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14-04-2008, 12.25.23 | #1 |
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
Messaggi: 362
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Relativismo etico e multiculturalismo religioso
La "concorrenza tra religioni" garantita da un dettato costituzionale adeguato è un modello possibile, e a mio avviso auspicabile, di società multietnica e quindi multiculturale.Nella realtà quotidiana si osservano però fenomeni decisamente aberranti di applicazione di forme particolarmente severe del culto islamico a comunità, gruppi o singoli già parzialmente, e inevitabilmente, secolarizzati dal fatto di vivere in occidente.Al di là della copiosa e prorompente iconografia sul kamikaze islamico, figura ritenuta estrema ed espressione di un fondamentalismo non emblematico dell'islam (molte le voci discordi anche su questo punto), suscitano clamore casi come quello di Hina, la ragazza pakistana uccisa dal padre a Brescia perchè adusa a costumi troppo occidentalizzati.Si potrà certo rispondere con tutte le conseguenze logicoargomentative legittime e possibili che, un esempio tra tanti, anche in Sicilia avvenivano e avvengono ancora delitti d'onore.Per il resto colpiscono, almeno me, casi come quello per il quale nel votare in parlamento la legge contro l'infibulazione i rifondatori comunisti si sono astenuti.
Vi domando dunque: Fino a che punto si può essere relativisti nell'accettare il confronto, religiosi o laici (la domanda è posta evidentemente innanzitutto ai relativisti), con certe concezioni della vita e della personalità umane? Per contro, quanto è lecito pensare di regolare il mercato della concorrenza religiosa con le leggi del diritto positivo, vietando ad esempio infibulazione, velo etc etc (e cosa altro, quanto altro?)? Di ieri: http://www.corriere.it/esteri/08_aprile_14/yemen_sposa_otto_anni_si_ribel la_6095375e-09e6-11dd-bdc8-00144f486ba6.shtml |
14-04-2008, 14.21.43 | #2 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 29-02-2008
Messaggi: 82
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Riferimento: Relativismo etico e multiculturalismo religioso
Citazione:
Secondo me è assurdo parlare di "concorrenza religiosa" e "mercato della concorrenza religiosa"... Evidentemente consideri le religioni come delle ideologie, delle filosofie, frutto del pensiero umano, quindi soggette alle leggi umane della sopravvivenza del più forte, del migliore, del più convincente...ma nella realtà non è così. Sicuramente non lo è la religione ebraica e quella cattolica. Che non sono appunto filosofie o ideologie, non sono frutto del pensiero umano, non nascono dall'interno dell'uomo, insomma. Inutile dirti che la religione cattolica è quella "vera", perchè un musulmano ti direbbe la stessa cosa dell'Islam...la fede la dà solo Dio, quindi nè io nè nessuno può dimostrarti in maniera tangibile quale è quella vera o convincerti di qualcosa. Non funziona assolutamente così. Una cosa però è certa, e se si riflette a fondo si arriva a capirlo:quella vera ci sarà per sempre. Per chi ha fede più che di confronto si deve parlare di rispetto. Il confronto se uno ha fede, non porta da nessuna parte, perchè ognuno rimane sulle sue posizioni. Ci può solo essere rispetto, e non verso le religioni, ma verso le persone. Non verso il loro credo, ma verso il loro pensiero, che ovviamente, non essendo relativista risulta sbagliato, ma verso le persone in sè. Rispetto che non vuol dire assolutamente dar validità alle altre religioni, ma vuol dire non imporre, non costringere, non obbligare. Rispetto che però non vuol dire favorire il male (esempio, kamikaze, infibulazione...) Per un cattolico, c'è comunque il concetto di evangelizzazione, di missione apostolica a cui tutti i cattolici siamo chiamati. E questo nei confronti di tutti gli esseri umani, indistintamente...San Paolo insegna...quindi è insito che si spera,( e che si prega anche, e si cerca di adoperarsi, ma la cosa più efficace è sempre la preghiera) che l'umanità tutta si avvicini alla Verità. |
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14-04-2008, 14.37.14 | #4 | |
farabutta
Data registrazione: 05-02-2008
Messaggi: 327
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Riferimento: Relativismo etico e multiculturalismo religioso
Citazione:
Sinceramente io trovo di cattivo gusto anche fare i buchi alle orecchie a mia figlia, penso che sia giusto darle l'opportunità di scegliere. Lo Stato a mio avviso deve mantenersi al di sopra delle religioni, e in esso ci si deve riconoscere innanzi tutto come cittadini. Per quel che riguarda il velo, forse andrebbe accettata la scelta di usarlo, magari vietandolo nei luoghi in cui è necessario essere riconosciuti, e forse quando si ha a che fare con i bambini. Anche in questo caso, il giudizio andrebbe posto all'azione, e non al cittadino che desidera seguire una determinata tradizione, per quanto a noi ci possa apparire assurda. Certo è che solo in uno Stato completamente laico è possibile far convivere diverse culture. Piccola è la Fede di colui che ha paura per il proprio Dio |
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14-04-2008, 20.04.42 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
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Riferimento: Relativismo etico e multiculturalismo religioso
Non bisogna, credo pensare leggi ad hoc per ogni usanza di qualsiasi religione.
