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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali |
20-09-2005, 23.19.20 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
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carissimo amico VanLag,
la vivibilita' è oltre il mondo industriale che conosciamo: gia' ora siamo nell'epoca in cui i bit (cioè l'informazione tecnologica) sovrasta gli atomi (la produzione di cose)! Non possiamo inseguire la logica del PIL pena il collassamento del pianeta le cui risorse non sono infinite: la tecnologia, anche quando creera' sviluppo economico, comportera' sempre piu' uno sviluppo senza lavoro (i processi produttivi saranno sempre piu' automatizzati!). Occorre dunque una redistribuzione di reddito, non attraverso aumenti salariali ai pochi fortunati che potranno lavorare, ma attraverso una drastica riduzione delle ore lavorate (pagate dal sempre maggior rendimento dell'automazione, fin'ora finito nelle tasche di pochi) in modo che tutti possani accedere al poco lavoro che l'automazione ci lascera': il progresso tecnologico sostenuto da politiche comunitariste (che nulla hanno a che fare col fallito dirigismo sovietico) aprira' la via ad una vita che avra' al centro la famiglia, la cura degli anziani, la formazione dei bambini, la ricerca di energie pulite, la conoscenza piu' profonda dell'arte, della natura e di tutto cio' che da' alla vita il piacere di essere vissuta. Basta lasciare a tutti i profitti che le invenzioni scientifiche applicate alla tecnologia (il cosiddetto re-enginering dei sitemi di produzione) a chi ne è sempre rimasto ai margini. E' l'unica via REALISTICA (vedi bliografia nel link della firma) dato che la crescente disparita' che il neoliberismo porta negli strati sociali dell'Occidente potra' diventare una miscela esplosiva. Costruire computer a bassissimo costo è quanto gia' si sta facendo in India. Anche continenti dati per spacciati come l'Africa possono avviare un lento ma deciso progresso. La consapevolezza di strati sempre piu' ampi della popolazioni e lotte di massa non-violente è la nostra arma, insieme all'azione di membri illuminati dell'establishment, quali Joseph Stieglitz ( "La globalizzazione ed i suoi oppositori - Einaudi). La famiglia tradizionale potra tornare ad essere un nucleo di stabilita' e benessere spirituale, una volta che essa sia liberata dalla schiavitu' del lavoro com'è oggi concepito. Il tempo restituito alla nostra umanita' rendera' ila vita piu' degna di essere vissuta: ... altrimenti che progresso sarebbe e per chi? Come vedi, amico, siamo sostanzialmente d'accordo. |
21-09-2005, 10.20.20 | #7 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Citazione:
Attenzione…… la stortura non è nel mondo industriale e tecnologico ma nell’assenza di una filosofia adeguata per gestirlo, (il motore della cinquecento). In pochi decenni abbiamo costruito un hardware tremendo e stiamo girando con un software che non è adeguato. Il mondo industriale e tecnologico è una tremenda macchina produttiva della quale dovremmo sapere godere i benefici invece, a quanto pare, lavoriamo di più e più male. Mi riferisco, ad esempio, ai giovani che conosco e che si fermano in ufficio fino alle 23 di sera immolando la loro vita al lavoro e non sono “casi”. (Ma non avevamo fatto le macchine per lavorare meno?). La produzione poi è “stonata”, cioè produciamo una pletora di inutilità che poi dobbiamo spingere sul mercato e se il mercato non risponde, come è ovvio che non risponda visto che, ci si offre ciò che non ci serve, piangiamo la crisi. Ma se la Telecom, ad esempio, invece di volerci vendere a tutti i costi l’ultimo telefono, dal nome ameno di Aladino, ci vendesse un servizio più attento e migliore noi compreremmo più volentieri. E come lei buona parte della produzione che non produce ciò di cui abbiamo bisogno. (Questo significa capacità di comprendere le esigenze della gente e strategie di vendita pietose). Citazione:
Affinché questo si realizzi occorre che la politica riprenda a dirigere le società civili, mettendo al loro posto sia gli imprenditori, sia il clero. Per questo occorre capire due cose: Una è che l’affermazione che - l’arricchimento di un individuo contribuisce all’elevamento del benessere di tutti – è falsa perché se oggi c’è maggior benessere è per l’aumentata potenza dei mezzi produttivi e non per la benignità dell’iniziativa privata che invece tende ad accumulare per se stessa impoverendo gli altri. (Berlusconi docet). La seconda è che le affermazioni che - Dio è buono e l’uomo è cattivo – Che se ci comporteremo bene saremo ricompensati, domani, andando in Paradiso – sono invenzioni ideate per farci stare male e dominarci. Perché una volta che io ho convinto un mio simile che così com’è non va bene, lui verra da me a chiedermi come deve comportarsi per andare bene, sarà cioè manipolabile da me, ed inoltre nella sua insoddisfazione consumerà ogni sorta di bene effimero che non risolverà il suo problema. (un uomo soddisfatto è un pessimo consumatore). La vivibilità non è così utopica…….. Il problema è che questa “sordida situazione” rappresenta il nostro back-ground delle ultime migliaia di anni e religioni e filosofie, tranne in rari casi, non si muovono nella direzione di fare chiarezza, perché quella chiarezza minaccia la loro stessa sussistenza. P.S. Volevo ampliare meglio il discorso ma continuano ad interrompermi e non riesco a scrivere con calma. |
