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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali |
26-12-2005, 17.37.12 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 04-01-2005
Messaggi: 0
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Italica
Mi interessa quello che avete scritto.Io sono una donna nata,cresciuta,studiato e lavorato in Svizzera cantone misto francese e tdesco.Origine siciliana.Dove abitavo i figli di emigranti erano i più bravi sia nella scuola che nel lavoro.Gli Svizzeri dicevano che l'italiano ha tante doti,ha la creatività la fantasia ma
agli italiani manca L'ORDINE E LE REGOLE.L'Italiano è predisposto per le lingue,riesce a vedere le cose in un modo diverso.Adesso sono 20 anni che abito in Toscana:Avevo 21 anni quando sono partita con la mia valigia,adesso 41 anni.Mi dispiace tanto vedere questa Italia sprofondare lentamente ma sicuramente...mi sembra che NESSUNO ami e rispetti questo PAESE,io ho imparato ad amarlo lentamente.La mia fantasia è tipicamente italiana,ma sono anche spesso una vera tedesca! Gli Italiani sono andati sempre a mangiare il pane degli altri quando in Italia la pizza,le focaccie e il pane SONO OTTIMI... Adesso spero che tutti noi faremo di tutto per fare crescere questa pianta Italica,dandonle acqua e ossigeno Ultima modifica di klee : 26-12-2005 alle ore 17.38.27. |
27-12-2005, 02.20.26 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Re: Italica
Citazione:
Beh probabilmente avremmo bisogno per imparare a crescere di persone che hanno delle mentaliti diverese dalla tipica italiana ... cercare di sfruttare la fantasia italina ma cercando di usare una pratica organizzativa tedesca o svizzera ... |
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27-12-2005, 08.50.09 | #6 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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D'accordo... ci siamo accorti che in Italia funziona (o meglio non funziona) così. Ma allora cosa proponiamo per mantenere in Italia questi cervelli? Basta scambiare il governo e l'opposizione attuali? O forse non sarebbe meglio preparare i politici futuri, senza che si contaminino con quelli attuali? Però, per fare ciò non occorre forse la collaborazione di tutti? Mi pare invece che in Italia, fin che non ci tocca non ci riguarda... quindi, primo passo: istruire gli italiani. Secondo: come?
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27-12-2005, 16.09.10 | #7 |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
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LA DIVARICAZIONE SOCIALE CON L’EUROPA
Caro Bomber,
sono pienam d' accordo con te. E una questione di mentalità. Ormai, nell' Italia sociale, é scomparsa l' efficienza.. INfatti la mentalità italiana, nel sociale, é deragliata rapidamente negli ultimi lustri. Visto che l' argom vi interessa, faccio due cose: - metto qui sotto un post sulla mentalità italiana di oggi; - se un paio di voi mi daranno suggerimenti, scrivendomi direttamente, apriro' una discuss sulle CAUSE del degrada socio-economico, che ho riflettuto, analizzato e paragonato all' Europa per parecchi anni. LA DIVARICAZIONE SOCIALE CON L’EUROPA La degradazione del sistema Italia, tanto evidente nel confronto cogli altri Paesi dell’U.E., appare a molti inspiegabile. Agli osservatori dall’estero essa appare una ovvia fatalità. Non é facile listare i fattori che la determinano, né chiarire i legami tra cause ed effetti, in un modo chiaro. Anche perché i varii fattori negativi della vita sociale italiana, la quale é perdente in Europa, interagiscono l’uno sull’altro in modo evolutivo. Si puo’ pero’ stilare un quadro realistico dei diversi fattori esistenti, che permetta di: · identificare i tratti più importanti della divaricazione Italia-Europa; · capire se il disastro sociale italiano (e le sue conseguenze economiche) continuerà o potrà arretrare. La degenerazione italiana della seconda metà del ‘900 é stata apparentemente accelerata dai seguenti fattori: · la liberalizzazione dei mercati ha portato alla necessità di essere concorrenziali, cioé efficienti; · il livello di competitività di merci e servizi, provenienti dai diversi Paesi della U.E., é apparso in molti casi essere notevolmente diverso. Le persone in grado di risalire alle ragioni primarie delle differenze di competitività tra settori simili di Paesi diversi sono in numero molto limitato, sia perché pochi conoscono un determinato ambiente lavorativo in Paesi diversi, sia perché una valutazione oggettiva e realistica delle differenze richiederebbe molti approfondimenti di dettaglio sulle economie a confronto. I fattori maggiori che influiscono sulle differenze nella competitività in Paesi diversi della U.E.