Riflessioni dal web Indice
Gruppi in Internet, dal sé al gruppo virtuale
di Walter Iacobelli
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Gruppalità
Gli scettici di Internet, hanno sempre dubitato della possibilità di trovare gruppi veramente uniti in un ambiente in cui la comunicazione è mediata dal computer. Nonostante la natura fragile ed effimera di molti forum, nel cyberspazio sembra esistere un senso di appartenenza al gruppo forte e costante.
Negli stati uniti J. Korenman e N. Wyatt (1994) hanno studiato alcune variabili gruppali in rete, osservando le modalità di partecipazione e gli atteggiamenti dei partecipanti alla mailing list WMST-L.
Si tratta di una mailing list accademica senza la figura del moderatore, destinata a persone impegnate nello studio di problematiche femminili, che coinvolge insegnanti, ricercatori, bibliotecari, amministratori di corsi di studio e un’ampia gamma di persone interessate all’argomento.
Dal 1991, anno di apertura della lista, il numero degli iscritti e dei messaggi è aumentato costantemente. Nell’agosto 1991, per esempio, 28 persone hanno inviato 51 messaggi e già nel gennaio 1993 sono stati inviati 365 messaggi da 193 persone diverse; da questi dati statistici emerge la vasta partecipazione alla lista.
Su molte liste si assiste a discussioni animate tenute da poche persone che occupano il centro della scena, mentre gli altri stanno a guardare (o si nascondono: lurker ) facendo solo pochi commenti.
Korenman e Wyatt hanno indagato il legame che, a giudizio di ogni partecipante, teneva insieme il gruppo e quanto fosse sviluppato il senso di gruppalità. Alla domanda su quale caratteristica del gruppo fosse più apprezzata e utile, la risposta più frequente è stata fare informazione, mentre altri hanno riferito di percepire un senso di appartenenza o di avere la possibilità di discutere esperienze personali.
In base all’analisi dei contenuti dei messaggi, questa mailing list appariva tranquilla e senza grosse discordie al suo interno, anche se esistevano discussioni e punti di vista differenti sugli argomenti più delicati. Sembra che i membri del gruppo abbiano trovato un ambiente idoneo e gradito per affrontare tematiche anche molto personali, richiamandosi a quel senso di gruppalità a volte così effimero, ma a volte molto reale.
È possibile che tra compagni di gruppo on-line si creino legami molto forti, a volte anche più profondi di quelli che si instaurano all’interno dei gruppi nella vita reale.
Tom Mandel, descrisse così la sua esperienza in un gruppo virtuale poco prima di morire:
Vorrei iniziare ringraziando tutti voi, personalmente e collettivamente, per la magnifica esperienza vissuta negli ultimi dieci anni trascorsi su Well . Nel bene o nel male – abbiamo vissuto tutto insieme – il gruppo è stato un riferimento importante nella mia vita, specialmente in questi sei mesi cui ho ricevuto molto conforto. Sono triste, molto triste, non so dire quanto sono triste e addolorato di non poter rimanere più a lungo a discutere e parlare con voi…
Le persone imparano ad amare il gruppo telematico e vi si affidano, pur conservando sentimenti ambivalenti e qualche volta facendo un passo indietro per riconsiderare la stranezza dell’esperienza.
Definire un gruppo è già difficile quando il termine non è accompagnato da aggettivi elusivi come virtuale. Una definizione piuttosto concisa, caratterizza il gruppo come un insieme di più persone che interagiscono tra loro e si influenzano a vicenda. Questa definizione sembra chiara e soddisfacente se si evita di pensare a situazioni come più persone nello stesso ascensore, in un teatro o nello stesso vagone della metropolitana.
La presenza delle caratteristiche appena indicate, perfettamente riscontrabile all’interno di qualsiasi gruppo sociale, è molto meno ovvia tra le persone di un ascensore, a meno che la cabina non si fermi improvvisamente tra un piano e l’altro e tutti impallidiscano preoccupati. L’interazione tra persone che si trovano a stretto contatto fisico varia notevolmente in base alle circostanze: una piccola modifica nell’ambiente è in grado di trasformare in un attimo un insieme di persone in qualcosa che si avvicina molto alla definizione tradizionale di gruppo.
Come i gruppi della vita reale, anche i gruppi virtuali possono essere molto vari e diversi tra loro. Alcuni sono formati principalmente da persone che si conoscono e che si servono della rete semplicemente come mezzo per tenersi in contatto e per scambiarsi idee tra un incontro e l’altro. Altri gruppi virtuali raccolgono via Internet persone che hanno interessi comuni, ma che non si conoscono nella vita reale. Esistono infine quei gruppi virtuali i cui membri non hanno alcuna prospettiva di incontrarsi nella vita reale, sebbene condividano interessi e idee. Sono questi i gruppi in cui il senso di appartenenza, la gruppalità, può emergere soltanto attraverso le dinamiche della comunicazione on-line, ammesso che emerga.
Nella terminologia delle scienze sociali non è infrequente incontrare definizioni non perfettamente chiare, ma interazione e influsso sono due termini molto utili per comprendere la natura dei gruppi on-line e confrontarli con i gruppi reali. Le persone che interagiscono in Internet si influenzano a vicenda, a volte anche in modo pesante. Le modalità con cui si presentano questi processi sono diverse da quelle della vita reale, ragione per cui non deve sorprendere il fatto di riscontrare sentimenti di ambivalenza riguardo il significato di appartenere a un gruppo virtuale. Sappiamo da decenni di ricerca scientifica che la presenza di altre persone influisce sul comportamento umano, anche quando si tratta di sconosciuti che non si incontreranno mai più.
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