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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 29-07-2002, 00.26.57   #11
Attilio
 
Messaggi: n/a
Correzione:

penso sia ovvio ma forse ho fatto una stupidata:
"questo post" vuol dire il tuo, non il mio!
Che modo idiota che ho di scrivere!!

Arribuonanotte.
 
Vecchio 29-07-2002, 17.10.59   #12
neverforever
Ospite abituale
 
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 70
Thumbs up x attilio

ma no attilio! io avevo capito perfettamente cosa volevi dire! cioè che facevi riferimento al suo post, e non al tuo!

dai, non darti le mattonate in testa da solo...!

ciao a tutti!
neverforever is offline  
Vecchio 29-07-2002, 17.50.12   #13
tammy
Nuovo iscritto
 
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Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
avrà solo....

voluto puntualizzare con il rimbecco della suocera!
tammy is offline  
Vecchio 30-07-2002, 18.11.04   #14
Claudio
Ciò che è, è!
 
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Data registrazione: 01-04-2002
Messaggi: 202
mumble mumble!

I genitori sono il più grande ostacolo per la nostra libertà di essere completi, quando approfittano del legame parentale per tenerci stretti a sé (molto probabilmente per la paura dell'abbandono).
Noi ovviamente non abbiamo ricevuto da loro gli strumenti per recidere con la dipendenza da un legame vincolante (spesso soffocante!!!), sarebbe un controsenso (!!), ma appena ci rendiamo conto, frequentando il "mondo esterno", che esistono rapporti basati sul rispetto reciproco e privi di ricatti morali così subdoli, in noi avviene una presa di coscienza e una scissione: da una parte vogliamo essere liberi, in una relazione fatta di rispetto, di ascolto, di amore ricambiato e di condivisione. Dall'altra parte non abbiamo ancora messo a fuoco il nostro nuovo ruolo con la relazione con il genitore. Così capita di ricadere nel solito schema famigliare, quello che avevamo tra le mura di infanzia e di adolescenza.

Un suggerimento semplice, ma forse valido per fare un piccolo-grande passo. Chiama tua madre per nome.
Non rivolgerti a lei come "mamma", ma usa il suo nome di battesimo o quello che viene maggiormente usato dagli altri. Comincia a considerarla prima di tutto una donna e secondariamente una madre.
Ora lo puoi fare... siete grandi entrambi... il percorso di crescita biologica lo hai fatto, no? Ora tocca prendere le giuste distanze, con tutto il rispetto s'intende.
Se non riesci di colpo a chiamarla per nome comincia a farlo nel tuo intimo, nei tuoi pensieri... lei prima di essere tua madre è una donna , tienilo bene a mente. Se vuoi comincia anche quì nel forum, se te la senti. Chiamala per nome! Sarà lei la prima a non accettarlo, ma questo è un dato di fatto! Prima di essere "mamma", lei si chiama "-il nome di lei-" !!!
So che è difficile, forse lo è anche per te, perché togliere di mezzo una parola che esprime quel "vincolo speciale" è darci un taglio con quell'egemonia che da un lato ci soffoca, ma dall'altro ci fa sentire protetti, al sicuro. Le parole hanno un grande potere. Pensa quando ti viene detto: "non ti vergogni di fare questo a tua madre!", se invece dicesse: "non ti vergogni di fare questo a me, alla tua Giovanna (nome inventato)?"
Se accetti di ridimensionare nelle giuste proporzioni il tuo rapporto con il genitore farai anche un bellissimo regalo ai tuoi figli, insegnerai loro a non aver paura della libertà e della vita e ad essere sicuri di sé.
Spero di non essere stato invadente.
Con affetto,
Ciao, Cla
Claudio is offline  
Vecchio 06-08-2002, 16.55.35   #15
Claudio
Ciò che è, è!
 
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Data registrazione: 01-04-2002
Messaggi: 202
A quanto pare...

Sembra tutto risolto...
benissimo!!!
Ciao
Claudio is offline  
Vecchio 09-08-2002, 23.05.49   #16
Elisa
Ospite abituale
 
Data registrazione: 06-07-2002
Messaggi: 46
Ciao a tutti! Per ora l'unica cosa che sono riuscita ad ottenere è stato il capire che mia madre non accetta di non essere perfetta e che questo le crea un grandissimo problema di comunicazione con gli altri, con me per prima. Ho provato ad affrontare il discorso con lei e si è chiusa come un riccio, negando di aver mai fatto degli errori. Vabbè, le ho risposto che in ogni caso le voglio bene così com'è e, per tutta risposta, mi ha piantato un muso lungo fino a alla Sicilia. Da qualche giorno ha l'atteggiamento della persona messa in disparte, come se nessuno l'amasse. Però questa sera siamo riusciti a convincerla a venire con noi domani sera a cena da una coppia di nostri amici.
Vi abbraccio tutti!
Elisa is offline  
Vecchio 11-08-2002, 09.23.14   #17
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
Elisa, io ho un marito che da quando siamo sposati non ha fatto altro che criticarmi, rimproverarmi, trovare un qualsiasi difetto in tutto quello che facevo. Avrei dovuto lasciarlo, lo so. Ma c'è sempre tempo.
Mi sono resa conto che quando si entra nel gioco del "vittima e carnefice" venirne fuori è assai difficile. La vittima ritiene il carnefice responsabile delle sue sofferenze e mancanza di libertà, fin qui tutti direbbero che è ovvio. Ma ho scoperto che anche i carnefici danno la colpa alle loro vittime accusandoli dei loro problemi. Perchè non ti credere che i carnefici se la passino proprio bene come pensiamo!
Nel momento in cui divieni consapevole di appartenere ad giocatore (la vittima) o all'altro (il carnefice) il gioco può essere interrotto. A me è successo. Io non faccio più la vittima (terribile parte perchè si vede appena il carnefice che cela dentro). E la vittima cela sempre una parte di carnefice dentro di sé. Mio marito non mi aggredisce più, mi critica molto meno anche perché delle sue critiche non mi importa più niente.
Hai presente qui poveri bambini presi di mira dai coetanei?!
Lo fanno perchè i deboli e indifesi stimolano il carnefice che è in loro. Se si trovassero davanti ad un leone se la darebbero a gambe levate.
Nel momento in cui riuscirai a riconoscere la parte di te che sta al gioco con tua madre, ne sarai già fuori. In fondo sono solo parole che possono scivolare su di noi senza bagnarci.
Per esempio se ti dicono che sei una ladra e tu non lo sei, perchè dovresti prendertela. Sono gli altri a dire una bugia! E se lo sei veramente perché prendersela se è la verità!
Le parole di tua madre pungono il tuo amor proprio, la visione che hai di te e che vorresti avesse anche tua madre.
Se ci si accetta per quello che si è nessuno può farti del male (almeno non con le parole).

E, in fine, dobbiamo capire che una madre o una figlia non la si sceglie (almeno non su questa terra, lo abbiamo fatto prima di nascere) e non si può pretendere il vero amore da ambo le parti.
I genitori devono essere rispettati come ogni altro essere su questo pianeta, ma prima di tutto occorre il rispetto verso se stessi. E farsi schiacciare, manovrare da altri non può trovare mai alcuna giustificazione.

Ti auguro di venirne fuori e di goderti l'amore di tuo marito.

Mary
Mary is offline  

 



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