbiettivi per un cambio di regime.

Ironicamente, la superiorità del dollaro dipende dalla forza militare, e la forza militare deriva dall'egemonia del dollaro. Sino a quando le economie estere prosciugheranno tutti i nostri dollari in cambio di beni reali e saranno contente di finanziare i nostri pazzi consumi e le nostre avventure militariste, lo status quo continuerà, senza riguardo a quanto grande si farà il debito estero e il deficit di bilancio.

Sia il popolo Americano sia il parlamento sono stati facilmente convinti sulle istanze di guerra preventiva mosse dai falchi americani. Il numero di persone che ha iniziato ad obbiettare l'intervento è cresciuto solo dopo che il costo umano ed economico della guerra si è fatto impressionante.

La cosa strana è che ora che il fallimento in Iraq è apparente alla maggior parte dell'opinione pubblica, il parlamento e i cittadini americani iniziano a vedere di buon grado la chiamata ad un'inutile e pericoloso confronto con l'Iran.

Ma ancora, il nostro fallimento nel trovare Osama Bin Laden e distruggere la sua rete terroristica non ci ha dissuaso dall'invadere l'Iraq con una guerra totalmente irrelata agli eventi del 9/11.

Il nostro comportamento e la nostra volontà di impartire una lezione a Saddam Hussein, derivano dalla necessità di assicurare l'utilizzo del dollaro come valuta per gli scambi petroliferi.

E puntualmente si ripresenta il bisogno urgente di sanzioni e minacce verso l'Iran proprio nel momento in cui quel Paese ha scelto di effettuare tutte gli scambi di petrolio in euro.


[tratto da: http://www.luogocomune.net/site/modu...p?storyid=1072 ]

Ultima modifica di ancient : 11-03-2006 alle ore 15.25.34.
ancient is offline  
Vecchio 11-03-2006, 16.27.46   #18
svirgola
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Ad Ancien ,

lo ho letto tutto e ti ringrazio per la cortesia , sono d'accordo sulla motivazioni della prima parte , sono logiche e verosimili , storiche deduzioni di tempi in cui non vi erano rese dei conti da dare , ed uno faceva quello che voleva tanto lui era l'indiscusso capo. Avvicinandoci al passato che ci riguarda mi permetto osservare che quanto il deputato texano sostiene é solo una delle teorie di fantaeconomia che se fosse molto aderente alla veritá con gli attuali mezzi d'informazione , il mondo ne sarebbe giá stato informato , io al riguardo é la prima volta che sento questa campana , come le borse internazionali attuano in anticipo , ribassi e rialzi , se queste affermazioni fossero suffragate da incontestabili veritá da tempo avremmo sentito spostamenti d'aria per i conseguenti botti allarmistici. Comunque sono convinto della fragilitá del dollaro e della sua non lontana adeguatezza ad una realtá che lo premia ingiustamente. Nel lontano 1928 la rovina travolse gli americani , ma per questo non si invocarono guerre , oggi le responsabilitá sono condivise , una testa marcia é possibili passi dal setaccio , ma non di certo un intero staff liberamente eletto e che cospiri é il caso di dire , per causare morti e distruzioni indicibili , per i meri interessi del dollaro. Come per la morte di Papa Giovanni Paolo primo , Luciani , decine o centinaia di veritá si sono raccontate e ancora se ne racconteranno , é un esempio calzante per non prestare facile ascolto a teorie isolate , caro amico , il texano non mi convince , ma peró avrai capito che non ho nessuna altra veritá da contrapporre , sono solo in attesa di......conoscerla. Ti diró di piú , se cosí fosse , come dice il texano , per un pugno di dollari , l'America dei Bush scenderebbe ai livelli del piú sinistro , nazismo , fascismo , comunismo! , onte che non si cancellano e per cui per chi sta facendo la storia non varrebbe essere nati ed avre discendenti. L'orgoglio americano vale piú del dollaro , come il nostro dovrebbe valere piú di Berlusconi e Prodi.......ciao.
svirgola is offline  
Vecchio 11-03-2006, 18.01.28   #19
ancient
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cara Svirgola, purtroppo non si tratta di voci isolate.. Magari...
Ti assicuro che anch'io non volevo crederci quando ho cominciato a rendermi conto della situazione, ho cercato riscontri, verifiche...: purtroppo veniamo tenuti all'oscuro di tutto. Ma quando ho cominciato a leggerne addirittura su Panorama...
Non voglio comunque forzarti al risveglio; so quanto sia duro dover rinuciare alle proprie illusioni. Segnalo solo a chi non ha paura di farlo un libro uscito di recente, per mettervi al corrente dei 'metodi' usati dagli americani:

John Perkins ,"Confessioni di un sicario dell'economia. La costruzione dell'impero americano nel racconto di un insider" Minimum fax

Contenuto:

I "sicari dell'economia" sono professionisti ben retribuiti che hanno il compito di trasformare la modernizzazione dei paesi in via di sviluppo in un continuo processo di indebitamento e di asservimento agli interessi delle multinazionali e dei governi più potenti del mondo; sono, insomma, i principali artefici dell'"impero", di cui disegnano - lavorando dietro le quinte - la vera struttura politica e sociale. Per dieci anni John Perkins è stato uno di loro, e ha toccato con mano il lato più oscuro della globalizzazione in paesi come Indonesia, Iraq, Ecuador, Panama, Arabia Saudita, prima di affrontare una graduale presa di coscienza che lo ha portato a farsi difensore dell'ecologia e dei diritti civili delle popolazioni sfruttate. In questa autobiografia, appassionante come un romanzo e documentata come un'inchiesta di denuncia, Perkins ci costringe a riesaminare sotto prospettive inedite e inquietanti l'ultimo mezzo secolo di storia, e a interrogarci sul nostro futuro.


Un'intervista a Perkins qui:

http://www.minimumfax.it/speciale.asp?specialeID=40&ns= 2

ciao
ancient is offline  
Vecchio 11-03-2006, 21.26.35   #20
Mary
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Re: per Mary e Ancient.....

Citazione:
Messaggio originale inviato da svirgola

......., ma non voglio credere che Bush abbia messo in gioco la vita di tanti americani per il solo vezzo economico , sono piú propenso sia per gli ideali ma le soluzioni dovevano essere meglio approffondite con strategie meno convenzionali .......

Credo che tu sia una persona capace di alti ideali, di un senso etico della vita.
Ma la realtà troppe volte è un'altra.

Bush non ha alcun ideale all'infuori di quello economico e di potere.

L'umanità in generale sta perdendo il senso di se stessa.

E' sotto gli occhi di tutti, ogni giorno.

E solo se vedi la realtà per quella che è, puoi sperare di tentare di modificarla.

Anche se non ci piace quel che vediamo non dobbiamo imbiancare i sepolcri per renderli più accettabili.

Ciao
mary
Mary is offline  

 



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