Riflessioni Filosofiche a cura di Carlo Vespa Indice
Considerazioni sul pensiero scientifico
di Clericus
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[1] questa tesi non deve affatto sorprendere, e non è recente. "La conoscenza non sta nelle [singole] conoscenze" è detto nel Teeteto , e si potrebbe riflettere sulla consistenza di una proposizione del tipo "conoscere cosa sia la conoscenza".
Ciò non toglie che ciò che noi indichiamo usualmente con "pensiero scientifico" abbia avuto un inizio nel
tempo; e tanto meno che il nostro modo di pensare (ammesso che vi sia
una unità di fondo) non sia affatto identico a quello del Neolitico. [2] In ef
[2] veramente, questa proposizione
non ha carattere immediatamente fattuale. E' solo un giudizio, cui si
può giungere osservando che il modo di pensare degli antichi fosse diverso da quello dei moderni. Peccato che, ragionando fino alle estreme conseguenze,
si troverebbe che non esisterebbe una unità del concetto di "pensiero". Con
questo non voglio stupire chi legge asserendo proposizioni paradossali; è solo
che noi organizziamo il nostro pensare su pregiudizi - ovvero su punti
E' un po' quel che succede quando si
asserisce che vi sono logiche diverse. Se fosse così, in base a quale di
queste logiche si arriverebbe a tale conclusione? Proprio perchè vi sono
logiche diverse, dovrebbe essercene qualcuna nella quale la conclusione sarebbe
proprio quella opposta.
E' molto più probabile che le
mutate condizioni storiche e sociali abbiano esercitato una nuova e diversa
pressione, che ha inibito certe cose e favorito altre: come dire che,
nell'indefinito caos di tutte le potenzialità, la particolare situazione che
venne a crearsi, nella
[3] questo destino capita anche ai
sommi scienziati. Newton fu severamente criticato da E. Mach, il quale
ebbe a ridire che egli non si sarebbe attenuto al "fattuale" ["non fingo hypotheseos..."].
Einstein
verosimilmente si sbagliò nei confronti della meccanica quantistica. Per
non parlare di Aristotele, della cui fisica nulla sta più in piedi. O
dell'idea per cui la geometria euclidea fosse l'unica possibile. E non si
tratta di errori limitati a qualche problema specifico, ma su questioni
assolutamente fondamentali, al punto che per capire i punti di vista ormai
classificati come errori bisogna, in certi casi, operare uno sforzo, per
tentare di ricostruire una logica ormai abban
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