(ma anche fra l’Italia del Nord e il meridione) sono essenzialmente: - conoscenze tecniche/operative; - tradizioni produttive e livello di formazione dei quadri; - potenziali di creatività e di flessibiltà nelle evoluzioni delle economie; - eventuale influenza inibitrice di comportamenti/ambienti arretrati. - gestioni nazionali e locali dei servizi e delle strutture di supporto alla economia. A loro volta, tali fattori sono legati ad un quadro culturale e comportamentale, che é ovviamente diverso nei varii Paesi. Cultura, comportamento e formazione sono la piattaforma di base su cui si costruisce l’ economia di un Paese. Alain Peyrefitte, rinomato sociologo francese, dice nella sua analisi storica “La Società della Fiducia”: “ Non c’è lo sviluppo e il sottosviluppo. Ci sono dei meccanismi mentali, generatori o inibitori di sviluppo, inegualmente presenti in ogni società della nostra epoca”. Se facciamo il confronto fra l’Italia e gli altri Paesi della U.E., le conclusioni sono deludenti per l’Italia. Cerchiamo di capirne i motivi. I comportamenti diffusi e il quadro sociale degli altri Paesi della U.E. sono essenzialmente basati sui seguenti valori: serietà, correttezza, responsabilità, fiducia, eguaglianza dei diritti dei cittadini, selezione per merito. La situazione sociale italiana di fine secolo è invece frutto di passate deficienze, caratteristiche del nostro Paese, e di recenti degradazioni. Di fatto la qualità e l’efficienza del sistema sociale italiano é ben lontano da quello medio europeo. Il mondo economico sia europeo che mondiale è in rapida evoluzione, non solo come tipo e qualità dei prodotti, ma anche come complessità dei quadri operativi di molti settori. L’aumento di complessità per molte attività economiche agisce da discriminante, nel senso di privilegiare nei risultati i sistemi e i Paesi ben strutturati e organizzati, ma anche nel colpire duramente le entità e i Paesi che difettano di affidabilità e organizzazione, e sono invece abituati a improvvisare. L’Italia é forse l’unico Paese della U.E. in cui si sono diffusi, in alcune regioni e negli ultimi lustri, sia nelle attività economiche che nella vita pubblica, i seguenti comportamenti: · poco interesse per la ricerca degli elementi reali ed obiettivi che identificano un problema; · diffusione nelle attività economiche della comprensione intuitiva e personale e di interpretazioni personali, spesso preferite alla valutazione oggettiva e chiara; · abitudine a privilegiare, nella vita sociale come nel lavoro, lo scenario apparente rispetto alla realtà oggettiva (costume comune a tanti Paesi latini); · improvvisazione e approssimazione. A causa delle abitudini suddette, nella vita sociale italiana esiste una grossa pecca. La mancanza di una organizzazione adeguata alle circostanze, di chiarezza e di precisione sufficienti, fa si’ che l’associazione in un’attività di un gran numero d’Italiani comporta molto spesso: · la mancata chiarezza iniziale nella definizione delle condizioni in cui l’ attività va inserita, comporta la insorgenza di zone grige, generatrici di difficoltà; · inefficienze, ritardi, difficoltà impreviste; · la mancanza di riflessione razionale e analisi serie porta, ad esempio, in presenza di cattivi risultati, a effettuare cambiamenti radicali piuttosto che individuare l’elemento particolare difettoso da correggere. L’Italia ha in effetti alcuni primati europei poco invidiabili: numero di giornate di scioperi nazionali; numero di incidenti gravi sul lavoro; incapacità del parlamento e degli organi competenti di organizzare una vita sociale a livello europeo; diffusione della criminalità e dell’omertà nel pubblico e nel privato; crisi della giustizia e di molte strutture e servizi pubblici. Confronti serii con Paesi avanzati dell’Europa mostrerebbero sicuramente che noi Italiani non sappiamo dominare, gestire e organizzare grosse strutture. Valga un' esperienza: assistere ad un’assemblea o a un negoziato fra parti opposte, in un Paese europeo di latitudine più alta. Capiremmo la differenza fra l’organizzaziopne europea e il quadro italiano/sudamericano. E capiremmo l’importanza primaria delle capacità organizzative. Sappiamo al contrario generalmente primeggiare sugli altri Europei, e siamo percio’ammirati, almeno in due tipi di situazioni: · ove occorre iniziativa e capacità commerciale; · quando bisogna creare, inventare. Ma, per primeggiare, ci é più facile farlo se siamo inseriti in una struttura organizzata da non Italiani. Vedere il successo di tanti Italiani all’estero, e poi scoprire quanti di loro ci avevano provato in Italia, ma non erano riusciti ! Un paragone serio fra l’efficienza di grosse strutture italiane e quella delle corrispondenti