ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
|
Arte - Commenti, recensioni, raccolte di... >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Riflessioni sull'Arte |
18-11-2002, 11.17.05 | #23 |
Data registrazione: 30-03-2002
Messaggi: 250
|
x Visechi
la poesia da te richiestami, appartiene ad Eugenio Montale ed è tratta dalla sua prima raccolta Ossi di Seppia
Meriggiare placido e assorto Meriggiare placido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe del suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia Eugenio Montale |
18-11-2002, 22.29.46 | #24 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
|
La poesia è bellissima, ma non mi riferivo a questa...
Neruda, <... l'invidia stella, fatta di cocci (o vetri) rotti...> questa è una strofa, non so neppure se sia il titolo. Non ricordo altro, non sono neppure più sicuro che sia di Neruda ... l'ho letta tanti anni fa ... mi è sempre rimasta impressa questa strofa; non sono più riuscito a trovarla, devo dire la verità, non è che mi sia poi impegnato troppo nel cercarla... sai, la pigrizia Ciao, grazie per la poesia di Montale e niente complimenti per quanto precede... |
19-11-2002, 01.44.07 | #26 |
Data registrazione: 30-03-2002
Messaggi: 250
|
x Visechi sempre di Neruda
ARTI POETICHE (II) Io non ho scoperto nulla, tutto era già scoperto quando passai per questo mondo. Se torno da queste parti chiedo agli scopritori che mi serbino qualcosa, un vulcano senza nome un madrigale sconosciuto, la radice d'un fiume segreto. Son sempre stato così avventuroso che mai ho avuto un'avventura e le cose che scopersi erano dentro me stesso, per tal modo che defraudai Giovanni, Pietro e Maria, perché per quanto mi sforzassi non potei uscire dalla mia casa. Contemplai con invidia intensa la seminagione incessante il ciclo dei satelloidi, l'aggiunta degli scheletrì; nella pittura vidi passare tante maniere affascinanti che appena mi misi alla moda già la moda era passata. (Neruda) Il poeta Dapprima per la vita vagai, in mezzo a un amore dolente: e conservai una piccola pagina di quarzo che mi confisse gli occhi nella vita. Comprai bontà, visitai il mercato della cupidigia, aspirai le acque più sorde dell'invidia, l'inumana ostilità d'esseri e di maschere. Vissi un mondo di pantano marino dove i fiore, il giglio, d'improvviso, m'ingoiava in un tremito di spuma, e dove posi il piede la mia anima scivolò verso i denti dell'abisso. Nacque così la mia poesia, appena riscattata dalle ortiche, impugnata sulla solitudine come un castigo, o, per sotterrarlo, chiuse nel parco della lascivia il più segreto fiore. Così isolato come l'acqua oscura che vive nelle fonde gallerie, corsi di mano in mano, all'isolarsi d'ogni essere, all'odio quotidiano. Seppi che così vivevano, coprendo la metà degli esseri, come pesci del più strano mare, e nelle fangose immensità io incontrai la morte. La morte che apriva porte e sentieri. La morte che scivolava sui muri. |
17-01-2003, 21.00.19 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
|
inconcepibilmente osservando un poeta
si osserva un essere che passa il suo tempo nel pensiero profondo del se si osserva un uomo libero si osserva un uomo che vive se stesso e che a volte si racconta. perdersi così nell'inutile pensiero e non sentirsi nell'anima incontrarsi così nell'immensità del pensiero e sentirsi nell'anima non deve essere svelato l'ignoto strappare l'intimo per donarlo al fuoco che lo brucerà lasciarlo nascosto nel profondo mare nei suoi abissi nella sua oscurità celata svelarlo solo alla pura essenza dello spirito per scoprire che siamo soli di fronte all'immenso |
16-02-2003, 11.38.25 | #29 |
silenzio-sa
Data registrazione: 01-04-2002
Messaggi: 146
|
"Sognato per l'inverno"
D'inverno, andremo in un piccolo vagone rosa
Imbottito d'azzurro. Staremo bene. Baci pazzi s'annidano In ogni cantuccio morbido. Chiuderai gli occhi per non vedere, dal finestrino Torcersi le ombre della sera, Astiosi mostri, plebaglia nera Di lupi e demoni. Poi sentirai sulla guancia un solletico... un bacio leggero, ragno impazzito,corre Su e giù per il collo... "Cerca!" tu dirai, chinando il capo. -E quanto tempo impiegheremo allora per scovare Quella bestiola-che viaggia tanto... (A.Rimbaud) |