Le leggi dello Stato perseguono un fine diverso dai dettami della religione, lo stato deve punire i comportamenti che sono contrari ai diritti umani, deve pensare al bene comune in questa vita. Se una religione prescrive l'infibulazione e questa pratica è considerata contraria ai diritti umani lo stato deve punire chi la compie, senza se e senza ma. Se una persona molto devota intende praticarla ugualmente magari verrà gratificato davanti al suo Dio ma dev'essere punito davanti alla legge degli uomini. Esistono poi casi meno drammatici in cui è possibile scendere a compromessi, penso al velo ad esempio. |
15-04-2008, 14.53.37 | #6 | |
...?!
Data registrazione: 30-01-2006
Messaggi: 106
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Riferimento: Relativismo etico e multiculturalismo religioso
Citazione:
Una Stato moderno deve essere laico, quindi dare a tutti i cittadini la possibilità di praticare qualsiasi religione, senza avvantaggiarne e senza svantaggiarne nessuna, continuando però a proteggere i diritti inviolabili dell'Uomo e le condizioni del vivere civile. E' quindi doveroso proibire comportamenti che minano la libertà e l'incolumità delle persone, così come è giusto che lo Stato permetta a chiunque di praticare il proprio credo con la costruzione, ad esempio, di luoghi di culto. |
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17-04-2008, 13.39.24 | #7 | ||
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
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Riferimento: Relativismo etico e multiculturalismo religioso
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"concorrenza religiosa" e "mercato della concorrenza tra religioni" sono espressioni 'tecniche' della sociologia delle religioni e descrivono bene ad esempio la situazione degli USA.La concorrenza di fatto esiste anche nel settore delle fedi spirituali poichè l'opera di evangelizzazione che ogni culto effettua è sempre più o meno virtualmente a 'danno' (leggi le virgolette) dei culti diversi:i fenomeni di conversione sono l'anello di passaggio di questo processo. Citazione:
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17-04-2008, 13.51.33 | #8 | |||
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
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17-04-2008, 14.11.32 | #9 | |||
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
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il concetto che passa (giusto a mio avviso) è che uno stato occidentale per tendere alla laicità debba prescriversela specificamente nella costituzione e non possa desumerla indirettamente, poichè la sua storia sarà comunque più o meno equamente suddivisa tra istanze e mozioni laiche e invece religiose. Attribuirsi la paternità di stato laico a partire dall'illuminismo piuttosto che far risalire il concepimento della modernità storica al rinascimento religioso appare sempre un percorso mai 'esatto' e foriero solo di contrasto e scontro ideologico. il diritto non è neutro, la costituzione non può esserlo per diritto naturale, dunque la laicità va ribadita 'positivamente' senza ipocrisie nel dettato costituzionale. |
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17-04-2008, 14.18.50 | #10 | |
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
Messaggi: 362
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Riferimento: Relativismo etico e multiculturalismo religioso
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c'è però il problema tempo e secolarizzazione:concedere ad un culto di esprimersi pienamente e senza limitazioni potrebbe voler significare anche tenere in conto della sua arcaicità come di un fattore incomprimibile, insomma come di una non-colpa.Quale e quanto diritto abbiamo di interferire nel percorso evolutivo di una religione?Quanto di accellerare il corso della sua secolarizzazione?Soprattutto, a cosa può verosimilmente condurre tutto ciò dentro alla stessa comunità culturale? |
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