Riflessioni dal web Indice
Animismo e società
(prima parte)
di Antoine Fratini
pagina 7/9 .: pagina precedente .: pagina successiva
Uno sciopero generale dei consumatori costituirebbe per il nostro sistema un fatto altrettanto grave di un ammutinamento generale dei soldati in una guerra convenzionale o su di una nave bellica. L'operaio deve ogni mattina andare a timbrare il suo cartellino e produrre merci di consumo che poi egli stesso e altri acquisteranno negli orari extra lavorativi. Certo, la condizione dei lavoratori è profondamente cambiata rispetto ai primi decenni della rivoluzione industriale. Oggi il lavoratore gode di maggiori diritti ed è molto meno sfruttato che in passato. Le sue condizioni di lavoro, il suo stipendio, il suo statuto sono sensibilmente migliorati e sembra che questo alla fine si sia rivelato un bene per l'intero sistema che non deve più temere nessuna rivoluzione. Al massimo, l'opera di sindacati ed enti in difesa dei lavoratori fanno qualche pressione in favore di piccoli cambiamenti, accettati i quali il sistema può sperare di ripartire a pieno ritmo e di prosperare. La maggiore distribuzione delle ricchezze materiali non produce minori profitti, in quanto l'economia aspira oggi ad una dimensione mondiale e ha capito da tempo l'interesse di puntare sui grandi numeri. Inoltre, in questo modo il sistema si rivela più sicuro anche a lungo termine. Ora che la credenza nell'economia ha raggiunto un livello planetario conquistando, ora che le persone si possono cullare nella speranza di avere più fortuna dei propri fratelli e di essere toccati dalla ricchezza (la "grazia" donata dal dio Economia a chi si china totalmente al suo cospetto), i sacerdoti di questa nuova religione di massa hanno gioco facile nell'eliminare ogni dubbio che può insorgere nei singoli. Mi sembra di ascoltare quella voce all'altoparlante nel film THX 1138 di Georges Lucas che ogni tanto ripeteva: "se non ti senti perfettamente a tuo agio, chiama il numero..."! Se non ti senti perfettamente tuo agio, compra nuovi vestiti, fatti un fisico in palestra, regalati una vacanza alle Maldive o in un altro posto esotico... e poi vedrai che ritornerai più uguale di prima! Nel frattempo ti avrò dato l'illusione del cambiamento, ti avrò convinto concretamente, attraverso il tuo potere d'acquisto, di essere importante, libero e felice. Ma questo non mi basta ancora: dovrai a tua volta cercare di convincere i tuoi stessi amici raccontando loro le tue avventure in alberghi quattro stelle fino a vedere la bava uscire dalla loro bocca. Solo allora ti potrai considerare soddisfatto pienamente. Solo io, il tuo Dio, può darti tutte queste cose. Ricordalo e sii felice!
Ovviamente, tutto ciò corrisponde ancora volta ad una mia puerile esagerazione, determinata magari dall'aggressività e dalla depressione repressi che ogni fallito si porta dentro immancabilmente. Provate ad immaginare cosa succederebbe se la maggior parte dei consumatori di un paese ricco si mettesse veramente a scioperare ad oltranza. Con ogni probabilità i potenti dell'economia di quel paese e dei paesi economicamente più legati ad esso, troverebbero nuovi motivi per fomentare nuove guerre al fine di conquistare nuovi territori e nuovi consumatori da spremere come limoni. E se un domani la manodopera fosse rimpiazzata totalmente dai macchinari e non esistesse più nemmeno un solo lavoratore, i consumatori continuerebbero a moltiplicarsi per alimentare l'appetito vorace dell'economia. Nella nostra società le persone sono portate a consumare sempre di più, a buttarsi corpo e anima su ogni novità anche superflua, alla ricerca di una felicità promessa tutta esteriore all’anima. E questo sbaglio le rende bulimiche. La bulimia, infatti, non è solo alimentare, come la droga non è solo relativa alla sostanza chimica. La bulimia consiste più in generale nel riempire la propria vita di cose materiali che non possono, per loro natura, soddisfare l'anima, mentre la droga consiste più in generale nell'accettare delle dipendenze che danno l'illusione della felicità e della sicurezza, come per esempio il darsi in totale assenza di autocritica a certi programmi televisivi. In tutti questi casi è il vuoto dell'anima a farsi sentire prepotentemente. Viene da chiedersi se l'uomo non riuscirà mai ad uscire da questa sua psicosi collettiva. Questo dubbio equivale allo stesso tempo a domandarsi se la nostra società riuscirà a salvarsi, magari trasformandosi in un altra migliore, maggiormente basata sui valori dell'individuo, o se perirà, vittima dei difetti intrinseci al suo assetto, come è capitato per altri motivi a molti civiltà del passato.
Rispetto alle società del passato però, la tecnologia costituisce un dato nuovo atto in teoria a permettere la continuità ad oltranza del sistema. Infatti, una volta l'individuo totalmente manipolato dalla tecnologia, dai mezzi di informazione e dalla chimica (si proibiscono solo le sostanze che nuocciano al sistema, come per esempio la marijuana che sensibilizza e crea un surplus d'anima, mentre altre sostanze vengono largamente sponsorizzate, come nel caso degli psicofarmaci e dell'alcol) e una volta trovate le fonti di energia praticamente inesauribili, quale evento potrebbe turbare il sistema e cambiare la società? In questo sistema perfetto non ci sarebbe spazio né per le guerre, né per le rivoluzioni. Ci incamminiamo progressivamente senza troppe resistenze verso uno scenario in cui tutti potrebbero avere le loro vite programmate senza nemmeno rendersene conto: la genetica rende in teoria possibile la creazione di nuove malattie e allo stesso tempo la loro cura, un "gioco di prestigio" che la psichiatria ha sempre usato senza ricorrere necessariamente alla genetica ma dando per scontata l'esistenza della malattia mentale a partire dall'analisi morale e pregiudiziale dei comportamenti dei pensieri delle persone. Creata la malattia, se ne inventa la cura. La medicina, in mano alle multinazionali del farmaco, non fa eccezione.
pagina 7/9
.: pagina precedente .: pagina successiva
Libri pubblicati da Riflessioni.it
RIFLESSIONI SUL SENSO DELLA VITA 365 MOTIVI PER VIVERE |
|