Pregiudizi sul Sesso
di Davide Ragozzini indice articoli
L'orgasmo
Dicembre 2012
L'orgasmo è la parte di noi che più di tutte si avvicina alla divinità.
Durante l’orgasmo una parte di noi se ne va per lasciare il posto a qualcosa che arriva dall’infinito.
Questo capitolo vuole riuscire a stimolare l’attenzione sull’esperienza più straordinaria che si possa vivere: l'orgasmo. Se nel precedente capitolo siamo arrivati a considerare il piacere da un punto di vista spirituale, ancor di più dobbiamo farlo nei confronti dell’orgasmo.
Abbiamo visto che il piacere può essere interpretato come uno strumento che ci guida nella ricerca di realtà nelle quali possiamo identificarci. L’orgasmo, invece, pur essendo il suo culmine, è qualcosa di completamente diverso.
Cosa sia di preciso, nemmeno la scienza è ancora riuscita a darne una definizione.
Sotto molti aspetti rimane ancora un mistero.
Esiste una descrizione scientifica: aumento della pressione sanguigna, aumento della frequenza respiratoria, aumento del battito cardiaco, aumento della circolazione sanguigna periferica. Questi sono cambiamenti fisici che si verificano anche dopo una corsa. Alcune correnti di pensiero riducono l’esperienza sessuale al solo scopo della procreazione ma l’orgasmo non è necessario alla procreazione. È vero che nell’uomo coincide con l’emissione dello sperma, ma nella donna non ha nessun ruolo nel concepimento. O almeno non determinante. Gli sconvolgimenti fisici che avvengono durante un orgasmo femminile potrebbero contribuire a facilitare la fecondazione ma una donna può rimanere incinta senza che nel rapporto abbia raggiunto l’orgasmo. Potrebbe averlo raggiunto molto prima di lui e addirittura può rimanere incinta anche senza provare piacere.
Dunque, in una visione puramente biologica, dove lo scopo della vita sembra essere nella procreazione finalizzata all’avanzamento della specie, dove inseriamo il concetto dell’orgasmo? Se non esistesse, l’orgasmo, la teoria basata sul pensiero darwiniano, starebbe in piedi tranquillamente, ma noi tutti sappiamo benissimo che esiste, allora che cos’è? È un momento molto particolare durante il quale si perde la percezione del tempo. L'orgasmo è un'esperienza personale, è un momento di forte esplosione e liberazione, un evento psichico, emotivo e spirituale accompagnato da cambiamenti fisici.
William Masters e Virginia Eshelman Johnson, due studiosi americani, sessuologo e ginecologo lui e psicologa lei, hanno redatto il primo studio approfondito sulla fisiologia sessuale umana. (L'atto sessuale nell'uomo e nella donna - 1966)
Nei loro studi affrontano l’orgasmo da un punto di vista della risposta sessuale delle quattro fasi da loro descritte: desiderio, eccitazione, orgasmo, e risoluzione, ma parlare dell’ orgasmo soltanto dal punto di vista della risposta sessuale non è, a mio avviso, uno studio che approfondisce l’argomento.
L'orgasmo è un'esperienza personale e singolare dai contenuti fisiologici, cognitivi, emotivi e spirituali tali da meritare un tentativo di vedute molto più ampio.
Vediamo di tracciare un percorso che ci sia d’aiuto per spingerci in una dimensione nella quale potremmo imparare, forse, molte più cose sul nostro conto.
Abbiamo già tutti gli elementi. Prima ho accennato ad un “momento nel quale si perde la percezione del tempo”. Nel capitolo dedicato all’eccitazione, ho descritto una serie di cambiamenti fisici compresa una “riduzione delle funzioni intellettive”. In una certa misura, i risultati di recenti studi, sembrano essere in accordo con questo concetto, perché si è dimostrato che durante l’'orgasmo femminile si verifica una riduzione del flusso sanguigno nella corteccia orbito-frontale, una parte del cervello fondamentale per il controllo del comportamento. Infatti l'orgasmo è associato, in ambedue i sessi, ad altri tipi di azioni involontarie, come emissioni vocali e spasmi muscolari in zone diverse del corpo, unite ad una generica sensazione di euforia. Sembrerebbe un momento nel quale ci sia un tentativo di passare in un’altra dimensione. Se parliamo di orgasmo e lo facciamo avvicinandoci alla spiritualità e all’esoterismo, non possiamo non parlare della Kundalini.
