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06-12-2005, 15.49.20 | #24 | |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
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Citazione:
Il succo, sta proprio qui. Nel valore che diamo ad una notte persa in questura e quello che sta accadendo ad una persona che non conosciamo e che soprattutto non sa che potremmo aiutarla. Infatti, se una persona ci chiede aiuto direttamente, è forse più probabile agire in quanto ci vorrebbe ancora più coraggio a dirle: "no scusa, ma ho un impegno o ho paura e quindi arrangiati". Di vigliaccherie sono piene le nostre vite, anche quelle degli eroi ufficialmente accreditati. E' nell'umana natura. Si tratta forse solo di buttare ogni tanto un po' di zavorra, un sano repulisti periodico delle cianfrusaglie che appesantiscono le nostre esistenze e convinzioni e muoversi snelli, con sempre poche e selezionate cose da non voler perdere. Tolta la chincaglieria inutile che lo soffoca, il primo e forse a volte l'unico a restare, credo sarà sempre il rispetto di se stessi che, restando solo lui, non ci potremmo più permettere di perdere. Semmmmmbra facile! Certo che a parlare sempre come zarathustra, una di queste volte ci credo davvero e mi ricoverano. " Ma questo é il tormento di ogni grande maestro dell' umanità" Eheheheh! |
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07-12-2005, 17.57.46 | #25 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Citazione:
Io non considero assolutamente l'uomo al di sotto delle bestie, anzi l'uomo è capace di elevarsi a vette altissime. Dico che l'uomo ha la capacità di scendere molto al di sotto del livello degli animali. Non sono una zoologa, spero si possa dire così, la mia cultura è data dai documentari splendidi dati in tv. Ma non ho mai visto comportamenti di animali che possano essere in qualche modo paragonati alle nefandezze commesse da esseri umani. Era solo un paragone. O meglio, una constatazione. Io non sono per l'essere umano perfetto, per la cancellazione di ogni forma di peccato, per l'eliminazione totale del male. Sarei da rinchiudere in manicomio, ammesso che ce ne siano ancora in Italia. Io sono per l'evoluzione dell'uomo non per la sua involuzione. Attualmente sembra in fase predominante la seconda. Se un figlio uccide brutalmente i genitori per eredità, per malattia mentale, per gelosia, per i più futili motivi credo sia corretto che resti in prigione. Una prigione umana e non da medioevo, ovviamente. Se un branco violenta e uccide un'adolescente credo debba essere certa che scontino la pena, l'allontanamento dalla società per un lungo periodo di tempo. Chi ha una capacità emotiva e mentale accettabile trova la punizione già in se stesso nel senso di colpa, o nel tentativo di rimediare a quel che ha fatto. Ma un essere che ha perso la propria intelligenza emotiva, la propria capacità di comprendere le azioni che commette, per il bene della collettività non deve essere lasciato libero di continuare nelle sue scorribande. L'esempio più facile da comprendere è quello dei pedofili. Un pedofilo non smette mai di esercitare, allora perchè vengo lasciati liberi così facilmente? Se quello stupratore che ha ucciso quella splendida ragazza, alcuni giorni fa, fosse rimasto in prigione sino alla vecchiaia, quella giovane donna avrebbe potuto vivere in serenità la sua vita. Torno a ripetere che le vittime sono dimenticate e non tutelate, mentre per i carnefici esiste ogni sorta di protezione e tutela. Nonostante le nefandezze commesse io resto per un carcere a misura d'uomo. Un carcere che trasformi davvero chi ha la possibilità di essere trasformato. Io sono contraria alla pena di morte, anche se qualche volta mi viene da pensare che a volte andrebbe applicata seduta stante, dai parenti delle vittime. Pensiamo ad alcuni condannati a morte che dopo dieci, quindici anni si trasformano in persone completamente diverse. Ma ce ne sono altri che dopo dieci venti anni tornano a fare quel che hanno già fatto. Prima di rimetterli in libertà si dovrebbe avere una certa sicurezza. Mi domando solo da dove scaturisce questa eccessiva protezione verso i carnefici. E l'eliminazione totale di ogni forma di sicurezza, protezione, conforto, aiuto, sostegno per le vittime. Ci consideriamo civili se asciughiamo il sudore al boia dopo che ha eseguito il suo lavoro? Forse la vittima se lo meritava? Ciao Mary |
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08-12-2005, 02.45.10 | #26 |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
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scusa Mary, ma il tema mi sembra tanto serio e impegnativo, riguarda fra l'altro in pieno aspetti difficilissimi del mio lavoro ...dici cose anche molto vere...stasera però io ho preferito viaggiare un po' più leggera. Prossimamente proverò a risponderti sulla base della mia esperienza personale, anche se sicuramente non sarò esaustiva e nemmeno all'altezza delle questioni che poni.
