Riflessioni Teosofiche
di Patrizia Moschin Calvi - indice articoli
La voce del silenzio.
I due sentieri
Di Livia Lucchini
Giugno 2012
Si tratta di una riflessione sul secondo frammento de "La Voce del Silenzio", testo di H. P. Blavatsky tra i più conosciuti della tradizione teosofica, del quale Blavatsky stessa, nella prefazione alla prima edizione inglese, ci fornisce in proposito precise spiegazioni: "L'opera, dalla quale io traduco, forma parte della serie da cui furono tolte le Stanze del Libro di Dzyan, testo fondante de La Dottrina Segreta".
Patrizia Moschin Calvi
La voce del silenzio
I due sentieri
Livia Lucchini
Il piccolo libro è composto di estratti e frammenti scelti dal Libro dei precetti d'oro. La Signora Blavatsky stessa nella prefazione dice che in Oriente tali insegnamenti si pongono in mano a studiosi di misticismo.
Queste massime si ritrovano anche nel mistico insegnamento di Krishna ad Arjuna nella Bhagavad-Gita.
Si tratta di un'etica molto elevata e, a meno che non si perseveri seriamente nella ricerca della conoscenza di sé, non si darà mai volentieri ascolto a tali consigli: “Uccidi il desiderio di vivere”; “Uccidi la sensazione”; “Considera egualmente il piacere e il dolore, il guadagno e la perdita, la vittoria e la sconfitta”; “Uccidi ogni ricordo di passate esperienze”; “Non guardare addietro o sei perduto”.
La Blavatsky - che ha il merito di aver portato all'Occidente l'antico insegnamento mistico dell'Oriente, patrimonio dei grandi saggi - era però fiduciosa; e qui si rivolge ai pochi veri mistici della Società Teosofica.
Era l'anno 1889, due anni prima della sua fine terrena: questo prezioso volumetto racchiude e culmina la sua fatica, il suo messaggio.
In altre parole la ricerca del Sé si riallaccia alla massima greca: “Uomo conosci te stesso”, ma va oltre: “Uomo diventa te stesso, un essere spirituale”.
Dalla conoscenza intellettuale, l'insegnamento indica il sentiero per diventare il vero uomo spirituale, superando la parte animale che ancora persiste.
Forse l'insegnamento non è per tutti, ma uno sforzo tutti lo possono compiere sul sentiero evolutivo.
Si tratta di sperimentare, non solo di sapere. Sperimentare porta crescita.
Se una teoria о un insegnamento sono troppo astratti e non aderenti alla realtà, difficilmente ci possono interessare; non abbiamo elementi su cui discutere, invece un insegnamento metafisico può interessare e sollecitare l'intelletto a comprendere.
La metafisica spesso precorre la fisica.
Per questa riflessione è stata scelta la parte centrale del libro: il frammento II – “I due sentieri”.
Non perché gli insegnamenti siano qui più facili da praticare, ma perché s'avvicinano alla nostra psicologia, a noi che da tempo studiamo Teosofia.
Alcuni di questi insegnamenti sono stati assimilati dalla mente e, anche se non praticati, fanno però parte del nostro sapere.
Subito qui viene messo in rilievo e si parla della “Dottrina del Cuore” e della “Dottrina dell'Occhio”.
Ciò che viene chiamato “Cuore” è il vero sé dell'individuo, il suo archetipo, che egli deve conoscere per realizzare.
L'“Occhio” è la mente, ciò che esce dalla testa, dal cervello.
L'individuo sul sentiero della ricerca spirituale privilegia la “Dottrina del Cuore”- detta anche sigillo della verità.
“Come si può raggiungere la perfezione?” chiede il discepolo - ci chiediamo noi così frastornati dal mondo. Pare impresa impossibile.
“Sii puro di cuore - dice il maestro - prima di incominciare il viaggio; che non vi siano secondi fini calcoli. Fai ciò che ritieni giusto, anche se ciò ti può danneggiare sul piano dell'opinione pubblica, o della tua propria situazione esistenziale. Puro di cuore è colui che è veritiero e che ottiene il dono inestimabile della verità, della retta percezione delle cose”.