La Kundalini, secondo alcune tradizioni yogiche, è l'energia femminile della creazione intesa come "forza generativa".
Generalmente è presente nell’essere umano, sia maschi che femmine, in uno stato latente e risiede nell'osso sacro presentandosi in una forma attorcigliata. Al suo risveglio, sale lungo la colonna vertebrale, passando per i sette chakra, fino ad arrivare al cervello causando l'innalzarsi, in piena consapevolezza, di nuovi stati di coscienza, accompagnata molto spesso da una serie di fenomeni particolari che possono essere di tipo fisico, sensoriale, percettivo.
Una sorta di estasi, una beatitudine psicofisica simile all'orgasmo che illumina la Via per la realizzazione del sé e la realizzazione della coscienza divina. Nella tradizione culturale è rappresentata da un serpente attorcigliato che diventa simbolo di conoscenza.
Secondo i maestri indiani, risvegliarla è l’obiettivo di un percorso di evoluzione spirituale ma è un’esperienza che può essere anche pericolosa se non si è pronti a sostenerla anche se a volte può liberarsi spontaneamente. La Kundalini può essere definita: energia divina fatta scendere nell’uomo, energia sessuale che si può attivare e trasformare, energia creativa oppure energia di autoespressione, forza o energia primordiale, inconscio.
La Kundalini è anche la manifestazione energetica di quella parte del Conscio che è geneticamente determinata per la riproduzione della specie, e che si esprime come Energia Sessuale. Alcune teorie mettono in relazione la Kundalini con l’orgasmo arrivando a due conclusioni: una chiara sulla riproduzione della specie, l’altra molto più spirituale che concerne l’integrazione del Conscio individuale e del Conscio Infinito per mezzo dell’orgasmo di cui ancora una volta il piacere ne diventa un mezzo.
La liberazione della Kundalini e l’orgasmo, non sono la stessa cosa ma forse sono aspetti della stessa cosa. Come dicevo poche righe fa, sembrerebbe un momento nel quale ci sia un tentativo di passare in un’altra dimensione, è una porta alla quale ci avviciniamo e per un tempo limitatissimo abbiamo la possibilità di vedere e sentire cosa c’è al di là di essa.
Perdiamo il contatto con la nostra parte mentale e razionale, come si è visto, in una liberazione spirituale. L’orgasmo è seguito da un momento nel quale proviamo una sensazione di leggera stanchezza e un generalizzato bisogno di riposo, nel quale abbiamo la sensazione di doverci riprendere, di tornare in noi, come se fossimo stati da un’altra parte. La letteratura erotica è piena di immagini che descrivono l’orgasmo in questo modo.
Nella lingua francese esiste un’espressione che è sinonimo di orgasmo: la “petite morte”. Al mondo non esiste un’espressione più appropriata e poetica. Sembra che l’origine di questa particolare espressione sia da ricercare nella similitudine che si può leggere nelle smorfie procurate dal piacere più intenso come nel dolore.
Herman Hesse diceva: “L'espressione della grande sofferenza del volto umano è più violenta e sfigurante che l'espressione di un grande godimento... ma in fondo non è diversa.” Molti artisti hanno esplorato i legami tra sesso e morte attraverso la loro arte, ad esempio Salvador Dali.
Come si può paragonare l’orgasmo alla morte? Anche la Psicologia mette in relazione l’orgasmo con la morte. Secondo Freud le tensioni erotiche risorgono continuamente in una tendenza a tornare ad uno stato inorganico, quindi l’orgasmo rappresenta un momento in cui tali tensioni muoiono per poter dare luogo alla loro rinascita.
