Riflessioni dal web Indice
Animismo e società
(prima parte)
di Antoine Fratini
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Le malattie costituiscono per essa una risorsa indispensabile da sfruttare anziché un problema da estirpare. Sono molti i testi di denuncia e le querele nei confronti della medicina e di quelle cure mediche che non soddisfano i criteri di scientificità e sono colme di effetti collaterali più o meno gravi.
Perso nella psicosi creata dal sistema, l'uomo diventa un essere finito, senza più aspirazioni reali e totalmente surdeterminato (Althusser) da desideri che non gli appartengono. Onestamente, bisogna concordare che risulta molto difficile trovare altre e migliori spiegazioni a questa folle rincorsa dell'uomo dietro al danaro quando una società più libera e prospera che in passato gli permetterebbe invece di godersi finalmente la vita.
Un ruscello nel mezzo di verdi montagne, le carezze offerte dai raggi solari, la fresca ombra di una quercia, di un faggio... pane, frutta, formaggio e miele... familiari, amici, gioco, conversazione gesti di affetto, sensazioni di pace, armonia con se stessi e con il mondo... il paradiso è qui, calpestato brutalmente sotto ai nostri piedi. La guarigione risiede nelle stelle perché ognuno ha la propria stella e si tratta di seguirla per non perdersi d'animo e non fissarsi su cose che non ci appartengono. Pensate ad uno stile di vita in cui finalmente il tempo non si subisca soltanto, ma si possa anche prendere per coltivare la propria anima e arricchirsi interiormente. Pensate ad un mondo governato dai valori legati all'anima, in cui ogni nostro atto si imponga non già per la propria forza o convenienza economica, ma per la sua bellezza intrinseca; un mondo in cui ogni paesaggio venisse considerato e rispettato come un'opera d'arte compiuta dalla Natura; un mondo il cui tema di fondo fosse l'armonia, la pace, la diminuzione della sofferenza di tutti gli esseri viventi del pianeta... Quanto lontani siamo ancora da tali scenari! Quanta strada ci rimane da percorrere nel buio del nostro egoismo e della nostra ignoranza! Come per gli indiani d’America, gli aborigeni australiani e gli altri popoli animisti del pianeta, mondo interiore mondo e mondo esteriore dovrebbero vivere in sintonia. I luoghi di una vita, di una gioventù, legati alla memoria e alla tradizione, dovrebbero essere considerati sacri anziché passare in secondo o terzo piano rispetto alle esigenze di sfruttamento dell'ambiente. Non si rovina un bel paesaggio collinare fatto di boschi, prati verdeggianti e ruscelli per ricavarne cemento; come non si dovrebbe costruire una raffineria alle porte di Venezia, città che è già di per sé opera d’arte unica al mondo. Se proprio un allevatore vuole costruire una stalla moderna per produrre più latte e ricavarne maggiori profitti, le leggi dello Stato dovrebbero almeno suggerirgli di fabbricarla secondo criteri rispettosi della bellezza e dello stile tradizionale del territorio. Il rispetto è una conquista dell'educazione. Quale educazione intende fornire la società moderna ai propri cittadini? Chiediamoci ancora quali sono i valori spronati dalla nostra società? questi valori sono il potere economico e sociale, l'apparenza (l’immagine), il materialismo, la tecnologia, la determinazione, l'agonismo, l'esaltazione, la violenza…
La prima forma citata di potere è anche la più spacciata e si riflette chiaramente sul piano politico e sociale nell'importanza straordinaria accordata all'economia. L'uomo moderno è solito fare derivare la felicità da questa forma del potere. Così, il potere d'acquisto, che è uno dei criteri sui quali pesiamo il calcolo dell'inflazione, il "potere dei soldi", è il primo valore dell'uomo e della società moderni. La felicità, la pace nel mondo, la serenità d'animo, l'amore tra familiari o tra i popoli, nella mente dell'uomo moderno come nei suoi comportamenti dipendono quasi esclusivamente da Economia. Questa affermazione potrà apparire esagerata, ma questo dipende dal fatto che a parola siamo sempre pronti a dispiegare il meglio di noi, a idealizzare la cruda realtà, anche per darci buona coscienza. Non sarà di certo la psicoanalisi a smentirci su questo tema. Infatti, la prima grande considerazione che possiamo trarre da più di un secolo di pratica analitica riguarda proprio la perenne alienazione dell'uomo nei propri discorsi. L'essere parlante non smette praticamente mai di raccontarsi delle storie nei confronti di sé stesso e di un mondo che, come insegnano Nietzsche e Freud, egli vorrebbe fosse un riflesso della sua morale. Ripeto, una minima mancanza negli introiti previsti da uno Stato anche ricco è atta a provocare rappresaglie e guerre, come è avvenuto ultimamente tra l’Irak e l'America di Bush. Maneggiare grosse somme di danaro, l'essere al centro di cospicui interessi economici, l'essere un importante uomo d’affare o una personalità politica di rilievo dà all'uomo una inebriante sensazione di potenza. "E’ come stringere una pistola" risponde Henry Fonda in C’era una volta il West del grande Sergio Leone alla domanda "Che cosa si prova ad essere dall’altra parte della scrivania" rivoltagli dal politico reso arrendevole dalla propria incurabile e divorante malattie. Tale sensazione di potere, esattamente come nel caso della droga, provoca di ritorno una dipendenza psicologica e fisiologica che poche persone mostrano di saper superare. Così, il potere economico da una parte si paga con la mancanza di potere interiore dall'altra. Tanto più l'uomo insegue questa forma di potere, quanto più egli si aliena da sé stesso e si svuota interiormente, perdendo quei poteri o capacità che invece la maggior parte dei popoli animisti, come per esempio gli indiani d'America, ponevano in cima alla loro scala dei valori.
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