Così è preferibile alla sapienza appresa dai libri, la sensibilità percettiva dell'anima, quella sensibilità che si fa acuta nel silenzio e che a volte lancia segnali: la voce nel silenzio.
Quella voce riempie di gioia, gioia senza motivo. Indurrà a recepire la poesia, l'arte, la musica, la bellezza.
Anche se si è sentita una sola volta tale voce, l'esperienza resterà per sempre.
L'anima - o il Sé - il vero principio nell'uomo, quando lo si percepisce come contatto, cambia tutta la vita.
Avviene come una grande forza, più nulla fa paura; nello stesso tempo, pur praticando il distacco (le cose distraggono e spesso sono fameliche), si possiede tutto ciò che serve.
Più l'uomo cresce meno ha bisogno di cose, di sicurezze esteriori.
Ma nella norma l'uomo, per poter portare un sia pur minimo cambiamento alla propria vita, vorrebbe delle certezze. Una sorta di paradiso assicurato.
Non vi sono certezze per chi intraprende la via della ricerca.
La bellezza sta nel cercare, nello sperimentare, compiendo un certo lavoro evolutivo su di sé, destinato a traguardi individuali spesso alti, oppure assai modesti, ma non importa.
La sapienza di prima mano che viene dal Sé, con il distillato della sapienza tramandata dai Maestri, potranno essere guida nella vita per sottrarre il ricercatore a innumerevoli illusioni-inganni.
Ma tutto va sperimentato, passato attraverso il filtro della propria verità.
La conoscenza non deve restare ciò che già si sa.
L'esistenza ha più volti: ogni periodo la vita si presenta con un'illusione diversa, che appare come una necessità da realizzare.
Si evidenzia allora quella giusta attenzione all’ego, all'io, così subdolo e prepotente, il quale rispunta sotto più rivestimenti, anche sotto quello del volontariato.
Se si è alla ricerca della lode, o dell'ammirazione, la purezza dell'intento viene offuscata. Ciò viene indicato come falso. Si cade nella falsità.
La dottrina del cuore è per gli eletti, gli umili, i quali però stanno pure essi nel mondo, nella rete degli affetti, del lavoro, dell'esistere con tutte le sue implicazioni.
E qui può sorgere anche l'ostacolo: il dovere che non si può sfuggire, l'azione che produce altro karma...
“Che fare?”, si chiede chi anela ad elevarsi, uscire dalla moltitudine che brancola, che oscilla fra un po' di bene e un po' di male.
L'insegnamento dice: “I rami dell'albero sono scossi dal vento, ma il tronco resta immobile”.
Con altre parole un poeta contemporaneo dice:
“Avere tutto del mondo o nulla
nulla in te cambia
come poggiassi a un'asta invisibile
e l'asta è diritta e stabile
non oscilla a mediare libertà”.
Ad un dato momento, dopo che si è fatta la scelta (come un voto interiore segreto) si determina uno stato psicologico particolare: è come se davvero si appoggiasse ad un'asta invisibile e l'asta è diritta e stabile, non oscilla. Il vento della vita scuote i rami, ma quel punto centrale non è toccato.
È lì bello e lucente come un parallelepipedo di cristallo. È una forza straordinaria colma di vita e di energie.
Le difficoltà si dissolvono da sole; le sofferenze si accettano quale mezzo di purificazione.
Se vi saranno dei momenti gravi si aspetterà pazientemente che la prova passi, che il Karma negativo precedente si dissolva.
Non per timore di nuovo Karma il ricercatore spirituale si asterrà dall'azione, poiché la conoscenza di sé nasce dalle opere.
Egli sarà immerso nell'azione che gli compete, ma senza attendersi il risultato: il risultato dell'azione non è suo.
Non per paura di sporcarsi sfuggirà gli altri: la via della compassione è stata praticata dal Buddha dopo aver avuto l'illuminazione. Ciò è il massimo conseguimento. Nei Due sentieri è detto: “Se la Dottrina del Cuore attinge troppo alto per te, se tu stesso abbisogni di aiuto e temi di offrirne agli altri, allora, o uomo dal timido cuore, ti avverto in tempo: sta contento riguardo alla “Legge della dottrina dell'Occhio” (la mente) e spera ancora.
