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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 24-07-2005, 17.57.14   #11
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
TERRORISMO

Vedi sullo stesso argomento la discussione III GUERRA MONDIALE
antonio greco is offline  
Vecchio 25-07-2005, 20.14.20   #12
kantaishi
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
Sito consigliato.

Salve,
se volete tutte le risposte a tutte queste domande,potete consultare il sito : www.ecplanet.com/
dove potete sentire l'altra campana e cioè il punto di vista degli americani.
Il sito contiene tutti gli articoli dell' Online Journal e sono in lingua italiana.
Se poi volete sapere il punto di vista degli arabi,cercate i forums dei Sufi ,Italiani e non.

Saluti.

Kantai.
kantaishi is offline  
Vecchio 25-07-2005, 20.19.57   #13
Lord Kellian
Ospite abituale
 
Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
Ho guardato sul sito, ma non ho trovato quell che dici, anzi. Non puoi farci un riassunto?
Lord Kellian is offline  
Vecchio 25-07-2005, 20.20.18   #14
kantaishi
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
Se volete parlare con gli Ebrei.

Salve,
se invece volete farvi due chiacchiere con gli Ebrei(in Italiano)
cliccate : www.italya.net/

Ci sono anche le mailing list degli Italiani di Gerusalemme ma non mi ricordo l'indirizzo.
Bisogna cercare.

kantai.
kantaishi is offline  
Vecchio 26-07-2005, 01.54.20   #15
cannella
Ospite abituale
 
L'avatar di cannella
 
Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
www.sisde.it/ Lucio Caracciolo - Il titolo "Terrorismo islamico nemico di tutti" mi convince solo parzialmente.

I proclami e i fatti prodotti dai jihadisti indicano, infatti, il loro obiettivo strategico nella riconquista alla vera fede delle società e dei paesi musulmani attualmente retti da quelli che essi considerano regimi corrotti asserviti all'Occidente. La guerra in corso è quindi una partita per il controllo di alcuni Stati chiave del mondo islamico, a cominciare da Egitto (da dove viene Ayman al-Zawahiri), Arabia Saudita ("patria" di Osama bin Laden) e Pakistan (dove si trovano probabilmente entrambi). In funzione di questi obiettivi, si tratta di colpire l'asse Israele-Stati Uniti, senza il cui sostegno detti regimi rischierebbero di essere travolti dai movimenti radicali che rivendicano il ritorno alla "purezza" dell'Islam originario.

Un Islam "vincente" in quanto "puro". Una fede in grado di riscattare i musulmani da secolari frustrazioni, risalenti almeno alla "tragedia dell'Andalusia", spesso evocata da al-Zawahiri e dai suoi accoliti come paradigma negativo.

L'uso del terrorismo più spietato e spettacolare, come strumento di guerra, risponde sia a una necessità dovuta al carattere inevitabilmente asimmetrico dello scontro, sia alla ricerca della più vasta eco mediatica, fondamentale anche per il reclutamento di nuovi jihadisti. I quali sono riferiti al marchio al Qaida, che non corrisponde a una specifica organizzazione gerarchica strutturata sul territorio, in quanto comune ispirazione politico-religiosa, quella dell'islam radicale di matrice sunnita. Alcune delle cellule che fanno riferimento a tale ideologia sono in competizione e talvolta in dissidio fra loro, soprattutto quando perseguono agende locali o "nazionali". Di questa galassia Osama bin Laden è stato l'imprenditore principe e ne è diventato l'icona.

Non si tratta, quindi, di uno scontro tra religioni, ma di uno scontro fra terroristi islamici e alcuni Stati del mondo islamico che i paesi occidentali e i loro attuali alleati non intendono lasciare in balia dell'islamismo radicale e delle sue ambizioni geopolitiche.

