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L'illuminazione
Teoria della Illuminazione
Illuminazione, (teoria della illuminazione), la dottrina per cui la conoscenza è possibile solo in quanto l'intelletto divino illumina quello umano. Di origine platonica (Fedro 74b, 75; Menone 81 sgg.) l'illuminazione e connessa alla dottrina dell'anamnesi, secondo la quale apprendere è ricordare ciò che l'anima ha conosciuto in un periodo anteriore alla vita terrena, venne pienamente sviluppata da sant'Agostino. Come Platone, Agostino sostiene che la conoscenza è possibile perché l'uomo è in possesso di criteri assoluti che, non potendo derivare dai dati relativi e mutevoli della sensibilità, sono indotti nello spirito da un'illuminazione divina; ma, a differenza di Platone, egli afferma che l'illuminazione non rende presenti all'intelletto le idee (per cui conoscere sarebbe ricordare tali idee, che unificano il molteplice dell'esperienza), bensì i criteri (le verità astratte, come i numeri, e le regole di condotta morale assolute) che guidano il procedere della conoscenza (De libero arbitrio, II). Tali verità però non sono note soltanto a chi è illuminato dalla grazia, ma sono comuni a tutti gli uomini dotati di intelletto: esse concernono infatti le conoscenze naturali, non le verità di fede, alle quali si giunge invece solo per il tramite della grazia. Questa concezione sarà ripresa da tutta la tradizione platonicoagostiniana medievale. Dionigi Areopagita concepisce Dio come una luce intelligibile che si propaga sulla conoscenza umana (De divinis nominibus, IV, 6), e intende l'illuminazione sia come il modo per cui gli esseri dotati di intelligenza fanno ritorno all'Uno (De coelesti hierarchia,III, l) sia, in senso più specifico, come una delle tre fasi del ritorno stesso, successiva alla purificazione e precedente la perfezione (De ecclesiastica hierarchia, v, 1,3). A Dionigi e ad Agostino si rifarà la scuola francescana dei secc. XII e XIII (Bonaventura, Matteo d'Acquasparta, Giovanni Peckham, Enrico di Gand), sostenendo la teoria dell'illuminazione contro la gnoseologia della scolastica aristotelica, che la negava. Questa contrapposizione è mediata da Tommaso d'Aquino, quando afferma (Summa theologiae, I, q. al 106, a.l) che il lumen intellectuale dell'uomo deriva dal lumen divinum non i contenuti o i criteri della conoscenza, ma la semplice facoltà formale di astrarre l'intelligibile, dal sensibile. Alla concezione agostiniana si rifaranno invece più direttamente, nel Seicento, Malebranche (per il quale l'illuminazione consente di astrarre l'estensione intelligibile dei corpi, benché non permetta, come voleva Agostino, di coglierne le qualità, che sono puramente sensibili: Ricerche della verità, III, C. 6), e, nell'Ottocento, V. Gioberti e A. Rosmini.
Nel sito
- Un'esperienza di Illuminazione da: "Il potere di adesso" di Eckhart Tolle
- L'illuminazione non esiste da “Nessuno nasce, nessuno muore. Insegnamenti di Nisargadatta Maharaj” a cura di Ramesh Balsekar
- Charles Berner e l’Intensivo di Illuminazione
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