Le idee vanno avanti, sempre e da sempre, come sempre e da sempre non approdano che ad un nuovo punto di partenza.
Spesso ci si rifà a grandi pensatori del passato, ma in realtà ognuno di noi è un grande pensatore. Ciò gli è dato dalla capacità di immaginare, di prevedere e di ipotizzare. Credo che l'importante sia il non lasciarsi adescare dalla percezione di "aver capito".
Tutti noi valutiamo criticamente ciò che sperimentiamo, tutti noi abbiamo una certa difficoltà ad accettare apertamente e spontaneamente ciò che non è ricollegabile alla perfezione di ciò che pensiamo sia o debba essere l'estrema forma di concezione sociale e morale.
Tanto per fare un esempio, basta pensare a ciò che mangiamo: Barattereste un piatto di spaghetti alla puttanesca con una pasta di grano tenero cucinata in Finlandia? (Per inciso: Acqua fredda, sale, pasta. Poi fuoco, quando bolle si mette il sugo, e dopo un pò si scola il tutto per gustare un'appetitosa colla da falegname pittorescamente pigmentata di un rosso pallido ... )
Evolvere su esperienze altrui è semplice, e questo vale indubbiamente per la scienza e la tecnologia. Sul piano emozionale (e qui, con volontaria maldestria, includo anche lo spirituale) altro non possiamo fare che evolvere sulle esperienze che noi stessi facciamo. E' impossibile spiegare ad un adolescente che, anche se un grande amore è finito, ne arriverà un altro, e forse poi un altro ancora.
Cosa è dunque il progresso delle idee?
Forse il semplice capire che niente è come sembra, ma tutto è dato dall'interpretazione, dal filtro cognitivo che obbligatoriamente poniamo tra noi ed il mondo per poterci capire qualche cosa.
Di fatto, ci portiamo dentro i cacciatori di mammuth, gli harem, il dominio territoriale, la protezione della prole, e tutto questo senza che ci sia insegnato: è innato dentro di noi, ci ha consentito di sopravvivere a glaciazioni, asteroidi, siccità e religioni, e ci consentirà di sopravvivere alla competizione innaturale di chi ci vuole protagonisti di una rissa per l'aggiudicamento di una lamiera metallizzata.
La nostra vita è programmata per farci sopravvivere e riprodurre, non per capirne il perchè. Siamo arroccati nella fortezza delle illusioni che ci porta a pensare di essere indispensabili al mondo, e quindi, se c'è un vantaggio, lo vogliamo per noi. Basti pensare alle polemiche recenti sul fatto di togliere i crocefissi dalle aule scolastiche oppure all'isolazionismo culturale al quale siamo abituati: Ciò che da noi è un diritto civile dall'altra parte del mondo è un reato, e viceversa.
La vera domanda, forse, è: Siamo ancora in grado di pensare? Scomposta in due tronconi: Abbiamo il tempo di pensare? o per meglio dire: Ci è concesso il tempo per pensare?
Il secondo troncone è: Abbiamo necessità di pensare? Ma soprattutto: Perchè dobbiamo pensare? Perchè dobbiamo cercare risposte se non sappiamo nemmeno se le domande sono correttamente poste?
Beh.. Io non lo so, o per meglio dire, io lo so, ma ciò che so vale esclusivamente per me, contrariamente al concetto acquisito di elettricità o di magnetismo, che vale per tutti.
Quando si tratta di idee, i giganti sui quali saliamo siamo noi stessi, l'unico scalino che ci è dato scavalcare è quello della preparazione culturale ambientale, Ma finchè i nostri figli ci chiederanno pacchetti di "Trade Cards" invece che libri di storia, difficilmente potranno progredire, e questo i produttori di "mode giocate" lo sanno fin troppo bene.
Nella speranza di essere entrato in lizza per un "Actarus" prismatico, vi lascio alla traduzione del mio delirio, buttato di getto ed assolutamente non pensato: ho solo collegato i polpastrelli agli occhi, Bypassando il cervello.
Ciao!