Perché se oggi non puoi raggiungere il Sentiero Segreto, lo potrai domani.
Sappi che nessuno sforzo per quanto piccolo può scomparire dal mondo delle cause.
Tu puoi creare oggi la sorte del tuo domani”. L'insegnamento è chiaro e pieno di comprensione e compassione per l'uomo. Lo incita a migliorarsi, a fare il suo meglio.
Ma anche in questo secondo sentiero, assai meno alto del primo, con quel poco che si ha da offrire, il Maestro dice di essere luce a chi vive nell'oscurità. “Cerca chi sa ancor meno di te affamato di Sapienza”.
“Persevera: i frutti di perfezione possono apparire lontani, ma intanto conta il primo passo che permette di entrare nella corrente spirituale.
La grande aspirazione a progredire può risvegliare, conoscenze sopite, che erano delle vite precedenti. I ‘Siddhi’ non si ottengono in una sola breve esistenza.
Sii umile se vuoi giungere alla sapienza, sii ancora più umile quando l'avrai conquistata.
E qualora la sapienza sia conquistata, sorge la responsabilità di vigilanza affinché non sia contaminata dalle cose del mondo. Non farne, commercio, speculando sull'ignoranza altrui”.
Ma la sapienza bramata nel fondo del cuore in segreto da chi aspira con tutto se stesso ad elevarsi, può portare ad un'aspra lotta con ciò che d'impuro persiste nella personalità.
Può profilarsi un lungo periodo di conflitto per provare la tua consistenza.
Però ciò che con tanta difficoltà è stato conquistato è lì e sostiene.
Questa luce spesso da me è stata chiamata “l'amico”.
“Non ci fossi tu amico
Invisibile
con quel lampeggiare
perderei l'orientamento”.
È detto: “Affinché non vi sia sfiducia nel perseverare, che nessuno di quelli in cui per la prima volta l'anima incomincia a bramare la liberazione, giunga alla liberazione finale, al Nirvana.
Nonostante ciò a nessun guerriero si nega il diritto di entrare sul sentiero che conduce verso il campo di battaglia. Egli vincerà o cadrà.
Se uscirà trionfante sarà onorato come un grande santo e l'aspetta il Nirvana.
Se, al contrario, alla fine dovrà considerarsi sconfitto dalle forze del mondo che non è riuscito a vincere, ciò nonostante - dice il Maestro - i suoi sforzi non andranno perduti: i nemici uccisi (i difetti della personalità) non torneranno nella vita dell'esistenza futura”.
Tutto l'insegnamento mistico spirituale sorregge con ardore generoso l'uomo che s'impegna. È la spinta a progredire, a collaborare con la legge evolutiva.
Il filosofo Popper sostiene che le idee nuove hanno una somiglianza straordinaria con le mutazioni genetiche; che ognuna di loro risponde infatti, al pari delle mutazioni genetiche.
Per altro verso: se lo sviluppo della conoscenza è un processo evolutivo, l'evoluzione biologica stessa può venire considerata un processo conoscitivo.
L'evoluzione di un uomo è diventata, sopra ogni altra cosa, l'evoluzione della sua conoscenza.
La disciplina spirituale che diventa conoscenza, fa come cadere un velo dagli occhi. La scoperta riempie di stupore.
E si parte pieni d'ardore alla conquista, di che cosa di preciso non si sa, ma si parte.
Dagli ostacoli scaturirà la forza.
Si può prendere a simbolo “l'eroe” che supera tutti gli ostacoli mirando solamente alla meta.
E poniamo che tu, dal cuore puro, indomabile, raggiunga il massimo conseguimento: il Nirvana.
A questo ambito traguardo, alla meta, il Maestro si fa innanzi e ti dice: “Sarai tre volte onorato se rinuncerai alle vette della cristallina solitaria gioia, per dedicarti agli altri.
Compassione e pietà per gli uomini votati alla miseria karmica. Insegna ad evitare tutte le cause.
Dolci sono i frutti del riposo e della liberazione per l'amore di sé, ma più dolci ancora sono i frutti del lungo amaro dovere; della Rinuncia per amore degli altri, per amore dei fratelli in umanità che soffrono”.