Buona notte |
08-12-2005, 10.18.18 | #27 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Citazione:
Esiste un nome psicologico per questo comportamento... ovvero si chiama responsabilità diffusa .... questo fenomeno venne lanciato come un comportamento che spesso attuamo ma che spesso provoca indifferenza ... spiego meglio il nome di questo comportamento fu dato da alcuni psicologi americano quando si verifico un fatto di cronaca nera a New york . una notte d'estate in un quartiere non di lusso ma neppure di quelli poveri poveri una donna fu massacrata da due persone la donna urlo talmente forte che ben in 52 appartemanti abitati si sentirono le sue grida di aiuto ma nessuno chiamo la polizia, questo fece scalpore perche su 52 persone potenzili che hanno sentito le grida di questa donna nessuno è intervenuto ??? beh gli psicologi provarano a spiegarlodefinendolo responsabilità diffusao ovvero ogni persona che ha sentito quelle grida non è intervenuta perchè nel suo pensiero ha delegato ad altri di ntervenre, insomma ogni persona che sentiva le urla pensava che il dovere di avvertire la polizia fosse di un altro per cui delegavano ad altri questa responsabilità ... per cui si è teorizzato che più persone assistano al fatto e piu potrebbe essere ignorato perche ogni persona da agli altri il compito di aggire... in tal senso è un comportameno che può portare delle conseguenze terribili come quello di bologna ... in effetti è sembre bene avvertire le forze dell'ordine in tutti i casi anche quando pensiamo che qualcuno abbia gia fatto meglio una volta in piu che nessuna ... in caso sempre che manchi il coraggio di farlo di persona.... |
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08-12-2005, 12.58.32 | #29 |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
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sì, un po' come avviene (all'inverso) quando si interviene in troppi e tutti stanno sul ferito a dire ognuno la propria (compresa la simpatica frase "secondo me è morto") e intanto a quello manca l'aria per tutte quelle teste e voci sopra di lui e c'è però sempre qualcuno che si prende finalmente la responsabilità di mandare via tutti.
In fondo l'istinto di intervenire è insito in noi, anche in chi poi decide di non farlo. Difficilmente non ci si pone neppure la domanda "che faccio?". Diciamo che c'è "confusione diffusa" nell'uso di questo dono della natura. Ricordo che anni fa ebbi un incidente con lo scooter ed il signore anziano che con la sua auto lo aveva provocato, tentava disperatamente di aiutarmi, cercando di sollevare lo scooter rovesciato sulla mia gamba. Purtroppo lo scooter era pesante ed il signore, poco muscoloso, non ci riusciva e mi rimollava ogni volta di peso lo scooter sul ginocchio. Dal fondo della pozzanghera di melma in cui ero caduta e sotto una pioggia torrenziale, ad un certo punto riuscii a tirare fuori un po' di voce e dirgli "grazie, molto gentile, ma ora smetta di aiutarmi" Non vorrei alimentare in questo modo la già folta schiera di considerazioni che già affollano la nostra mente quando cerchiamo un motivo per non intervenire, ma a volte purtroppo accade che si peggiorano le cose. Nel mio lavoro ad esempio ho avuto occasione di approfondire le dinamiche delle risse. Il loro svolgimento in quel senso, spessissimo si fonda sul nobilissimo istinto di intervenire in aiuto a qualcuno in immediate e gravi difficoltà. Tornando al tema principale, sempre grazie al mio lavoro, ho potuto constatare quanto sia veramente difficile a volte comprendere al momento che il nostro "non intervento" consenta il verificarsi di quella violenza fino in fondo, rendendoci così pienamente complici del carnefice non solo idealmente, ma anche penalmente. "Sì è vero, non ho fatto niente per evitare che accadesse, ma mica l'ho ammazzato io!" La responsabilità è un concetto sempre diretto, individuale, di trincea, a volte però le accordiamo una postazione nelle retrovie. Ultima modifica di lobelia : 08-12-2005 alle ore 13.08.12. |
08-12-2005, 14.18.05 | #30 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
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Re: violenza sessuale
[quote]Messaggio originale inviato da lobelia
[b]Cosa continua a non cambiare a questo mondo e perchè? Salve, secondo gli archeologi e psicologi più ottimisti,il modo attuale di pensare della gente comune risale a 14.000 anni fa. Secondo i pessimisti,a 450.000 anni fa. Secondo gli esoteristi a 10 milioni di anni fa. Se il cervello non cambia,la società non può cambiare. Parola di Brain-driver. Kantai |