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28-11-2003, 18.55.38 | #14 |
luna e terra
Data registrazione: 22-11-2003
Messaggi: 148
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per me i fratelli karamazov è il romanzo più significativo della mia breve vita, anche più di delitto e castigo (tra parentesi, penso che raskolnikov non sia identico al superuomo nietzschiano, perchè in questo dovrebbe esserci solo il compiacimento dello spargimento di sangue, una fiducia nel proprio essere super che non crolla, mentre Raskolnikov vorrebbe esserlo, ma perchè consapevole che di fatto il pidocchio è lui, non la vecchia, su cui proietta quella che in fondo è la sua piccolezza, quindi tenta di essere superuomo, ma riescesolo fino ad un certo punto, poi non resiste. Però non è un fallito, è un fallito come superuomo Nietzschiano, non come uomo per Dostoevskj , perchè si prefigura la sua rinascita come uomo nuovo dopo la Siberia).
I fratelli k li ho letti a 14 anni, forse non avrei dovuto, ma penso che mi abbiano pervasa e riempita così tanto proprio perchè tante cose mi restavano oscure, ma è come se si fossero spiegate poi, nella mia vita successiva, tanto che, non so perchè, avevo tentato di rileggerlo, ma non ci sono riuscita: il mistero cominciava a diventarmi troppo poco velato, così ho lasciato perdere.Credo sia uno dei pochi libri che hanno vissuto in me, se così si può dire.Appena riuscirò, leggerò anche gli altri, visto che tutti ne parlate così entusiasti. |
28-11-2003, 21.12.14 | #15 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-11-2003
Messaggi: 978
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Il discorso principale che guida il libro è il superomismo. Questo discorso principale Raskolnikov lo fallisce. il superuomo fallisce miseramente, poi c'è un recupero con la fede ...
Come personaggio di Dostojevskij è una personalità che ha sbagliato, ha fallito il suo ideale, ma poi capirà e comincerà una nuova vita (le ultime parole del libro). Fallito o non fallito... ha fallito, ma poi capisce d'aver sbagliato e quindi può uscirne bene come personaggio. E' sicuramente diverso dal Superuomo Nietzscheano. Ma ha delle analogie interessanti. Tornando al discorso del fallimento..., ho letto 3 libri di Dostoevskij e tutti e tre finiscono col fallimento delle idee che si erano preposti i protagonisti. La cosa affascinante è il fatto che è un fallimento consapevole, si compie uno sbaglio perchè si è troppo giovani, perchè si è impulsivi, perchè si ha una spinta vitale, poi si comprende tutto dagli stessi errori. E perchè questo colpisce tanto i lettori? Perchè i lettori si appassionano a quella spinta vitale iniziale, si riconoscono in quell'impulsività, vorrebbero essere superuomini loro stessi, poi gradualmente Dostoevskji fa capire loro come invece le cose debbano essere prese con più calma, con più lucidità, saggezza. Fa fallire la persona a cui ci si era personificati, e guida alla comprensione della realtà. |
03-12-2003, 09.32.11 | #16 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-11-2003
Messaggi: 1
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faccio parte di un gruppo di teatro , teatroeliocentrico, e già diverse volte abbiamo portato in scena "Il Grande inquisitore", credo uno dei passi più significativi dei I fratelli Karamazov.Solo più tardi ho avuto il coraggio di intraprendere la lettura dell' intero romanzo... un vero capolavoro della letteratura!!!!
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10-12-2003, 23.47.54 | #17 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-12-2003
Messaggi: 48
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Citazione:
Lo sto leggendo proprio in questi giorni e mi sta affascinando. Ti saprò dire prestissimo. Ultima modifica di Woodstock : 11-12-2003 alle ore 00.07.03. |
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11-01-2004, 17.12.17 | #18 |
Utente bannato
Data registrazione: 21-12-2003
Messaggi: 16
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che bello,questa sezione è piu vera di quella filosofica...c'è il magma di noi giovani,meta sublimi,meta impostura...''NE RIEN SAVOIR,SI NON LA FASCINATION'' chi l'ha scritto?vi sfido al truce onanismo eruditivo...io di DOSTO ho letto tutto:infatti non ne ho letto nulla.cos'è piu pieno del nulla?il mio FRITZ-per gli estranei sulla cattedra NIETZSCHE-dice che è il solo psicologo dal quale imparerebbe qualcosa...lo leggero,quando pAsqua viene di maggio,come si dice nel mio abruzzo(quand' pasq' vè d' magg') mi suggestiona l'idea del superuomo in nuce...me ne dite a profusione,in empedoclee proluvie di amicalita?non chiedo la luna,è vero.SOLO le stelle, chiedo....qualcosina di DOSTO la so,fuor di istrione...''COSA FAREMO DEI MILIONI DI UOMINI CHE NON AVRANNO AVUTO IL CORAGGIO DI PREFERIRE IL PANE DEL CIELO A QUELLO DELLA TERRA,DI QUESTI MILIONI E MILIONI DI ANIME?''non è testuale...e poi il suo IDIOTA,come tipo psicologico precipuo di GESU.....un grande,DOSTO,la cui conoscenza vale il piacere della vita...non trovate?quando si dice nella filastrocca natalizia,rivolgendoci a Gesu:''ahi quanto ti costo l'averci amato..'',mi viene in mente:''ma chi te lo ha chiesto,o RE DEL CIELO?...'' nel mio ateismo stendhaliano-la sua battuta atea non ve la dico...chiedete e sarete abbuffati...la trovate nell'ECCE HOMO....-tuttavia penso a GESU col dubbio:''ma non è che era veramente figlio di dio?'' sara condizionamento culturale-subliminale,ma proprio non riesco a pensarlo alla stregua-di questa parola ignoro l'etimo..mi aiutate?quante ne chiedo?...-di semplice UOMO...mi sentisse FRITZ,il mio avvocato della vita.... è IL CASO DI DIRLO,...SCUSATEMI....andrea.. .mi piacerebbe sentire qualcuno,ma ne dubito....la vera folle tragedia è la CERTEZZA...amleto docet...andrea d'emilio,pescara,20 anni il 16 febbraio...
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