Talvolta mi lascio prendere con tale insidia dall'entusiasmo in ciò che faccio, da non rendermi conto quanto la furbizia degli altri sia in agguato. Sempre lì, pronta a trarre profitto dalla mia ingenuità, o, se vogliamo stupidità, nascondendosi dietro il sorriso beffardo della cortesia.
Poi, quando mi rendo conto di quanto sono stato fagiano, eccomi puntualmente lì, nel mio angolino, a sbattere la testa nel timore che altri possano trarre vantaggio dalle mie idee, se non addirittura farle passare per proprie.
Già, perché c'é chi, sull'ingegno altrui, ci campa.
Perché non riesco mai a fidarmi degli altri nell'esatta misura che meriterebbero? (zero)
Perché non riesco mai ad essere furbo quanto loro, tenendo quel che mio per me e traendo quanto più possibile da quanti mi circondano? Ai posteri l'ardua sentenza...

Intanto, un caloroso saluto a tutti voi, è da tempo che non passavo di qui...

No, non si finisce mai d'imparare.

Però mi sembra doveroso dire che occorre, prima di fare una carezza su di un animale, vedere se si tratta di una tigre o di un gatto. Ed anche con i gatti occorre stare attenti.

Non puoi pensare di avere davanti a te un agnellino mentre nella realtà è un bel leone. E poi incolpare il leone della ferita che ti ha procurato.

Non è sempre colpa degli altri, qualche volta è proprio colpa nostra.

La fiducia deve essere sempre data con estrema cautela, occorre conoscere bene se stessi per imparare a conoscere gli altri. Ed ogni giorno abbiamo infinite lezioni che possiamo apprendere se stiamo attenti, se prestiamo attenzione a tutto.

Dire a Tizio: mi fidavo di te ed invece mi hai tradito!
equivale a scaricare le responsabilità sugli altri e non su se stessi.

Se non sappiamo nuotare non ci butteremo di certo dove non si tocca!

Sapessi quante batoste ho preso io! ma alla fine si impara.

Ciao
Mary