Pregiudizi sul Sesso
di Davide Ragozzini indice articoli
La vagina: come toccare le donne
Gennaio 2013
La prima parte di questo capitolo è utile a tutti, ma in particolar modo ai maschietti molto giovani.
I ragazzi, non appena iniziano a capire qualche cosa sul funzionamento del corpo e della mente della donna in quei momenti, iniziano a desiderare di riuscire sempre a farla impazzire di piacere. Per molti è un fatto di orgoglio, ma per tutti dovrebbe essere un istinto naturale. L’uomo, come abbiamo già ampiamente visto, raggiunge l’orgasmo molto più facilmente e molto prima, quindi deve impegnarsi per riuscire a farlo raggiungere anche a lei. Essere abili amatori è una qualità necessaria e molto richiesta dalle donne. È importante quindi conoscere a fondo le caratteristiche e le esigenze delle nostre partners, considerando anche che non sono tutte uguali. Ecco qualche consiglio, sia per inesperti, sia per chi vuole soltanto migliorare.
Come toccare le donne
La donna può essere paragonata, per rendere l’idea ai maschietti, ad uno strumento musicale: un antico violino.
Per far uscire da questo strumento la melodia più sublime bisogna innanzi tutto saper sentire e riconoscere le melodie più belle, poi, bisogna conoscere a fondo lo strumento per riuscire a tirarle fuori. Quindi toccare il violino a caso produrrà soltanto dei suoni inutili.
Per prima cosa, è importante che la ragazza sia completamente a suo agio e ben predisposta a vivere un momento intimo e piacevole. Per le ragazze molto giovani è importante avere estrema fiducia sia per “lui” che nella situazione.
Questo è il punto di partenza per arrivare alla necessaria eccitazione. È importante che lui sia sensibile a capire il momento nel quale lei è pronta per una tappa più importante del viaggio verso il piacere condiviso. È fondamentale trovare il giusto coinvolgimento che non può essere raggiunto in altro modo che attraverso le coccole, le carezze e i baci. Moltissime ragazze ritengono che questo aspetto della sessualità sia fondamentale al piacere e al rilassamento e necessario all'eccitazione.
Le carezze devono comunicare la voglia prendersi cura di lei, devono riuscire a farla sentire al centro del vostro mondo.
Ricordatevi sempre che in una donna, ogni parte del suo corpo in quei momenti, diventa una zona erogena. Non trascurate niente e cercate di capire come vuole essere toccata nei differenti punti. È importante sapere che il seno non è un organo genitale, al contrario di quanto si possa pensare, è una parte normale del corpo femminile, certo per loro è una zona erogena ma lo è di più per i maschietti che la trovano una tra le parti più attraenti ed eccitanti.
In più, in molti casi, per la donna rappresenta un motivo di giudizio, specialmente se è in pubertà o nella prima adolescenza. Spesso se stanno sviluppando un seno importante, è facile che provino anche un po’ di vergogna.
Tra i maschietti c’è chi lo preferisce grande, chi medio, chi piccolo, ad ogni modo sappiate che in genere accarezzare il seno le procurerà molto piacere in quanto è una parte del corpo che ha molte terminazioni nervose, specialmente in corrispondenza dei capezzoli.
Alcune donne possono addirittura provare un orgasmo soltanto attraverso la loro stimolazione.
Anche in questo caso però le donne sono diverse tra loro. Alcune trovano estremamente piacevole una forte stimolazione attraverso pizzichi o morsetti, altre invece preferiscono carezze più dolci e bagnate dalla lingua. Altre donne ancora non amano essere toccate a lungo sui capezzoli. In tutti i casi ricordiamoci di massaggiare delicatamente l’intera zona del seno perché le mammelle infatti provocano dolore se schiacciate o manipolate senza cura, un po' come i testicoli nell'uomo.
Unire la stimolazione dei capezzoli alla stimolazione della vagina ha solitamente un buon risultato sull'eccitazione e sul raggiungimento dell'orgasmo.
Ad un certo punto del vostro petting, capirete insieme che è giunto il momento di sfiorare i genitali. All’inizio da sopra gli indumenti, ad esempio se porta i pantaloni. Se porta la gonna avrete già avuto modo di toccarle le gambe magari con le calze.
Vedrete come il contatto con i genitali, anche da sopra gli indumenti, le farà cambiare immediatamente il respiro: dall’eccitazione più alta passerà già al piacere. Infine si può insinuare una mano sopra gli slip continuando a massaggiare. Prestate attenzione alla sua biancheria, se potete osservatela: molte donne anche in giovane età curano molto la loro immagine anche nella scelta dell’intimo, se vi accorgete di questo non esitate a dirle che vi piace molto il suo gusto, che le stanno un incanto quelle mutandine e che la rendono terribilmente sexy.
Questi sono i particolari che vi apriranno il suo mondo. Quello è il momento nel quale si può iniziare a giocare proprio con le sue mutandine: afferrate gli elastici laterali e tirate delicatamente in modo da ottenere uno strusciamento del tessuto sul clitoride. Potete tirare e stringerle in modo da farle diventare molto sottili affinché si insinuino dentro le labbra. Continuate a tirare delicatamente e con brevi tratti, la sorprenderete, si sorprenderà del piacere che le state dando in quel modo.
