Nel corso della storia l’organizzazione delle società è sfuggita di mano all’uomo ed ha generato una sorta di devianza che si è espressa col nome di “potere”. L’amministrazione di una società e le sue leggi avrebbe potuto, facilmente, essere viste e vissute come “servizio”. Servizio dei cittadini, servizio di tutta la società, servizio del prossimo, invece, per strani algoritmi ed interessi di parte è nato l’aberrante fenomeno del potere.
Questa degenerazione ha radici storiche, presenti nella nostra memoria ancestrale e per affermarsi e giustificare la sua stessa “essenza” ha invocato “dio” come estremo baluardo della propria tesi. Infatti già ai tempi delle prime civiltà documentate troviamo questi segnali. Basti pensare all’Egitto dove il Faraone si diceva un’emanazione del “dio” Horus. O alla Mesopotania dove a regnare era il “dio” stesso di cui il Patesi o Isag era il diretto rappresentante.
Per reggere tale ruolo, i regnanti, (che divinità non erano), ebbero bisogno della complicità di una parte della popolazione, (il clero), che sostenesse e coprisse con reiterate bugie la loro menzogna.
Il pensiero Ebraico nasce in seno a queste culture e civiltà. Fu un momento in cui il mito e la leggenda assursero a livelli di altissima concentrazione semantica che sfociarono nella “Torah”, (L’antico Patto, o Testamento come è stato erroneamente tradotto) e i cui insegnamenti, attraverso il Cristianesimo, sono arrivati sino a noi..
Gesù di Nazareth, si oppose strenuamente a questa strumentalizzazione della religione asservita al potere temporale. Nel nome dall’amore di Dio e del prossimo quest’uomo indicò la via di una spiritualità più ricca di umanità e di amore per il prossimo rompendo con la tradizione fino al punto di essere mandato a morte.
Purtroppo nel corso dei secoli a venire, con l’incontro con la cultura pagana, il suo insegnamento venne completamente stravolto dagli stessi poteri temporali che avevano ed hanno l’abitudine di usare la spiritualità per soggiogare la gente rendendola più dipendente e meno libera.
Ci sono voluti secoli e secoli per tirarci un poco fuori da questi assurdi e vergognosi trucchi. La cultura, (intesa come conoscenza storica), ha stimolato il senso critico di molti individui che non sono più disposti a lasciarsi usare e schiacciare da società tiranne, inique, e profondamente ingiuste.
Oggi è difficile che i venditori di spiritualità, riescano a coltivare il loro sordidi interessi. L’uomo del 2000 è più pragmatico, attaccato solidamente alla concretezza e non disposto a chinare il capo di fronte ad un “dio” inventato al solo scopo di soggiogarlo maggiormente.
Cosa vuole dire questa mia sintesi che raccoglie in se 5000 anni di storia? Vuole dire che occorre essere vigili, svegli ed attenti, altrimenti il marcio, (a volte incosciente di essere tale), si autoalimenta e crea mondi onirici, nei quali, la verità si confonde con la menzogna, creando un mondo invivibile per noi stessi e per gli altri. E’ il velo di Maya che non lo si dissipa con le meditazioni, i mantra, le preghiere, le abluzioni, o i sofismi. Lo si dissipa con l’onestà intellettuale, quella che ci permette di vedere e di urlare che il “re è nudo”, con la stessa innocenza dei bambini ma con la rabbia di adulti che sono stanchi di essere usati e sfruttati per i sordidi interessi di altri.
Vuole anche dire, una volta di più, come noi, che fondamentalmente siamo “memoria”, ci ritroviamo a vivere di idee e precetti che si originarono lungo le sponde del Nilo a fronte di situazioni e di realtà che non sono le nostre.
Il cambiamento, la catarsi, l’evoluzione, partono dalla presa di coscienza di questo stato di cose e dalla conseguente liberazione della memoria da precetti e concetti che non sono più funzionali al nostro vivere odierno.
Basta perché è già troppo lungo così…..