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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali |
19-02-2006, 08.46.20 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Ecco svelato il mio mistero:
Simpatizzante di: Casini, Follini, Di Pietro, Bertinotti, Pecoraro, Mussolini (la nipote) forse mi sfugge qualche altro che non mi viene il nome. Simpatizzante perché li ammiro come persone, come individui. Ovviamente condivido alcune cose e non ne condivido altre. Alla fine dovrò certamente scegliere. Ed in tutta onestà, non ho ancora deciso a chi darò il mio voto. Non sono di nessun partito, posso essere contro alcuni uomini. Mai contro un partito. Ovviamente questo partito non deve professare la violenza, l'intolleranza, il genocidio. Sono contro Berlusconi, ma secondo il mio avviso personale non è un uomo politico. E' un affarista che ha approfittato della ingenuità di troppi italiani. Prima che lo eleggessero io sapevo che avrebbe fatto i propri interessi, sapevo che avrebbe fatto molto male all'Italia. Ma non avrei immaginato così tanto male. Le sue azioni sono andate molto al di là della mia fantasia. Ma erano estremamente prevedibili. Chi da la custodia del proprio gregge ad un lupo non può sperare di riaverlo indietro intatto. Ciao Mary |
19-02-2006, 09.07.52 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-12-2005
Messaggi: 301
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A mio avviso Mary non ha cercato di far passare nessun messaggio subliminale, ha semplicemente invitato a decidere il proprio voto con maggior consapevolezza, cosa che quasi non esiste più.
Purtroppo il disinteresse per quello che accade nel nostro Paese cresce ogni giorno, complice la situazione politica non esattamente "brillante". Anche io penso che dovremmo sentirci tutti più responsabili, dare a quella crocetta il giusto valore. Invece il popolo di chi non va più a votare o di chi vota con superficialità, magari sull'onda di una frase ad effetto sentita in tv (da qualsiasi parte politica provenga)aumenta continuamente. Non è più costruttivo mettere un po' più di consapevolezza in questo anzichè limitarsi a criticare quello che non va? |
19-02-2006, 09.59.41 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-09-2005
Messaggi: 383
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Concordo con Donatella. Ho diversi amici e conoscenti che non vanno mai a votare o che votano così per tradizione o in modo emotivo.
Di argomentazioni politiche non sono capaci, nella migliore delle ipotesi votano il personaggio più simpatico, nella peggiore non vanno a votare. Per responsabilizzare chi sceglie di andare al mare o ai monti nel giorno delle elezioni, credo sarebbe giusto escluderli dall'elettorato politico attivo e magari togliere loro alcuni diritti. Non si può mettere sullo stesso piano chi partecipa e chi si disinteressa. Questi pensano che i diritti siano piovuti dal cielo, che non siano il frutto di battaglie e conquiste, ma doni portati babbo natale. |
19-02-2006, 12.18.25 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-12-2005
Messaggi: 301
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Credo che votare sia una forma di responsabilità e di rispetto.
Responsabilità verso i nostri doveri, il nostro Paese. Col voto partecipiamo e contribuiamo alla vita sociale. Rispetto verso chi ha lottato per farci avere questo diritto/ dovere e verso tutta la popolazione, a partire da noi stessi. |
20-02-2006, 01.50.08 | #8 | |
Rudello
Data registrazione: 08-01-2006
Messaggi: 943
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Citazione:
Come talvolta accade, discorrendo si perde di vista il nocciolo dell’argomento e si devia per vie traverse per trovarsi poi a parlare di tutt’altro. Il bello dei Forum, specie se ben moderati, è la possibilità di rileggersi gli interventi e ritornare in tema. Questo è il caso. Nel mio testo non sottovalutavo affatto l’importanza del voto, strumento unico di democrazia, cioè di “governo del popolo”, né bestemmiavo contro gli eroici nostri padri che questo strumento hanno conquistato per noi. Lamentavo solo, e ahimè mestamente, l’impossibilità concreta per noi, oggi, di renderlo davvero un “scettro di potere popolare”. Il perché, se non scontato è facilmente detto, ed in poche proposizioni: - il voto singolo, per essere davvero espressione di una volontà politica, dovrebbe essere “consapevole”: chi lo esprime dovrebbe conoscere i vari programmi politici presentati, saperli pesare singolarmente e confrontarli fra loro. - dovrebbe