Riflessioni dal web Indice
Animismo e società
(prima parte)
di Antoine Fratini
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Non tutti gli eroi in effetti hanno avuto un destino fortunato come quello riservato ad Ercole ricevuto nell'Olimpo! Nella maggior parte dei casi, l’eroe occidentale classico (a differenza dell'eroe solare che gli è storicamente antecedente) si porta sembra addietro l’ombra di un destino infausto. Come Sisifo obbligato dagli dei negli inferi a fare rotolare con mani e piedi una grossa pietra e a ripetere in eterno l'operazione per il comportamento insolente della stessa che, arrivata quasi in cima al monte, ricadeva inesorabilmente verso il basso; o come Tantalo che volle condurre la stessa esistenza degli dei e peccò di presunzione mettendo alla prova la loro conoscenza nel servire loro un piatto di carne umana. Egli fu per questo imprigionato nel Tartaro e costretto a patire la fame in eterno poiché, ogni volta che tentava di mangiare i frutti che pendevano sopra il suo capo, questi si allontanavano.
L'umanità moderna vive per così dire "nell'era dell’Eroe", anzi ci troviamo al suo parossismo. Sembriamo condannati da demoni oscuri ad assistere impotenti all'avvelenamento e alla distruzione del nostro pianeta. Forse l'unico rimedio sarebbe, come suggerisce giustamente Luigi Zoja nel suo libro Crescita e colpa, il riconoscimento e l'accettazione del nostro senso di colpa inconscio. Questo potrebbe portarci in effetti a quella profonda rimessa in questione del nostro atteggiamento e del nostro ruolo. A mio parere tale rimessa in questione si avvera indispensabile alla crescita psicologica dell'intera società. Questa eroica mania di potenza non ha risparmiato nemmeno la psicoanalisi. Ellenberger cita nel suo celebre libro Storia della scoperta dell'inconscio un Freud che si autodefinisce non è un semplice scienziato né un terapeuta, ma addirittura un "conquistatore"! E ricordiamo a tale proposito il celebre apoftegma freudiano: "Là dove era l'Es, deve subentrare l’Io". In altre parole, l’Io deve dominare l’inconscio. Fintanto che non usciremo dalle grinfie del nostro atteggiamento eroico compulsivo e non faremo prova di umiltà, la situazione del nostro mondo non potrà cambiare realmente. L'uomo, la natura, la società non sono cose da sfruttare, ma valori da vivere e rispettare. Armonia dovrebbe diventare la nostra nuova divinità, la nostra nuova dominante psicologica, ma siamo ancora ben lontani dal sacrificare al suo altare anche un minimo del nostro ego. Questa analisi non è per niente esagerata e pessimistica. Anzi, è perfettamente obiettiva e realistica. Per accorgersene ci basterà confrontare tramite un semplice parallelo l'evoluzione della tecnica con l'evoluzione della saggezza. L’equilibrio della nostra società capitalistica non regge, come vorrebbero fare credere certi politici, su di una maturità effettivamente raggiunta, ma sulla paura e sulla non convenienza delle grandi potenze di entrare in una guerra atomica che le devasterebbe entrambe. Ancora: quante persone nel mondo vanno a pregare nelle loro chiese per sedare i loro sensi di colpa, ma poi sfoggiano nella vita comportamenti egoistici, superficiali e meschini? Credo che la maturità, se esiste, sia il non raccontarsi delle storie, o il raccontarsene poche. Detto en passant, questo è anche il maggior risultato che si possa ottenere con la psicoanalisi. Il contrario è cercare di far passare il proprio egoismo sfrenato per altruismo, per determinazione o per bravura. Occorre diffidare fortemente di coloro che, pur parlando sempre di economia, appaiono privi del benché minimo senso di colpa. I sensi di colpa infatti, non sono da considerarsi sempre patologici, ma costituiscono spesso il segno della presenza di un'anima. Gli uomini politici, i manager, gli imprenditori ecc. che con cinismo si prosternano di fronte al loro dio Economia e non mostrano riguardo alcuno per Madre Terra, potrebbero essere considerati psicopatici o malati dal punto di vista dell'animismo e delle civiltà tribali. Nella parola "egoismo" è presente la radice "ego": ed ecco rispuntare l'Eroe che conpulsivamente trancia il nodo gordiano ritenendo di poter affrontare e piegare tutto con la sola forza e determinazione. Queste mie parole sono scandalose, tristi, rabbiose, depresse, pessimistiche? Può darsi. Purtroppo, esse sono coerenti con lo spettacolo di devastazione dell'ambiente e di manipolazione dell'uomo cui si assiste quotidianamente. Il divario impressionante tra il potere tecnologico e la saggezza o maturità interiore dell'uomo oggi è diventato estremamente pericoloso. I paesi occidentali hanno sostituito la guerra classica con la guerra economica e, come è la regola in ogni conflitto, continuano a commettere atrocità. Queste atrocità, a volte, vengono alla luce del giorno e si chiamano crack borsistico sui risparmiatori, contaminazioni alimentari come nel caso della mucca pazza, scempio ambientale come per esempio nel caso delle "carrette del mare" che periodicamente si rompono e inquinano di petrolio o altro veleno migliaia di chilometri di coste, abolizione delle misure legali restrittive nei confronti dello sfruttamento della Natura come l'estensione del periodo di caccia o la legge Tremonti che ha permesso il moltiplicarsi di orrendi capannoni di cemento in tutta Italia, discariche abusive spesso gestite dalla mafia... Il bersaglio non è più l'uccisione del nemico, in quanto il nemico è allo stesso tempo la materia di sfruttamento, cioè l'individuo in quanto consumatore. Anzi, per essere più precisi, l’individuo, cioè il libero pensatore, è il nemico da eliminare al fine di acquisire sui consumatori il massimo controllo e poterli sfruttare totalmente. Progressivamente, nella nostra società l'individuo è destinato a scomparire per lasciare il posto al consumatore. Questa operazione è già avvenuta in parte, nonostante la nascita e il progressivo rafforzamento dei vari movimenti per i diritti del consumatore.
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