Probabilmente a quel punto è il momento di infilare la mano sotto gli slip per accarezzare la parte esterna della vagina. Per farla impazzire con una mano, si può cominciare lentamente ad accarezzare il pube mettendola a conchetta, facendo una discreta pressione unita a piccolissimi movimenti circolari dell’intera mano.
Poi è la volta delle dita. La maggior parte degli orgasmi delle donne provengono dalla stimolazione diretta o indiretta del clitoride. È la parte più sensibile, è un piccolo bottone che si trova nella parte alta, riconoscibile al tatto e alla vista. Il clitoride è ricoperto da un cappuccetto di pelle. Ha una sensibilità paragonabile al glande dell'uomo quindi la sua stimolazione deve tener conto che per molte ragazze può essere fastidioso un contatto diretto.
Non siamo ancora nella fase della masturbazione vera e propria, stiamo ancora palpando l’intera zona per portare l’eccitazione al suo massimo possibile. Quindi possiamo alternare un massaggio delicato al clitoride con l’inserimento di un dito dentro la vagina. Qui inizia la masturbazione.
A quel punto ci possiamo rendere conto se è esplosa l’eccitazione della nostra ragazza perché l’interno della vagina dovrebbe essere molto lubrificato. Per la penetrazione con un dito, la vagina deve essere bagnata altrimenti lei sentirà fastidio o dolore. Del resto è molto probabile che se non si sente pronta, non si lascerà toccare fino a quel punto.
Se non è ancora bagnata può essere che non ci sia stato ancora il giusto coinvolgimento emotivo, lei può avere ancora qualche timore, o non si sente pronta. In questo caso si può continuare con le coccole, può essere che senta ancora il bisogno di carezze, e per lei sentire che avete pazienza e che riuscite a controllare la vostra eccitazione per andarle incontro, potrebbe paradossalmente scatenare la sua eccitazione. Per lei sentire che siete maturi e che non volete solo quello, potrebbe essere la cosa di cui ha più bisogno.
Ricordatevi sempre che per le donne il piacere non è solo un fatto fisico, è per di più un coinvolgimento emotivo.
Dovete essere in grado di capire se è il caso che continuiate oppure si può decidere di rinviare. È però importante sapere che le donne non si bagnano tutte alla stessa maniera, molte hanno una lubrificazione leggera ma non significa che non sono eccitate. Lo capite dai suoi atteggiamenti e dalla voglia che vi trasmette.
Dovete essere attenti ad ogni singolo dettaglio e sviluppare la giusta sensibilità per interpretare i suoi movimenti, il suo respiro e i suoi gemiti.
Attraverso questi messaggi vi suggerisce un modo particolare per essere toccata o il ritmo da seguire e se è anche lei alle prime esperienze dovete esserle d’aiuto per capire se stessa.
L'aspetto emotivo e la ricerca della più intensa sintonia rappresentano le caratteristiche principali del piacere condiviso.
Guai a voi se usate queste informazioni per prendervi gioco delle ragazze: un conto è fare esperienze anche se si può immaginare che la storia possa non evolvere in un rapporto più completo in futuro, un conto è prendersi gioco di loro.
Se non siete abbastanza attratti o se non sentite bruciarvi dentro un sentimento importante, siate chiari, può essere che otteniate ugualmente l’occasione di fare una piacevole esperienza ma molto meno coinvolgente, sopratutto per lei perché certi gesti e certe parole è facile che la porteranno ad innamorarsi di voi.
Il Punto “G” (G-spot in inglese)
Abbiamo visto che agire sulla parte esterna della vagina e del clitoride può essere sufficiente per portarla all’orgasmo, ma alcune donne nella masturbazione possono ricercare le sensazioni della penetrazione del pene, gradendo molto anche l’inserimento di una o due dita oppure si può ricorrere a giocattoli erotici.
Masturbarla simulando la penetrazione può essere un buon modo per stimolare il punto G.
Cos’è? È un tessuto particolare che se stimolato adeguatamente si gonfia e diventa molto piacevole.
Prende il nome del suo scopritore Ernst Gräfenber. La scoperta risale soltanto al 1950 e non venne presa in considerazione dal mondo scientifico. I pochi medici che condivisero la sua opinione vennero considerati pazzi. Solo nel 1980 si approda ad un riconoscimento scientifico grazie ad Alice Ladas, Beverly Whipple e Jhon Pery che pubblicarono i loro studi.
Affermarono che c’è un punto all’interno della vagina che è estremamente sensibile a una forte pressione. Si trova nella parte anteriore della vagina, a circa 5 cm dall’apertura. Si può ragionevolmente pensare che si trovi in tutte le donne. Se stimolato in modo giusto, il punto G si gonfia e provoca l’orgasmo in molte donne.
È possibile che al momento dell’orgasmo eiaculino attraverso l’uretra un liquido.
