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di Paolo Bancale   indice articoli

 

Chiesa, papa Francesco e proselitismo
E da quando? ...Francesco disse a Scalfari...

Marzo 2015

 

Un lettore, a proposito del nuovo giubileo e dell’affermazione del monsignore Fisichella che ne sarà il regista: “Il business non ci interessa” ci ha scritto: “E da quando? Tutta la storia della chiesa di Roma è  imbastita di simonia”.  La stessa stupita domanda potrebbe essere rivolta a quanto Eugenio Scalfari scrive sul giornale da lui fondato: “In uno dei nostri incontri papa Francesco mi disse La Chiesa missionaria non fa proselitismo, cerca nelle persone di suscitare la ricerca del bene nella loro anima.”  E da quando? Tutta la presenza di cattolici sulla crosta terrestre è una storia di proselitismo, e ci  sarebbe  anche da aggiungere “con le buone o con le cattive” perché questo ci dice la Storia.

 

Ed ora vediamo di fare un po’ di esegesi  onesta e neutrale di questa affermazione di un papa che per altri versi ci piace, e magari fosse stato lui o uno come lui il protagonista di tante vicende storiche. Egli dice che la Chiesa non farebbe proselitismo, e cioè conversioni, ma cercherebbe di  suscitare la ricerca del bene, o meglio di ciò che essa Chiesa ritiene essere a suo esclusivo avviso il bene, “nelle persone”.  Ma persone siamo e sono tutti gli abitanti del globo, anche quelle pie, misericordiose, giuste che però non se la sentono di deglutire concetti fantasiosi e magici come resurrezione, immacolata concezione, verginità di Maria, transustanziazione ed altri. Che non se la sentono di metabolizzare il primato urbi et orbi del vescovo di Roma, né che l’unico vero dio debba essere solo quello cattolico nonostante tutto il restante parco di dèi  esistente da sempre, o che il papa romano goda della infallibilità a dispetto della Storia. Che non se la sentono di accettare che solo Roma possa indicare ciò che è bene e ciò che e male poiché credono in altre religioni che rivendicano la stessa prerogativa, e pertanto, alla luce di ciò, hanno mille motivi per dubitare del “disinteresse” delle gerarchie cattoliche quando parlano di dialogo interreligioso.

 

Persone, come le chiama Francesco, sono anche Socrate, Seneca, Buddha, Spinoza, Mazzini, Gandhi, Bonhoffer, Dalai Lama  e migliaia di altre sufi, ebree, hindu, buddhiste, protestanti, ortodosse, taoiste o non credenti, ma  intimamente pie, misericordiose e giuste: possibile che queste persone  dovrebbero andare, secondo Francesco, a lezioni di  catechismo in Vaticano? La presunzione di avere ragione a tutti i costi è purtroppo un virus genetico-ideologico che porta a queste difformità dal pio, misericordioso e giusto, anche in “persone” con grande afflato umano come Francesco.

 

Come diceva Renzo Arbore di una certa birra: “Meditate, gente, meditate!”.

 

Paolo Bancale
Dalla rivista NonCredo

 


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