Religioni?
Il mondo di NonCredo
di Paolo Bancale indice articoli
Reincarnazione, resurrezione e realismo
Settembre 2015
Le religioni, al loro sorgere, con l’elaborazione dei miti e la tematizzazione del sacrificio rituale furono un euristico mezzo di comprensione della realtà fenomenica e fattuale, nonché uno strumento intellettivo di riflessione sulle tante problematiche dell’uomo socializzato. Categorie come coscienza, bene e male, vita e morte, passato e futuro furono profondamente scandagliate e rappresentate dalle varie religioni, ciascuna a suo modo. La stessa sapienza, con quanto in essa realizzato per geometria, astronomia, ingegneria e medicina, trovò nelle scritture arcaiche delle religioni l’humus gnoseologico per poi approdare al comune sentire e capire. Poi l’uomo, evolvendosi, ebbe bisogno di strumenti più duttili per darsi delle risposte non immutabili e stereotipate come quelle delle religioni, ed ecco l’apparire della indagine filosofica: libera, spregiudicata , iconoclasta agli occhi dei vari culti. La filosofia è proteiforme e mutevole come gli stessi filosofi che la esprimono, e ciò le ha consentito di essere utile all’uomo nel suo continuo mutare evolutivo, sia come singolo che come aggregazione sociale, al contrario delle religioni che, pur assediate da una realtà in continuo mutamento, si difendono con l’arma della staticità, del fissismo della parola arcaica “rivelata”, della richiesta di “fede” come alternativa a ragionamento, dubbio e indagine. Infine venne la scienza sperimentale e tutto lo scenario empirico si ribalta, le filosofie vengono relativizzate e le religioni inquadrate in una categoria antropologico-sociale in graduale decremento.
Nelle loro “Scritture” c’è tutto l’immobilismo critico, dal pensiero magico cristiano al ritualismo ebraico e vedico e all’interpretazione “letterale” islamica che ha portato alla decadenza culturale di quella civiltà, nonché tutte le limitazioni canoniche autoprodotte che le caratterizzano: battesimi, circoncisioni, matrimoni, sepolture, clero maschile, sessuofobia, omofobia, cooptazione verticistica dei capi. Un certo adeguamento allo spirito dei tempi si ritrova soltanto nelle dottrine protestanti con l’accettazione di preti e vescovi sia donne che gay, il matrimonio del clero, il rigetto del culto delle immagini, di miracoli, pellegrinaggi salvifici, indulgenze. Ma il massimo del realismo critico lo si ritrova nel buddhismo lamaista il cui Dalai Lama, col quale ricordo un bell’incontro in Tibet, non soltanto ha promosso una larga apertura alla scienza, costi quel che costi alla dottrina, ma ha anche ipotizzato che il prossimo Dalai Lama potrebbe essere una donna, e soprattutto ha abbattuto quel muro metafisico a cui era ispirata la complessa ricerca del proprio successore, dicendo che la sua reincarnazione ha fatto il suo tempo.
Quale è la portata di questo trionfo del realismo critico? Per esempio, ammettere che la resurrezione di Gesù è stato uno stratagemma volto a buon fine e che l’eucaristia è come un vezzo storico o una civetteria conciliare. Ve lo immaginate?
Paolo Bancale
Dalla rivista NonCredo
Oltre 300 articoli come questo, ma inediti, in 600 pagine all’anno, a casa tua, con l’abbonamento a NonCredo, per meno di un caffè al mese:
Pdf € 17,00 e cartaceo € 32,90.
NonCredo rappresenta l'unica pubblicazione culturale italiana totalmente dedicata alla informazione e documentazione dei NonCredenti, cioè di quei cittadini che, nel primato della laicità dello Stato, per qualsivoglia motivo NON SI RICONOSCONO IN ALCUNA RELIGIONE, ma soltanto nel rispetto delle leggi, di un'etica condivisa e nella solidarietà, optando in termini culturali per la cultura del dubbio contro ogni dogmatismo, per una consapevole autonomia della coscienza e per la più totale libertà della conoscenza e del pensiero.
Altri articoli di questa rubrica
Libri pubblicati da Riflessioni.it
RIFLESSIONI SUL SENSO DELLA VITA 365 MOTIVI PER VIVERE |
|