Per quanto riguarda il fronte che combatte tali gruppi, esso è tutt'altro che coeso e unanime nella valutazione del nemico. Esso non comprende affatto il "resto del mondo" ma consta, grosso modo, dei seguenti schieramenti.

A) Paesi di prima linea impegnati su scala internazionale, guidati dagli Stati Uniti. I quali sono finalmente consapevoli, dopo l'1l settembre, della portata di una minaccia sottovalutata e per questo in passato incentivata (essendo il nemico strategico l'URSS, contro di essa potevano e dovevano essere mobilitati anche i nemici dei nemici, come i mujahidin in Afghanistan). A fianco degli Stati Uniti, e con una funzione spesso strategicamente dirigente anche per l'esperienza maturata sul campo nel conflitto con i palestinesi, lo Stato di Israele; più dietro, Gran Bretagna e paesi europei più vicini agli USA, come Italia e Polonia, oltre all'Australia.

B) Sempre in prima linea, ma su un piano diverso, i regimi filo-occidentali del mondo islamico o che comunque contano sulle potenze occidentali per non essere travolti dai jihadisti, ciascuno dei quali lotta per la sopravvivenza. Dopo l'11 settembre, questo composito fronte, che va dal Marocco al Pakistan e all'Indonesia, ha messo in comune alcune risorse soprattutto di intelligence, per sconfiggere le reti sinteticamente riferite al qaidismo. Ma la sua battaglia è essenzialmente rivolta al fronte interno, alla protezione di sè stesso dalla minaccia islamista. In alcune élite, inoltre, convivono filo-occidentali convinti, filo-occidentali d'occasione e nemici dell'Occidente collusi con i jihadisti, il che provoca effetti ambigui sulle loro politiche anti-terrorismo.

C) Alcuni paesi europei come Francia e Germania che dissentono dalla strategia USA-Israele, in particolare per quanto riguarda il teatro iracheno, ma partecipano alla lotta contro il terrorismo su altri fronti, dall'Afghanistan alla bonifica dei nostri territori dai terroristi. Su questo versante, dopo l'11 settembre, la collaborazione di polizia e di intelligence su scala quasi globale ha prodotto importanti risultati nella prevenzione degli attacchi e nello smantellamento di alcune cellule jihadiste.

D) Cina, Russia e diversi paesi asiatici, come l'Uzbekistan, sono esemplari di un ulteriore modo di interpretare la guerra al terrorismo, basato su tre princìpi: usare l'emergenza post-11 settembre per colpire gruppi islamici attivi sui rispettivi territori, come gli uiguri del Xinjiang o i ceceni, efficacemente ricondotti sotto l'etichetta qaidista; fornire sostegno logistico e/o di intelligence agli americani in cambio del loro appoggio o della loro mancata opposizione alle loro specifiche guerre anti-islamiste; guadagnare tempo per ristrutturare e rafforzare le rispettive economie, in modo che alla fine dell'emergenza terroristica esse possano meglio competere con quelle occidentali.


Non si tratta, quindi, di uno scontro tra religioni, ma di uno scontro fra terroristi islamici e alcuni Stati del mondo islamico che i paesi occidentali e i loro attuali alleati non intendono lasciare in balia dell'islamismo radicale e delle sue ambizioni geopolitiche.
cannella is offline  
Vecchio 26-07-2005, 02.52.52   #16
Weyl
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
Una lettura interessante

(...)
Ne emergerebbe una visione, tutto sommato, rassicurante, del fenomeno integralista islamico.
Vorrei crederci.
Esso difetta, però, dell'interpretazione dell'elemento fondamentale: ossia la materia prima del ledere, la germinazione spontanea della Morte come ideologia salvifica.
E' questo fatto che rende poco più che contingente la possibilità di una conflittualità intestina tra frange o gruppi del fondamentalismo.
E' accidentale il contrasto tra schieramenti intrinseci ad una ideologia la cui catarsi sostanziale si esplicita nella realtà di generare martiri: così come la differenza nelle loro forme non rende le bacche di Belladonna meno velenose.

