I genitori sono il più grande ostacolo per la nostra libertà di essere completi, quando approfittano del legame parentale per tenerci stretti a sé (molto probabilmente per la paura dell'abbandono).
Noi ovviamente non abbiamo ricevuto da loro gli strumenti per recidere con la dipendenza da un legame vincolante (spesso soffocante!!!), sarebbe un controsenso (!!), ma appena ci rendiamo conto, frequentando il "mondo esterno", che esistono rapporti basati sul rispetto reciproco e privi di ricatti morali così subdoli, in noi avviene una presa di coscienza e una scissione: da una parte vogliamo essere liberi, in una relazione fatta di rispetto, di ascolto, di amore ricambiato e di condivisione. Dall'altra parte non abbiamo ancora messo a fuoco il nostro nuovo ruolo con la relazione con il genitore. Così capita di ricadere nel solito schema famigliare, quello che avevamo tra le mura di infanzia e di adolescenza.
Un suggerimento semplice, ma forse valido per fare un piccolo-grande passo. Chiama tua madre per nome.
Non rivolgerti a lei come "mamma", ma usa il suo nome di battesimo o quello che viene maggiormente usato dagli altri. Comincia a considerarla prima di tutto una donna e secondariamente una madre.
Ora lo puoi fare... siete grandi entrambi... il percorso di crescita biologica lo hai fatto, no? Ora tocca prendere le giuste distanze, con tutto il rispetto s'intende.
Se non riesci di colpo a chiamarla per nome comincia a farlo nel tuo intimo, nei tuoi pensieri...
lei prima di essere tua madre è una donna , tienilo bene a mente. Se vuoi comincia anche quì nel forum, se te la senti. Chiamala per nome! Sarà lei la prima a non accettarlo, ma questo è un dato di fatto! Prima di essere "mamma", lei si chiama "-il nome di lei-" !!!
So che è difficile, forse lo è anche per te, perché togliere di mezzo una parola che esprime quel "vincolo speciale" è darci un taglio con quell'egemonia che da un lato ci soffoca, ma dall'altro ci fa sentire protetti, al sicuro. Le parole hanno un grande potere. Pensa quando ti viene detto: "non ti vergogni di fare questo a tua madre!", se invece dicesse: "non ti vergogni di fare questo a me, alla tua Giovanna (nome inventato)?"
Se accetti di ridimensionare nelle giuste proporzioni il tuo rapporto con il genitore farai anche un bellissimo regalo ai tuoi figli, insegnerai loro a non aver paura della libertà e della vita e ad essere sicuri di sé.
Spero di non essere stato invadente.
Con affetto,
Ciao, Cla