torno dall'obitorio dove sono andato a trovare un'amica che ha perso la mamma, per venire a sapere che si e' suicidata un'amica di mio fratello...scrittrice, scenografa pittrice, piena di talento dicono, 36 anni...si e' impiccata...io l'ho vista una volta ma e' sufficiente perche' sia qui a piangere....non lo sentite l'urlo che corre per le strade tutti i giorni cristo santo, nessuno lo riesce ad ascoltare ???????????

Mi spiace, so che qualcosa brucia dentro quando ci si trova a partecipare a queste cose.

Sì che si sente l'urlo, ma si spera sempre che resti un urlo, senza sfociare in un gesto.
Noi, bravi adulti e cittadini, ingenuamente lasciamo sempre al caso la soluzione delle situazioni difficili: ci accorgiamo dei problemi e li scavalchiamo dicendo "vabbè, che ci posso fare, speriamo che passi".
Facciamo fatica a collocare questi eventi nella realtà, eppure ne fanno pienamente parte.

Solo lascia che questi fiumi di dolore lavino il nostro "sentire" addormentato dall'opacità quotidiana.

Lo sento l'urlo, lo sento...ma devo parare anche me stessa.
E' la legge della sopravvivenza, se poi l'urlo si avvicina...sono la prima ad accorrere...amici...conoscenti ...sconosciuti...io ci sono!
Ma la sera, quando chiudo la mia porta...credo di sentirmi al sicuro...le paure e gli urli si allontanano.

Hai bambini non si fa che ripetere di stare zitti, di non piangere, di non gridare. E' una vera assurdità!
L'ho fatto anch'io ma so di aver sbagliato.

Sin da bambini bisognerebbe avere la possibilità di piangere liberamente, di urlare, gridare, esprimere se stessi liberamente con tutte le emozioni che si stanno vivendo.

Sarebbe più facile comunicare.

L'individuo viene represso e condizionato e regolato sin dalla più tenera età, cosa si pretende poi da adulti.

Il pensiero del suicidio sorge quando il mondo sembra non darti altra possibilità di scelta. Quando non hai più porte da aprire, quando la solitudine è ormai un nero oceano che ti inghiotte.

Dovremmo disimparare tutto quello che ci è stato inculcato e ricominciare con la conoscenza e l'esperienza. Anche se non è facile.

Questa società ci nega persino la morte, la nasconde, la elimina dalla mente come qualcosa di inesistente. Per questo, quando ci tocca, ci lascia impreparati e annientati.

La morte è nella stessa vita e dovremmo imparare a conoscerla.

Se imparassimo a vivere avremmo meno paura della morte.

Chi vive pienamente non può suicidarsi, aspetta il suo tempo e lo accetta.

Mary

E' raccapricciante quell'urlo.
O, meglio quelle urla di tipo diverso che esistono, che nessuno ascolta a sufficienza.
Vivo dando ascolto quando e come posso ma condivido quel che dice Vi@nne: non possiamo farle nostre.

Dovrebbero esserci un po' più persone a 'fare' ed un po' meno a 'disfare'.

Se qualcuno mi dice come ottenere questo mi toglie un peso dal cuore.



A te joker una carezza in più.

quello che mi terrorizza e' che mi rendo conto che puo' succedere a chiunque, magari ad un amico vicino, ad una persona cui tengo veramente...la gente sta male...come fai a capire se un amico in un periodo no magari sta pensando di farla finita??...l'amica di mio fratello la descrivono come una ragazza estremamente solare...e non era sola...faceva la scenografa, il lavoro che voleva probababilmente...aveva un sacvco di amici e pure il fidanzato...era una bella ragazza.....ma soffriva di depressioni....e se un vostro amico stesse pensando anche lui di appendersi?? ...

la vita e' bella...dovrebbe esserci sempre un'alternativa...e allora perche' qualcuno pensa di no?? cosa c'e' di profondamente sbagliato in questa vita ed in questa società??

Quel che possiamo fare è prestare attenzione a noi stessi ed agli altri non perdendo mai di vista il fatto che ciascuno di noi ha la propria strada e la propria storia, che nessuno conosce.

Con umiltà e amore cerchiamo di svolgere al meglio del nostro meglio la vita che stiamo vivendo.

Mary