Da questo punto di vista, possiamo dar credito alle teorie che vedono la morte come un passaggio, un’evoluzione e non la fine assoluta ma come la fine di qualcosa per dar spazio alla nascita di qualcos’altro.
Ora, per quanto riguarda l’orgasmo ci si può fermare alla considerazione che esista semplicemente un culmine fisiologico che ha la funzione di rigenerare le energie necessarie per il ciclo successivo e che non abbia nessuna valenza spirituale; infatti la ricostituzione del seme richiede, ad un uomo, un dispendio energetico che coinvolge l'intero organismo e un tempo ben preciso.
Ma tornando al parallelo con la Kundalini, dobbiamo sapere che il termine è stato introdotto dalla filosofia Advaita che a sua volta, letteralmente significa “non duale”.
Noi siamo portati a ricercare l’orgasmo attraverso l’unione di due corpi, è vero che possiamo anche raggiungerlo individualmente, ma durante l’autoerotismo a cosa pensiamo?
Nelle fantasie che alimentano il nostro piacere, immaginiamo situazioni dove sono coinvolti altri esseri umani. E l’autoerotismo, per quanto possa essere utile per la conoscenza del nostro corpo e di come questo reagisce al piacere, non è mai l’obbiettivo della nostra sessualità, ma un momento intimo dove liberiamo fantasie e desideri attraverso il quale raggiungiamo la consapevolezza di cosa stiamo cercando.
L’obbiettivo è l’unione e io oserei dire che più di tutto l’obbiettivo è un’unione “non duale” dove la procreazione ne diventa una conseguenza.
Cosa significa “non duale”?
Io credo che sia uno stadio che pochissime coppie hanno raggiunto: significa perfetta, dove si verifica la fusione del “maschile” e del “femminile”.
L’orgasmo si può provare individualmente, in un rapporto occasionale, in un rapporto stanco che gli anni hanno portato alla noia. Sono tutti orgasmi degni del loro nome ma non hanno niente a che vedere con la possibilità di provare un orgasmo di un livello, non più alto, diverso.
Siete profondamente consapevoli di quello che state cercando? Siete assolutamente certi che la persona che vi sta a fianco sia esattamente quella che stavate cercando? O esiste in voi una diatriba tra quello da cui siete attratti davvero e quello che per convenzione siete portati ad accettare come il miglior partner possibile?
Affrontare questi quesiti è già un punto di partenza verso un percorso evolutivo dove l’obiettivo è di riappropriarci di quello che già ci appartiene, perché ognuno di noi ha già dentro di sé l’essenza di ciò che ama, il luogo dove vorremmo vivere, l’attività nella quale ci sia la possibilità di esprimerci e il compagno con il quale si possa finalmente sperimentare la vera unione.
È ovvio che sia più facile accontentarsi perché arrivare alla nostra massima espressione vitale è un lavoro lungo e faticoso. Ma su questo esiste una bibliografia notevole alla quale questo libro vuole soltanto avvicinarsi.
Tornando a noi, ci sono persone che l’orgasmo non riescono nemmeno a provarlo (Anorgasmia). La scienza istituzionalizzata dice che ciò sia riconducibile ad un’origine psicologica, salvo alcuni casi di disfunzioni all’apparato genitale o lesioni.
Quindi sono traumi, come violenze sessuali o schemi caratteriali derivanti da educazioni troppo rigide che hanno provocato insicurezze che a loro volta creano nella mente un meccanismo di autocontrollo e di auto-osservazione generalizzato che incide anche sul riflesso orgasmico.
Ognuno di noi, “egoisticamente” deve occuparsi del proprio cammino, cercando di capire le proprie opportunità di evolvere. La maggior parte delle persone che non provano l’orgasmo possono riuscire a “guarire” attraverso varie terapie, e guarire da qualcosa, sopratutto attraverso un lavoro interiore, rappresenta una crescita.
L’umanità sta andando verso una direzione precisa, che lo vogliamo o no, che lo crediamo o no, stiamo avanzando verso un punto preciso e guardandoci indietro non possiamo altro che non essere d’accordo.