in altri Paesi avanzati della U.E. (ad esempio gestioni ministeriali, servizi pubblici, attività e risultati parlamentari) mostrerebbe in filigrana fino a che punto i nostri comportamenti si sono allontanati dall’Europa, per avvicinarsi invece a quelli del Medio Oriente o del Sud-America. La deriva é purtroppo rapida e, vista dall’estero, sembra inarrestabile per un semplice motivo. Non si conoscono sufficientemente le cause maggiori della deriva, né si é iniziata una riflessione seria per analizzarla. Comunque l’Italiano é spesso uso a concentrarsi sul presente, trascurare il futuro e affidarsi alla propria capacità di adattarsi. Anche alle degradazioni. La maledetta china che percorriamo é molto ripida, e tutta in discesa. Vogliamo cercare, seriamente, le cause della degradazione galoppante ? E discutere la possibilità di correzioni ? Antonio Greco (consulente europeo) ANGREMA@wanadoo.fr P.S. Le linee direttive del programma necessario e urgente per la società italiana (un nuovo patto sociale da definire), il quale permetta al Paese di divenire una società europea a pieno titolo, capace anche di sviluppare un’ economia fiorente (dopo gli sforzi necessari), sono già pubblicate. Gli interessati me ne chiedano copia o le coordinate Internet. |
29-12-2005, 14.07.13 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Citazione:
Sinceramente non so se cambiare il governo possa essere la soluzione certamente la Moratti nel suo mandato ha fatto delle cose assai distruttive per la ricerca e per l'università ... d'altronde siamo presumo di fronte ad una scelta ... non possiamo competero con la cina a livello di produzione dovremmo almeno cercare di competere a livello di ricerca nel quale loro hanno le stesse possibilità che noi per cui in tal senso potremmo ancheprimeggiare anche perche secondo me i Cervelli italiani supremi sono tatni ...per cui direi che investire sulla ricerca sarebbe forse la soluzione di molti problmi attuali e soprattutto futuri .... |
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29-12-2005, 14.41.16 | #9 |
Soleluna
Data registrazione: 25-08-2005
Messaggi: 427
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Tempi duri...
...a volte mi chiedo: ma che mi sono laureata a fare?? Facevo l'alberghiero...e ora ero in giro per il mondo a fare del mio hobbie più grande, la cucina, il mio mestire!
Invece no..Mi voglio laureare!! - dissi - Ok, laureata nei tempi...un anno di tirocinio non pagato, come dicevi tu bomber, nemmeno il treno...ed ora esame di stato per l'abilitazione ad una professione che forse, mi auguro di sbagliarmi, non riusciro' mai a svolgere.....e per di più ho dovuto pagare, per le tre prove d'esame, ben 350 euro!!! Poi ci sarà la specializzazione...non si finirà mai...ma a mio figlio cosa daro' da mangiare?? Al posto dei pannolini saro' costretta a strappare i libri di Jung...e ad utilizzarli per il suo sederino.... ...piango e rido... Buon pomeriggio Joo |
29-12-2005, 15.55.49 | #10 |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
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SENZA CHIACCHIERE, COI FATTI
Cerco,di rispond. a qualcuno degli interrogativi, perché ho la chiara sensazione che la situazione in Italia, non é capita dalla gran maggioranza.
Il primo passo necessario assolutamente é : a) individuare le differenze fra Italia e U.E., nel modo di lavorare, nei contatti sociali, nei comportamenti in società; Scoprirete che... in Italia non esiste la coscienza sociale. Scoprirete che non esistono i valori, scoprirete che non esiste ovunque la responsabilità. Che non esiste la serietà, la coerenza, l' impegno, il merito (o meglio la sua remunerazione). Una volta scoperte queste cose, prima in gruppo ristretto e poi nel Paese, dovrà seguire una discussione VERITIERA, SENZA INTERESSI DI PARTE, quindi fatta con, o da, emigrati. La discussione, solo se é obiettiva e fatta con esperti, porterà of course alla individua delle misure urgenti e necessarie. NON AFFIDATEVI AI POLITICI, ESSI SONO DERAGLIATI O INCAPACI. Fatelo in ambiente neutro, tipo un' associazione seria. Soprattutto chiamate gli emigrati, i quali hanno imparato fuori del Paese quello che nel Paese non c' é: il lavorare efficiente senza girare a vuoto. Un punto su indicato é verissimo: evitare il contatto fra i futuri politici e i vecchi politici, i quali sarebbero capaci di corromperli... Conclusione: l' unica via possibile sarebbe un nuovo partito fatto da persone serie... Ma non c' é tempo, il Paese va oltre il punto di non ritorno, fra poco.. Allora cercate un' associazio seria, svegliatela, mettetela a funzionare. Se volete vi aiutero'. Ma chiamate solo persone esperte. NOn parlatori di chiacchiere fatue. L' Emigrato |