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24-07-2005, 09.29.07 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-07-2004
Messaggi: 63
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Il passo avanti che non basta
di MAGDI ALLAM Londra, Bagdad, Sharm el Sheikh. L’internazionale del terrorismo di matrice islamica continua a mietere morti. Un’unica strategia di destabilizzazione dell’Occidente e del mondo musulmano. Coniugando la manovalanza autoctona a luogotenenti che obbediscono al grande burattinaio Osama. Mescolando la schizofrenia identitaria e la rabbia dei giovani musulmani nei confronti dei rispettivi governi, con il radicato ideologismo antiamericano e antiebraico. Sfornando nuovi aspiranti suicidi in grado di perpetuare la scia di sangue. Una sfida che ci vede culturalmente disarmati e politicamente inadeguati. Anche l’Italia si limita a interagire con l’attività terroristica di superficie, senza scardinare la «fabbrica dei kamikaze». Una «fabbrica dei kamikaze» che si annida al di sotto e al di là delle linee rosse tracciate dalle nostre leggi e dalla nostra ingenuità. La dimensione internazionale di Sharm el Sheikh emerse già all'indomani dell'11 settembre 2001, quando venne individuata come un possibile bersaglio «italiano». Perché ospita un gran numero di turisti italiani e accoglie importanti investimenti italiani. E l'Italia è stata ripetutamente minacciata, con più veemenza negli ultimi giorni, da Al Qaeda. Più in generale la «Rimini del Sinai» è il simbolo dell'apertura dell'Egitto all'Occidente e alla prospettiva di un Medio Oriente prospero e pacificato. Va da sé che colpire questo simbolo significa affievolire la speranza di una maggiore sicurezza nell'area più vitale e più martoriata della Terra. Mubarak avrebbe dovuto imparare la lezione dell'assassinio di Sadat per mano di un estremista islamico in divisa, frutto della politica di apertura dello stesso Sadat nei confronti dei Fratelli Musulmani. La storia contemporanea insegna che ovunque, in Algeria con il Fis (Fronte di salvezza islamico), in Tunisia con Ennahda, nello Yemen con Al Islah, si è lasciato mano libera agli integralisti islamici, prima o dopo si è scatenato il terrorismo islamico. Eppure anche Mubarak si è illuso di poter domare i Fratelli Musulmani, mantenendoli sulla graticola dell'interdizione ufficiale e della tolleranza di fatto. Per quanto ci concerne è arrivato il momento di aprire gli occhi e di prendere atto di tre elementari ma dirompenti realtà. La prima è che, piaccia o meno, è in corso una guerra mondiale scatenata dal terrorismo di matrice islamica. La seconda è che questa guerra interessa direttamente l'Europa, non solo in quanto bersaglio ma soprattutto in quanto roccaforte del terrorismo islamico. La terza è che questa guerra la si potrà vincere soltanto sradicando la «fabbrica di kamikaze», presente anche in Italia, che partendo dalla predicazione della «guerra santa», all'indottrinamento alla fede del «martirio», all'arruolamento talvolta sui campi di Al Qaeda in Afghanistan, Pakistan e Iraq, sfocia nell'attentato terroristico vero e proprio. Ecco perché non bastano le recenti misure varate dal governo. Vanno bene per contenere l'attività di quanti sono già operativi. Ma non sono in grado di prevenire la formazione di nuove leve del terrorismo. Ciò che serve è interrompere sul nascere il processo che porta, tramite il lavaggio di cervello, alla trasformazione dei giovani musulmani in robot della morte. A tale fine è essenziale punire l'apologia del terrorismo, l'equazione kamikaze uguale resistente, Jihad uguale resistenza. E' necessario sanzionare la cospirazione contro la sicurezza dello Stato da parte di coloro che promuovono iniziative islamiche eversive. E' opportuno affermare, anche a livello internazionale, che il terrorismo suicida è un crimine contro l'umanità. Perché la vera posta in gioco è il valore