Mi sono anche chiesto, credimi, se la mia viscerale ripugnanza per l'islamismo radicale, non discendesse da una mia qualche frustrata istanza eroica di interiorizzazioni non del tutto, ancora, elaborate.
Ma vedo che esso inquieta la mia ragione, prima che il mio cuore.
Ciò che più mi angoscia è la debolezza morale del nostro mondo: essa è la piaga profonda che il terrorismo rivela.
Ciao
Weyl is offline  
Vecchio 26-07-2005, 10.01.32   #17
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
ALTRI FATTORI

Cannella,

ti ringrazio del sommario interessante che hai fatto, chiaro, con un contenuto che conoscevo un po', e pratico/comprensibile.

Se questo sommario é stato fatto da te che sei giornalista o da altri, non mi importa. Quello che mi incuriosisce é: é stato scritto da un emigrato o uno che lavora a livello europeo ? Non mi sembra che ci sia l' abitudine in Italia di scrivere chiaro come tu fai, pratico come tu fai.

Io che partecipo ai forums da un bel po' e vivo all' estero da molto, noto una grande vaghezza degli interventi, la rarità degli interventi costruttivi, la rarità del realismo. E includo tali mancanze come fattori distruttivi dello Stivale, che agiscono da tempo.

Reagendo al tuo sommario, vorrei dire che due o tre elementi mi sembrano anche in gioco (ma dammi conferma):

- la ignoranza delle persone che ascoltano la predica nelle moscheee e credono a quanto dicono gli imans;
- il profittare di tale ignoranza da parte degli imans terroristi che predicano odio;
- la esistenza dell' odio diffuso, dovuto a tanti fattori, fra cui la politica estera americana che é interventista nel terzo mondo da trenta anni (fare e disfare i governi altrui).

Mi dai conferma che sei d' accordo, grazie.

Antonio Greco
antonio greco is offline  
Vecchio 26-07-2005, 10.11.41   #18
Lord Kellian
Ospite abituale
 
Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
Antonio Greco, la tua visione dell'Italia è troppo totalizzante. Mi sembra ovvio che esistano anche delle persone intelligenti e realistiche, in questo paese. Non ti pare?

Lucio Caracciolo, se non è un omonimo, è il direttore di Limes, una rivista bimestrale di geopolitica. 300 pagine, 12 euro, gruppo editoriale l'espresso. L'ultimo numero è "La potenza di Israele"

Su internet http://www.eheartland.com contiene tre numeri (in inglese mi sembra) sulla geopolitica della Cina.
Lord Kellian is offline  
Vecchio 26-07-2005, 15.00.28   #19
cannella
Ospite abituale
 
L'avatar di cannella
 
Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
Ho riportato questo articolo di Lucio Caracciolo (come giustamente dice Lord Kellian, editorialista di geopolitica su Limes, Espresso e Repubblica), perchè mi sembrava potesse far luce sulla posizione politica dei singoli Paesi.

Personalmente non ho risposte né la competenza necessaria per trarre conclusioni.

Posso solo condividere la preoccupazione di tutti, ed esprimere sensazioni personali, che sono quelle dettate da un pessimismo crescente sia per come vengono condotte in modo disorganizzato le operazioni di controllo e tutela dei cittadini, sia per come vengono gestite (e interpretate) le informazioni mediatiche.
cannella is offline  
Vecchio 26-07-2005, 20.47.39   #20
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
PREOCCUPAZIONI FONDATE

Caro Cannella,

a proposito della preoccupazione da te espressa nell' ultimo paragr., sarei lieto di dialogare con te direttamente (ho preoccupazione simile alla tua ed ho dei sospetti, di cui saprai).

Se puoi inviarmi il tuo indir. a: angrema@wanadoo.fr ?

Grazie.

Antonio Greco
antonio greco is offline  

 



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