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21-09-2005, 15.47.09 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-01-2005
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Caro amico VanLag
"ti scrivo, così mi distraggo un pò": volevo sottolineare soltanto che la societa' in cui viviamo è da tempo post-industriale e che il problema non è farla funzionare meglio perchè anche superando la crisci attuale si prospetta un futuro di "sviluppo senza occupazione" (vedi Jeremy Rifkin). Ovvio quindi che debba essere la politica a dettare le regole al mercato. Politica: questo nome tanto odiato non significa altro che organizzazione della Polis, la citta'-stato dell'antica Grecia; naturalmente oggi ne estendiamo il significato al villaggio globale che si allarga a tutto il pianeta. La globalizzazione è un dato di fatto e dobbiamo tenerne conto. ---> Dove, forse, non sono completamente d'accordo con te è nell'intransigenza antireligiosa. Da agnostico che non ha la fede dell'ateo, non riesco ad esser sicuro nè dell'esistenza nè della non esistenza di Dio. Anch'io pero' penso, come te, che il rimandare ad un'altra vita le prospettive di giustizia sia deleterio, per cui come diceva Siddharta, il nostro sentiero è qui, in questa vita (... ma, come sai, anche lui che non aveva mai affermato di essere un Dio, è stato deificato). Se Dio esiste penseraì Lui a cosa fare dopo: noi pensiamo al nostro compito: fare in modo che la vita (nostra e altrui) sia degna per tutti. L'oppio dei popoli è l'uso strumentale delle religioni storicamente organizzatesi, non l'innalzamento spirituale cui tendere come meta persino piu' importante della giustizia sociale (... sembra una bestemmia laica, ma io lo sento profondamente) p.s. ... il dubbio che qualche volta mi desta è: come poteva un palestinese vissuto in una societa' tanto conservatrice dire parole così innovative come quelle contenute nei vangeli e perdonare un'adultera che il comune sentire pretendeva fosse lapidata? ... o ancora, - ma questa è pura perfidia! - che male aveva fatto quell'uomo straordinario perche' l'imam Ruini, parlasse IN SUO NOME? |
21-09-2005, 20.54.55 | #9 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 2,959
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Citazione:
Possibile perché la forza produttiva delle macchine e dei roboto è esorbitante se la usassimo bene e se solo creassimo ciò che realmente ci serve senza voler vendere a tutti i costi l’avremmo a portata di mano. Auspicabile perché finalmente potremmo disoccuparci da un lavoro routinario e costretto come quello delle fabricche o degli uffici, e potremmo occuparci di ciò che ci piace e ci fa stare bene. Stare con le mani in mano è difficile che ci stiamo. Capisco che si fatichi a realizzare che lo spettro della povertà non c’è più, (parlo dell’occidente ovviamente….. la discarica di Nairobi non rientra nell’analisi), visto che ce lo siamo portati appresso per almeno diecimila anni, ma non si può neanche cadere nel paradosso di deprimerci perché la produzione supera il consumo, cioè i beni superano la necessità che noi abbiamo di essi. Non vorrei a questo punto che chi fa fatica ad arrivare a fine mese mi lanci i suoi accidenti, perché so che, soprattutto con il governo Berlusconi, la gente che fatica ad arrivare a fine mese è aumentata ed allora qualcuno può, a ragione, dire ma lo spettro della povertà esiste ancora e tu vaneggi. (a VanLag è permesso vaneggiare no?) Quindi vorrei chiarire quello che intendo: Fino al secolo scorso lo spettro della fame e della povertà si chiamava carestia, raccolti andati a male, calamità naturali incolmabili, e rappresentava situazioni di reale mancanza dei mezzi minimi di sussistenza, rappresentava fame, miseria, che poteva colpire intere fasce della popolazione. Oggi queste realtà non ci sono più, grazie appunto alla capacità di importare velocemente, di produrre con ancor più efficacia. Oggi buttiamo il latte, buttiamo le arance, perché quelle magrebbine costano meno. Buttiamo un sacco di cibi anche a casa nostra. I supermercati hanno interi scaffali pieni di cibo per cani, gatti, canarini, pesci tropicali, etc. Una volta costruire un frigorifero costava fatica, e ore e ore di lavoro e quando lo si comprava si pensava che doveva durare anni se non una vita. Oggi i beni sono fatti in serie e sono “usa e getta”, cioè se si guastano vanno sostituiti perché è più facile produrli che riparali. Lo spettro della fame esiste perché esiste il liberismo, cioè in nome della libera iniziativa, si permette una concentrazione illimitata di beni così c’è chi ha tanti miliardi che non riesce neppure a contarli e c’è chi non riesce ad arrivare a fine mese. Lo spettro della fame, della povertà e della miseria, non è più dovuto alla durezza della terra, ma all’avidità illimitata di alcuni ed al permissivismo o alla mancanza di presa di coscienza degli altri. Ti ho risposto solo alla prima frase….. ma mi fermerei qui…… anche io - scrivo e così mi rilasso un po’ – L’argomento è vasto e complicato ed affrontarlo per bene richiede tempo. Per ora |
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21-09-2005, 21.26.10 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
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... grazie VanLag (... ehi, di casa non interrompetelo!)
Il libro di Jeremy Rifkin si intitola LA FINE DEL LAVORO e purtoppo devi pagare l'obolo a Berlusconi, dato che anche le nostre tesi sono edite da Lui (Oscar Mondadori - 7,80 euro), ma stavolta ne vale la pena. ... grazie Silvio! |