Ospite abituale
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Energie rinnovabili: un futuro all'idrogeno?
E' la strada indicata da Jeremy Rifkin, sarà quella giusta?
"Togliete il petrolio ed altri combustibili-fossili dall'equazione umana e la civilità industriale moderna cesserà di esistere. Con i combustibili-fossili, scaldiamo case e uffici, facciamo funzionare fabbriche e mezzi di trasporto, con l'elettricità derivata da combustibili-fossili illuminiamo città e comunichiamo a distanza, con l'aiuto dei combustibili-fossili coltiviamo cibi, con materiali prodotti da combustibili-fossili costruiamo edifici, con farmaci derivati da combustibili-fossili curiamo le malattie. E, ancora, in contenitori e pacchetti di plastica fatta di combustibili-fossili conserviamo ciò che abbiamo in eccesso, con i petrolchimici produciamo abiti ed elettrodomestici. In pratica ogni aspetto dell'esistenza moderna è costituito, alimentato o influenzato dai combustibili-fossili.
Gli esperti dicono da tempo che ci restano a disposizione circa altri 40 anni di petrolio grezzo. Tuttavia alcuni dei maggiori geologi del mondo sostengono che la produzione globale di petrolio potrebbe raggiungere il picco massimo ed iniziare un rapido declino in tempi molto più brevi, si parla della fine di questo decennio, il che farebbe salire alle stelle i prezzi del greggio. I paesi produttori di petrolio non appartenenti all'Opec si stanno già avvicinando al picco della loro produzione, lasciando la maggior parte delle rimanenti riserve nell'area politicamente instabile del Medio Oriente. Con molta probabilità, le crescenti tensioni fra il mondo dell'Islam e l'Occidente minacceranno ulteriormente il nostro accesso al petrolio. Sicuramente gli aumenti di prezzo getteranno i paesi in via di sviluppo ancora più nel baratro, facendo aumentare il loro debito e vincolando gran parte del Terzo Mondo alla povertà per molti anni a venire. Per la disperazione gli Stati Uniti e altri paesi potrebbero convertirsi a carburanti-fossili più sporchi ed inquinanti . tipo il carbone, il catrame e l'olio pesante . che finirebbero solo col peggiorare l'effetto-serra globale mettendo a rischio i già assediati ecosistemi terrestri. L'imminente scarsità di petrolio rende vulnerabile la vita industriale che può così essere soggetta a massicce perturbazioni economiche e a possibili collassi finanziari.
Il combustibile eterno
Ma proprio mentre l'era dei combustibili-fossili è sulla via del tramonto, appare all'orizzonte un nuovo regime di energia le cui potenzialità sono in grado di rivoluzionare completamente la civiltà, apportando un cambiamento radicale. L'idrogeno è l'elemento più basilare e onnipresente dell'universo. È la materia di cui sono fatte le stelle e il nostro sole: se propriamente utilizzato, è un "combustibile eterno". Non finisce mai e quando brucia non produce dannose emissioni di Co2; i suoi unici sottoprodotti sono il calore e l'acqua pura. Siamo all'alba di una nuova economia, alimentata dall'idrogeno, che fondamentalmente cambierà la natura del nostro mercato, delle istituzioni politiche e sociali, proprio come fecero il carbone e la forza motrice del vapore all'inizio della Rivoluzione Industriale.
L'idrogeno si trova ovunque sulla Terra, nell'acqua, nei combustibili-fossili e in tutti gli esseri viventi. Tuttavia, in natura, raramente esiste come elemento libero e mobile. Al contrario, deve essere estratto da sorgenti naturali. Oggi, circa la metà dell'idrogeno prodotto nel mondo viene fatto derivare da gas naturali attraverso un procedimento di riconversione del vapore. Il gas naturale reagisce con il vapore in un convertitore catalitico. Il procedimento porta via gli atomi di idrogeno, lasciando come sottoprodotto biossido di carbonio, ovvero anidride carbonica. Anche il carbone può essere riconvertito per produrre idrogeno, attraverso un procedimento di gassificazione, ma è più costoso che usare il gas naturale. L'idrogeno può anche essere prodotto dal petrolio. Nonostante sia stato dimostrato che l'utilizzo del vapore per convertire il gas naturale è il metodo più economico per produrre idrogeno commerciale, il gas naturale rimane un idrocarburo che emette Co2 nel processo di conversione. Inoltre, è molto probabile che la produzione globale di gas naturale raggiunga il massimo livello fra il 2020 e il 2030, creando una seconda crisi energetica sulla scia di quella del petrolio.
Esiste comunque un altro modo per produrre idrogeno senza utilizzare combustibili fossili durante il procedimento. Le fonti di energia rinnovabili . fotovoltaica, eolica, idrica, geotermale e di biomassa . possono essere utilizzate per produrre elettricità. L'elettricità, a sua volta, può essere utilizzata in un procedimento chiamato elettrolisi tramite il quale si divide l'acqua in idrogeno ed ossigeno. L'idrogeno può essere quindi immagazzinato ed utilizzato, laddove necessario, in una cella combustibile per generare energia utile per la corrente elettrica, il calore e l'illuminazione. Ma c'è chi si domanda: perché generare elettricità due volte, prima per produrre elettricità per il processo di elettrolisi e poi ancora per produrre corrente, calore e luce attraverso una cella combustibile? La ragione è che l'elettricità non può essere immagazzinata. Così se il sole non splende, il vento non soffia, o l'acqua non scroscia, l'energia non può essere generata e l'attività economica si ferma. Con l'idrogeno si possono immagazzinare fonti di energia rinnovabili e si può assicurare alla società una fornitura crescente e continua di corrente elettrica.
In verità, il vero problema è quello dei costi. L'energia eolica, quella idrica e la biomassa sono già competitive dal punto di vista economico in molte parti del mondo e possono essere utilizzate per generare elettricità per il procedimento di elettrolisi. I costi dell'energia fotovoltaica e geotermale però sono ancora alti e dovranno abbassarsi considerevolmente per rendere competitivo il procedimento di riconversione del vapore nella produzione di idrogeno.
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