Riflessioni Filosofiche a cura di Carlo Vespa Indice
Considerazioni sul pensiero scientifico
di Clericus
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Comunque sia, questo modo di
intendere la dimostrazione separa in modo netto l'osservazione empirica e la logica matematica. La verità matematica appare autosufficiente e
indipendente dai fenomeni; essa si irrigidisce
in una struttura il cui fondamento non è il mondo fisico, ma un mondo ideale,
che è possibile intuire attraverso la geometria.
Perciò la "nascita" del pensiero
scientifico moderno deve superare questa distanza tra il mondo fenomenico
e quello ideale dei matematici. Questo fu ottenuto estendendo il ragionamento
matematico alla "filosofia naturale" [si pensi p.es. alle definizioni e agli
assiomi del moto di Newton, e all'assetto deduttivo che impresse alla
meccanica], che da allora ha assunto il carattere della "scienza moderna". Già Galilei pone con chiarezza la questione, quando afferma
esplicitamente che la struttura dell'Universo è di tipo matematico e insiste
sulla necessità di osservare come avvengono i fenomeni
(mediante misure), prima ancora di indagarne le cause. Nel pensiero di Newton,
la contrapposizione tra geometria e realtà fenomenica è chiaramente evidenziata, quando si confronta lo spazio assoluto, vero,
matematico, con lo spazio empirico, relativo, nel quale i fenomeni
avvengono e al quale i fenomeni vanno riferiti,
e la sintesi tra i due concetti è realizzata mediante l'esperienza del secchio
d'acqua rotante; il cielo delle stelle fisse diviene la migliore scelta
possibile come riferimento dei moti. Questa
sintesi, tuttavia, non tocca ancora la nozione tradizionale della verità matematica; lo spazio resta lo sfondo nel quale avvengono i fenomeni,
incondizionato dalla presenza della materia.
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