della vita, che viene disconosciuto dal nichilismo di quanti hanno elevato la morte propria e altrui come massima aspirazione. In quest'ambito l'Italia non può più tollerare che talune moschee, centri islamici, scuole coraniche, siti Internet integralisti, centri di finanza occulta, operino al di fuori della legalità e siano portatori di idee e di attività ostili ai valori fondanti della società italiana. L'Italia ha il diritto e il dovere di riscattare alla piena legalità ogni palmo del proprio territorio. Per il bene di tutti, musulmani compresi. Corriere della sera, domenica, 24 luglio 2005 |
24-07-2005, 15.54.39 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-06-2005
Messaggi: 115
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Re: Molto interessante
[quote]Messaggio originale inviato da Weyl
[b]Dunque il senso sarebbe, più o meno larvatamente, "Gli americani sono i responsabili delle stragi a Sharm"? Le hanno prestabilite, per scongiurare le pressioni della piazza egiziana...? Ahh...ecco. Certo, bisognava saperlo. L'articolo è di FEBBRAIO e descrive una situazione particolarmente complessa. Bisognerebbe sapere chi altri potrebbe avere interesse a ricattare il governo egiziano. L'Egitto vive di turismo |
24-07-2005, 17.42.56 | #10 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Credo innanzitutto che occorra chiedersi:
Chi ha finanziato la campagnd elettorale di Bush? Negli Usa sta crescendo il fronte di chi vorrebbe a casa i propri soldati (figli, fratelli, ecc...). Quindi un'attentato qua e uno là potrebbero servire a giustificare l'impiego di altri soldati, armi, e arsenale bellico di ogni sorta? Potrebbero anche convincere gli incerti e i contrari alla guerra in Iraq, che è stato giusto iniziarla e quindi è giusto portarla avanti? Se voi aveste in casa vostra qualcuno che non se ne va fino a quando non farete ciò che vuole lui, come vi comportereste? Mi pare ovvia la risposta, vero? Quindi, considerato che per andarsene i soldati stranieri dall'Iraq, occorre che in Iraq vi sia una certa stabilità politica ed economica, credete che gli iracheni, soprattutto i più accerrimi nemici degli americani, siano così stupidi, ma così stupidi da non capire queste cose? Seguendo questa logica, credo non sia difficile supporre che dietro a tutto ci siano gli americani, i quali, per giustificare l'utilizzo dei propri arsenali bellici (con conseguente accapparramento delle commesse per la ricostruzione), hanno tutto l'interesse economico di fomentare disordini (un po' come il vetraio che ha i figli che giocano a pallone nelle vicinanze delle case dove andrà a sostituire i vetri rotti), nonchè quello politico. Anche se Bush non potrà essere rieletto (perché dopo due mandati consecutivi non si è più rieleggibili) il vantaggio andrà comunque ai repubblicani al governo attualmente. Avete presente che significa poter sfruttare una maggior ricchezza economica, dal punto di vista dei voti? Non credo alla tesi secondo cui gli attentati di quest'ultimo periodo non erano prevedibili. Siamo spiati tutti quanti in ogni minima nostra azione.... Non credo nemmeno che la guerra in Iraq fosse necessaria. Con gli agenti segreti che hanno Usa e Israele, perché mai non è stato prelevato Saddam Hussein, senza spargimento di sangue? Poi, non so se vi ricordate: nella prima guerra del golfo erano quasi riusciti a "rapirlo", ma poi, per qualche motivo a noi sconosciuto, fu dato l'ordine di non procedere. Perché? Perché a qualcuno conveniva tenere tutto come stava, o no? Forse gli Usa hanno usato questi anni per riarmarsi fino ai denti e, una volta arrivati allo scopo, hanno attaccato l'Iraq. Cosa volete che potesse fare uno stato cui era impedito di volare sopra i propri cieli per metà della sua estensione? Ma poi, allora, perché l'Iraq è stato armato contro l'Iran, dalla stessa mano che poi gli ha mosso guerra? Sono solo teorie queste, oppure....? |