Ma di preciso, di cosa si tratta? È una massa di tessuto erettile larga come una nocciola che si trova nella parete anteriore della vagina (dietro l’osso pubico), a una profondità di circa 5 cm.
Alcuni medici lo definiscono “una zona di sensibilità tattile-erotica sulla parete anteriore della vagina”, altri lo chiamano “una piccola massa di tessuto erettile” oppure “corpo spugnoso uretrale” o lo associano alle ghiandole parauretrali (Skene) che circondano l’uretra femminile.
Ad ogni modo, in realtà, più che un punto è da considerarsi un'area della vagina.
La sua grande particolarità è che è composto da residui di tessuto prostatico maschile che secernono un liquido del tutto diverso dall'urina, molto più simile al liquido seminale maschile (ovviamente non contiene spermatozoi). Scoprire la presenza di tessuto prostatico maschile nella donna non ha stupito la Medicina perché le differenziazioni sessuali iniziano a delinearsi solo alla sesta settimana dal concepimento, infatti ovaie e testicoli si sviluppano da una struttura comune.
Stimolazione del Punto “G”
Il punto G necessita di una relativamente lunga e particolare stimolazione che gli permette prima di dilatarsi, quindi potrà dare tutto il piacere di cui è capace. Molte donne dicono che essere stimolate nella zona del punto G con il dito procura loro orgasmi più intensi rispetto alla penetrazione normale. Alcune preferiscono un tocco più forte, altre più delicato. Per stimolarlo ci vuole un po’ di decisione e delicatezza al contempo. Per qualcuna può essere un’esperienza poco significativa, per qualcun’altra può essere addirittura fastidiosa o dolorosa.
Può essere che una donna durante la stimolazione del punto G possa avere la sensazione di fare pipì, quindi è necessario essere in buona confidenza e sintonia per andare alla sua ricerca.
Quando viene stimolato si gonfia diventando piacevole al tatto.
Il punto G è posizionato in un modo tale che non è facile per una donna trovarlo da sola, innanzi tutto bisogna partire da uno stato di rilassamento. Ci sono alcune posizioni che sono più adatte alla ricerca, ognuna deve trovare la propria.
Bisogna cercare con le dita una zona lievemente increspata che si trova giusto davanti l'osso pubico e premere delicatamente verso l'alto, dovreste sentire una piccola protuberanza assomigliante ad un fagiolo.
Siete giunte a destinazione. Sperimentate diversi tipi di tocchi per capire se e come vi piace. È consigliato associarla alla stimolazione del clitoride. Se non ci arrivate con le dita potete utilizzare un sex toys, ne esistono particolari con la punta piegata in alto concepiti proprio per massaggiare il punto G.
Trovare il punto G in coppia, può trasformarsi in un gioco o in un vero e proprio rituale in cui sia l’uomo che la donna assumono posizioni ed hanno dei compiti precisi. Sia per la mente che per il corpo può essere divertente scoprire questo nuovo mondo.
Come vediamo dal disegno, è raggiungibile senza sforzo in pochi centimetri, ma la difficoltà vera sta nella percezione della donna che non è abituata alla sua stimolazione e quindi la ricerca necessita, spesso, di un po’ di pazienza.
Generalmente sono adatte tutte le posizioni in cui la donna può muovere liberamente il bacino. È consigliabile fare un po’di esperienza e cercare di ottenere dei massaggi in grado di provocare già con le dita l’orgasmo, in modo che la donna aumenti gradatamente la percezione e la sensibilità di questo bottoncino magico perché è possibile la sua stimolazione anche con la penetrazione del pene.
La donna deve quindi già conoscere molto bene le sensazioni che le arrivano da quel punto e esercitarsi, con la masturbazione, a sviluppare l’arrivo del piacere.
Questa zona, incredibilmente, è stata scoperta solo nel 1950 e per anni da quel momento è stata poco o niente considerata. Sicuramente è successo che molte donne, casualmente, abbiano stimolato, o con la penetrazione o con la masturbazione il punto G, ma in una condizione di assoluta inconsapevolezza della sua esistenza da un punto di vista anatomico e scientifico.
Si può dunque ragionevolmente pensare che sia stata sempre, e per moltissime donne, una zona quasi sconosciuta, che necessita di un po’ di attenzioni per essere risvegliata.
Come si può intuire, quindi, la stimolazione del punto G attraverso la penetrazione del pene, è un passaggio ad un livello di difficoltà maggiore. Le dita hanno più possibilità di cercare, attraverso il tatto, la zona che più da piacere. Il pene deve trovare l’angolo giusto per creare il contatto contro la parete anteriore della vagina dove si trova il punto G ed è la donna che deve fare in modo e in maniera di capire in quali posizioni il pene riesce nell’intento attraverso la consapevole conoscenza delle sensazioni che può dare.
Di lato, carponi, in piedi o con lei sopra. Bisogna anche tener conto della forma del pene: generalmente, in erezione, tende a curvare verso l’addome dell’uomo e in teoria dovrebbe essere la forma migliore perché, entrando nella vagina, agisce proprio dietro l’osso pubico.
Davide Ragozzini
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