essere “autonomo”, cioè frutto di un approfondimento personale ed obiettivo; come dire che ognuno di noi dovrebbe avere una “cultura politica” e non solo di un “indottrinamento”. - poiché il voto è una “delega di potere” ognuno degli elettori dovrebbe conoscere a fondo imperfezioni e virtù di “tutti” quelli che sollecitano il suo voto; ma in modo approfondito e non solo “per sentito dire” o propagandato da questo o quel pulpito. Solo così il suo scegliere sarà “pulito” nella corrispondenza di intenti fra delegato e delegante. Per quanto riguarda l’elettorato nel suo insieme, in democrazia è poi fondamentale che se non la totalità almeno la stragrande maggioranza dia un voto con le caratteristiche di consapevolezza, autonomia e pulizia che dicevo. Infatti i voti “non buoni” squalificano molto in fretta; un po’ come le soste in autostrada che abbassano più la media di chi corre che di chi va piano. La mia mesta lamentela è tutta nella cognizione dell’infima qualità degli italiani; popolo di poeti, navigatori, eccetera, ma non certo di elettori. Purtroppo questa scarsa qualità è assai diffusa, e non solo nel “popolino ignorante” come si diceva una volta, ma anche (e forse più) nella enorme massa informe e deforme di pretestuosi “bene informati”. Di tutti noi, che con un paio di tiggì al giorno ed una rapida scorsa al quotidiano in metropolitana ci trasformiamo in illuminati consulenti politici e commissari tecnici della nazionale (oltre che cuochi provetti, medici e sapienti guru). Ma c’è anche chi va oltre. In questo stesso forum vedo che si cominciano a lanciare anche pensieri inquietanti. Si parla di esclusione dai seggi di elettori astensionisti per “responsabilizzarli” e di “togliere dei diritti”, perché «Non si può mettere sullo stesso piano chi partecipa e chi si disinteressa.». Queste cose non le ho dette io, che sono tiepido verso la democrazia, ma da qualcuno che se ne mostra paladino. Mi chiedo chi dovrebbe decidere se uno è sufficientemente responsabile o meno, e chi li dà e li toglie, i diritti… (e quali e quando). E i “piani” di considerazioni che sono?... caste?... o i soliti livelli di eguaglianza della celeberrima fattoria degli animali di George Orwell? Attenzione, amici democratici! se gli squadristi fanno paura, non c’è da stare tranquilli nemmeno coi trinariciuti! Rudello 20 febbraio 2006 parole 516 |
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20-02-2006, 10.59.41 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-09-2005
Messaggi: 383
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>Ma c’è anche chi va oltre. In questo stesso forum vedo >che si cominciano a lanciare anche pensieri inquietanti.
>Si parla di esclusione dai seggi di elettori astensionisti >per “responsabilizzarli” e di “togliere dei diritti”, perché >«Non si può mettere sullo stesso piano chi partecipa e chi >si disinteressa.». >Queste cose non le ho dette io, che sono tiepido verso la >democrazia, ma da qualcuno che se ne mostra paladino. In alcuni paesi europei (Belgio, Lussemburgo, Grecia) il voto è obbligatorio. Non credo che venga dato l'olio di ricino ai "disertori" delle urne di questi paesi. Saranno previste delle sanzioni (che ignoro), ma posso immaginare che siano minime o puramente simboliche tese semplicemente a sottolineare l'importanza della partecipazione e il fatto che votare è un diritto, ma anche il dovere di ogni cittadino. Anche in Italia fino al 1993 era obbligatorio il voto, tanto che l'esclusione dalle liste elettorali aveva (e ha tuttora) delle conseguenze pratiche quali ad esempio l'impossibilità a partecipare ai concorsi pubblici. Possiamo discutere finche vuoi dei limiti delle democrazie rappresentative, ma anche quando le persone hanno la possibilità, attraverso gli strumenti della democrazia diretta previsti dalla costituzione (il referendum e le leggi d'iniziativa popolare) di esprimere il proprio parere molti preferiscono sempre e comunque astenersi (vedi ultimo referendum sulla procreazione assistita). Ormai la prassi, sia da parte delle cariche istituzionali che dei partiti e dei politici, è incentivare la non partecipazione. |
20-02-2006, 11.23.09 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-12-2005
Messaggi: 1,638
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Non votare è di per sè l'espressione di un parere.
L'astensionismo, in una democrazia, dovrebbe sempre essere previsto...e successivamente valutato con la giusta ottica. Con questa situazione politica l'obbligo alla partecipazione suona come un obbligo alla complicità. |