FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità
La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.
Capitolo 6 - Marzo 2015
Fondamenta delle arti guaritrici
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«Quello che determina le funzioni degli organi non è materiale, non è spiegabile all’aiuto di atomi e particelle. Lo si vede nei processi di guarigione quando il tutto è ricostruito sebbene la funzione delle singole parti fosse distrutta».
Roger W. Sperry premio Nobel 1981 per la medicina
Nei capitoli precedenti sono state esposte molte singolarità sugli attori che fissano l’essenza della nostra vita. Abbiamo stabilito che consapevolezza cosciente/incosciente, è un modo universale in grado di convogliare informazione su di noi. Questa informazione virtuale, alla quale è possibile attingere, è memorizzata nell’Oceano delle infinite possibilità che ingloba sia noi, sia la materia e sia l’universo nel suo totale. Conscio/subconscio è per così dire il vettore, ovvero il mediatore delle possibilità delle percezioni concrete. Conscio/subconscio è un modo universale il cui compito consiste nel riconoscere e pilotare singole informazioni o campioni d’informazione dal gigantesco “Oceano delle infinite possibilità”. Nel capitolo 7, le percezioni del subcosciente vengono messe in relazione con l’anima mentre quelle coscienti sono messe in relazione con l’intelletto. La percezione è possibile perché onde di energia universale che riempiono l’Oceano delle infinite possibilità, collassano in particelle con proprietà particolari. Queste particelle influenzano la materia del nostro corpo sviluppando forze sulle masse. La fisica quantistica descrive i meccanismi alla base. Quello che al centro dell’attenzione dell’individuo concerne anima e intelletto lo descrive la filosofia quantistica.
Ogni individuo deve apprendere da sé l’impiego ben mirato di questa modalità. Già da piccoli apprendiamo a connettere sensazioni innate con una data situazione. Inoltre impariamo a camminare, ad andare in bicicletta e ben altre cose. Come abbiamo già appreso, l’IO quale personalità si sviluppa in primo luogo sulla base delle esperienze fatte dall’individuo. Secondo il principio dell’accoppiamento reattivo, le esperienze sono il risultato di avvenimenti che seguono in parte uno sviluppo ben preciso. Questo principio di accoppiamento reattivo vale per le funzioni della vita nel loro insieme.
Le singolarità descritte nei capitoli precedenti ci possono aiutare a comprendere i principi che vanno al di là di avvenimenti e azioni quotidiani. Solo quando noi avremo capito come tutto funziona, saremo in grado di ottimizzare gli eventi e beneficiare di un certo potere sulla materia. Vedremo nell’ottavo capitolo, cosa bisogna fare a tal fine.
Uno dei più importanti settori di applicazione riguarda la salute e la guarigione. Nel capitolo 2 abbiamo appreso che l’effetto Placebo-Nocebo è da fare risalire interamente all’informazione applicata, informazione a cui l’inconscio aggiunge quasi automaticamente “senso e valore” attraverso sensazioni specifiche. Quando questo avviene, noi lo rileviamo dal conseguente cambiamento, in meglio o in peggio, delle funzioni della materia del nostro corpo. Il cambiamento della materia in un sorta di accoppiamento reattivo, provoca un’amplificazione delle impronte dei sensi. Siamo in presenza di emozioni.
Tutto quello che fino ad ora abbiamo appreso sul ruolo che conscio/subconscio assume nella costruzione della realtà, può essere trasferito integralmente su quello che avviene nel momento della guarigione. Nella teoria quantistica che sta alla base della realtà, la causalità è assente. Causalità è un prodotto della consapevolezza cosciente. La consapevolezza si muove nell’Oceano delle infinite possibilità, sceglie avvenimenti ben precisi, li seleziona e lascia che l’intelletto li spieghi. Sorge così p.es. la sensazione del tempo attraverso l’allineamento degli eventi.
«La causalità può essere vista come una sorta di percezione, attraverso la quale noi riduciamo a un ordine le nostre impressioni sensoriali».
Niels Bohr
Nel capitolo 5 abbiamo già accennato a quello che in dettaglio presenteremo nel capitolo 7: “Le funzioni di onde dei quanti materiali dell’organismo, straripano al di là dell’organismo in interazione con un fine prescelto. Questo avviene anche tra individui, come p.es. tra terapista e paziente. Ne derivano conseguenze sorprendenti per la intermediazione di impulsi di guarigione. Seguire un’olistica obiettivamente o secondo uno schema è impossibile. Come terapista si deve soprattutto osservare il caso singolo e fare agire la percezione intuitiva personale sia nella diagnosi e sia nella terapia. Il trattamento è quindi consapevolmente soggettivo. Presenteremo nel capitolo 8 alcune prove di tele-guarigione, i cui risultati possono essere generalizzati e quindi anche resi validi per trattamenti diretti.