Colui che ha vinto la battaglia, che tiene in mano il premio e tuttavia dice: “per amore degli altri cedo quest'alta ricompensa, compie la massima rinuncia. Egli è un salvatore del mondo”.
Ecco, alla fine del Sentiero di ricerca, giunto al massimo conseguimento, il discepolo può scegliere: se restare nella propria beatitudine, oppure se tornare a chinarsi sul mondo per dedicarsi agli altri.
Dedicarsi agli altri avendo raggiunto la saggezza, con purezza di cuore, forza di carattere, determinazione a mirare al divino, a permanere nel divino, abdicando all'io, dicendo: “io non faccio ma tu Assoluto fai attraverso me” - è questa la via aperta dai grandi Saggi, dai Maestri.
Ed essendo egli il discepolo nel mondo (non nascosto e protetto in un monastero) è ovvio che l'attività e la tensione spirituale non potranno svolgersi che nel mondo.
Se spiritualità non è un sogno, un'evasione, sarà dentro la vita stessa composta di infinite trame, contraddizioni, lavoro ed altro.
Sarà la scelta che di volta in volta il ricercatore farà di fronte ad offese, umiliazioni, tradimenti.
Perdonerà con la comprensione del saggio che male sa che è male, ma che non spetta a lui alzare la pietra, fare a sua volta il male. Spiritualità sarà nel pensiero, lavoro, amicizie, letture.
Privilegerà la meditazione, la passeggiata che permette di riflettere, entrare in contatto con la natura, osservare il senso creativo, scartando quell'invito ad uno spettacolo di evasione.
Spirituali saranno - durante la giornata - quei momenti per sé, meditativi, silenziosi. Tali momenti sono oro.
Portano energie fresche di prima mano, bellezza, intuizioni, ardimenti.
La luce spirituale del discepolo sul Sentiero di contemplazione o di rinuncia è nel mondo.
Il divino è là, in alto, lontano, ma è anche qui - in me, nel discepolo.
E se ho scelto di camminare con il divino, il divino cammina con me: è l'amico.
L'amico che darà al discepolo la forza, la dolcezza, il coraggio necessari per restare e proseguire sul sentiero di perfezione.
Livia Lucchini
Pubblicato da Rivista Italiana di Teosofia, n.6 giugno 1998
Livia Lucchini, poetessa e scrittrice milanese. Dopo gli studi di pittura all'Accademia di Brera, che la portano a dedicarsi alle arti figurative, fonda la galleria d'arte "L'Agrifoglio", da lei diretta fino al 1974. Contemporaneamente la sua creatività si esprime nella poesia, , che hanno ricevuto vari riconoscimenti, e alla prosa, con una serie di lavori con una serie di lavori ispirati, tra gli altri, anche ai suoi soggiorni in India. E' membro del Gruppo Teosofico "Luce" di Milano.
Letteratura teosofica (Edizioni Teosofiche Italiane)
La letteratura teosofica, ricca di spunti e di riflessioni, può molto aiutare il Lettore nel suo percorso spirituale, fornendogli nuove conoscenze, entusiasmanti prospettive ed una visione tollerante e non dogmatica.
La Teosofia (sapienza divina) infatti non è un insieme di regole o dogmi e neppure una religione o una filosofia; è piuttosto una via alla consapevolezza interiore che si basa essenzialmente sul metodo dell’osservazione (che conduce alla dimensione meditativa) e sulla maieutica (che è strettamente connessa alla ricerca della verità). Proprio per questo i testi teosofici sono in grado di parlare alla ragione dell’essere umano, ma anche al suo cuore. Obiettivo delle Edizioni Teosofiche Italiane (Casa Editrice ufficiale della Società Teosofica Italiana) è oggi quello di mettere a disposizione dei lettori una serie di opere qualificate; guardando poi al futuro numerose saranno le novità editoriali, vuoi per la ristampa di opere esaurite vuoi per la pubblicazione di numerose novità.
Per conoscere l'intero catalogo vai a: www.eti-edizioni.it
Libri pubblicati da Riflessioni.it
RIFLESSIONI SUL SENSO DELLA VITA 365 MOTIVI PER VIVERE |
|