La guarigione è un meccanismo che con tutta evidenza viene messo facilmente in atto dalla natura senza farsi fuorviare. Anche noi possediamo un sistema rigenerativo continuamente impegnato a fornire una prestazione immensa. Milioni di cellule muoiono ogni minuto, vengono scomposte e asportate, e altrettante nuove se ne formano ogni minuto.
Il nostro corpo necessita inoltre più di 50 mila, addirittura forse oltre 100 mila enzimi diversi (finora ne sono stati classificati circa 3 mila). Questi enzimi devono essere richiesti e costruiti dal DNA e indirizzati nell’organismo nel momento esatto e nel posto giusto. Tutti gli enzimi sono al corrente dell’attività del totale degli altri enzimi. Nel mondo non esiste nessun calcolatore con una potenza del genere.
Secondo le conoscenze attuali e con la considerazione di teorie plausibili, la guarigione all’aiuto degli enzimi funziona su diversi piani gerarchici. L’effetto degli enzimi dipende coercitivamente dalla loro conformazione. Questa dal canto suo si basa di nuovo sulle forze specifiche di coesione molecolare che costruiscono l’enzima/proteina. Una falsa conformazione causata da forze di coesione sbagliate, toglie all’enzima ogni effetto. Trattata da questo punto di vista la malattia in fin dei conti si riduce ad un disturbo (spazio-temporale) locale della coesione molecolare. La guarigione è di conseguenza la ristrutturazione della coesione adeguata. Solo il controllo continuo della degradazione e restaurazione al punto giusto e al momento giusto di una data forza di coesione prestabilita può garantire la salute.
Nel quadro della nostra visione medico-scientifica attuale, noi trattiamo la guarigione solo come un processo molecolare che si sviluppa secondo la legge di causa ed effetto. Se p.es. una ferita guarisce noi lo attribuiamo ai fattori di crescita o ai fattori immunitari che costruiscono strato dopo strato un tessuto distrutto fino a quando tutto è di nuovo ripristinato.
Proprio da qui sorgono le domande: Perché con lo scorrere del tempo può instaurarsi un nuovo ordine? Perché “il tempo sana tutte le ferite”? La seconda legge della termodinamica dice esattamente il contrario: “Con lo scorrere del tempo aumenta il disordine” (entropia).
Da dove apprende l’organismo come viene costruito un tessuto e quando deve avere fine la sua costruzione o, detto altrimenti, quando crescita e fattori immunitari devono essere disattivati? La risposta usuale forse suona: “Il DNA lo sa”. Tuttavia questo non può soddisfarci perché il DNA della mia mano è identico a quello della radice dei miei capelli. Da dove sa il DNA come riparare la mano o il capello?
Ormai si dà la responsabilità all’Epigenetica che costruisce i ponti tra l’ambiente e l’impianto genetico. Il concetto di “Epigenetica” fece la sua apparizione nella letteratura già verso la metà del diciannovesimo secolo sebbene tragga le sue origini da Aristotele (383-322 a.C.). Il filosofo parlò di Epigenesi quale sviluppo di forme organiche individuali dalla sostanza amorfa.
John Walter, docente di genetica all’Università di Saarland, illustra l’Epigenetica paragonandola ad un computer: il DNA sarebbe la memoria di massa, e i programmi l’Epigenoma: “l’insieme di tutti gl’influssi informativi”. Dai programmi del computer possiamo accedere ai dati specifici della memoria di massa. Settori ben definiti sono protetti da codici di accesso, altri no. Dobbiamo arrivare a conoscere perché è così, chi inserisce il codice di accesso e come decifrarlo. Assieme a questo troviamo anche un sintomo già conosciuto da tempo: se una struttura materiale dell’organismo viene spenta, eliminata, quale l’amputazione di un braccio o di una gamba, nonostante tutto la sua funzione resta conservata nel cervello quale informazione e provoca per esempio il dolore fantasma.
Domande ancora oggi in sospeso trovano una risposta se guardiamo la guarigione come processo che coinvolge l’informazione presente nell’intelletto, a cui segue una riparazione che equivale a un processo materiale. Lo stato che permette la guarigione non viene ristrutturato, bensì adeguato ad una informazione antecedentemente memorizzata. In pratica siamo di fronte ad un salto nel passato.
Anche processi intellettuali informativi necessitano di una energia di base. Le energie guaritrici possono essere spiegate scientificamente? Noi qui vogliamo concentrarci soprattutto su un aspetto: l’informazione primordiale per la nostra costruzione e per la nostra architettura.
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