Come nel micro anche nel macro: si è partiti da un caos e arriveremo a un ordine.
Prima soddisfiamo i bisogni primari e corporei, poi ci occupiamo della nostra parte spirituale e l’orgasmo rappresenta l’unione dei due aspetti.
Ma la vera essenza dell’orgasmo la troveremo in un’unione perfetta, non duale, dove si verificherà il culmine della nostra evoluzione.
Non è un caso che tra i due sessi è la donna che ha più difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Abbiamo visto che è un riflesso che parte prima di tutto dalla mente.
In quasi tutte le culture e in quasi tutte le religioni, la donna da sempre è stata vittima di un tentativo di negare la sua natura.
Perché? Perché è l’oggetto del desiderio del maschio.
L’attrazione, come abbiamo visto, muove dal maschio verso la femmina e questo in quasi tutte le specie animali.
Il maschio umano è sempre stato spaventato dalla libera sessualità femminile, che gli sarebbe sembrata irraggiungibile, se non avesse tentato di controllarla o con la violenza o con l’emarginazione riuscendo a causarle, nei secoli, l’inibizione con l’arma più subdola, il senso di colpa.
Nelle donne ancora oggi, chi più che meno, è presente una memoria atavica nella quale identificano, inconsciamente, la loro sessualità con il male e l’impuro. Sono queste, a mio avviso, le cause di una sua ancora incompleta capacità di lasciarsi andare.
L’energia sessuale è femminile, è il polo positivo che attrae e la donna sta andando verso la sua completa liberazione. L’energia femminile si sta risvegliando. Essere donna, nella società patriarcale, non è mai stato semplice e la razza umana compirebbe un grande passo avanti nel riconoscere la sua grande potenzialità creativa.
Quando si parla di orgasmo, a livello scientifico, ci si concentra su quello femminile, proprio perché come abbiamo visto, è il più complesso.
Grazie a Sigmund Freud, che ha avuto il merito di aprire il dibattito, per anni si è discusso sulle differenze tra orgasmo vaginale e clitorideo. Oggi sembra che la questione sia sorpassata e che se ci sono differenze sono nella modalità di stimolazione.
L’organo principale del piacere femminile è il clitoride. Anche la vagina ha zone molto sensibili che si concentrano nell’apertura ma molte donne hanno bisogno di stimolare anche il clitoride, durante la penetrazione, per raggiungere il picco del piacere. Quindi sembra che non esistano distinzioni tra i vari tipi di orgasmo, la differenza sta nel modo in cui ci si arriva.
E l’importante è arrivarci: esistono tecniche ma sopratutto consigli che arrivano da studi precisi sul funzionamento della sessualità femminile, come la ricerca di una posizione ottimale. Respirare è importantissimo affinché il sangue circoli, molte donne istintivamente tendono ad andare in apnea.
Muoversi insieme al partner nella ricerca di un ritmo comune. Parlare, dire e fargli dire delle cose che ci possono eccitare, da un semplice “ti amo” a qualcosa anche di “sconcio”, a preferenza.
Le carezze sono importantissime sopratutto nel seno e sui glutei.
Fantasticare, lasciare libera la fantasia, non solo durante l’autoerotismo, anche durante il rapporto. Ma al primo posto dobbiamo essere sicuri di amare, ma anche di essere amati, altrimenti dobbiamo sapere cosa aspettarci da un rapporto.
A volte è proprio in un grande amore che non siamo in grado di lasciarci andare.
Dobbiamo chiederci il motivo e se abbiamo coraggio, le risposte arriveranno. A volte creiamo delle gabbie, altre volte le crea qualcun’altro e noi non siamo capaci di evitarle.
L'orgasmo non è l’obbiettivo, il vero obbiettivo è essere in grado di provarlo.
A volte, più si cerca e più ci si accorge che ce ne stiamo allontanando.
È proprio qua il punto: buttare giù gli ostacoli e vivere in armonia con noi stessi e con gli altri è il vero obbiettivo, l’orgasmo è la conseguenza.
Davide Ragozzini
Libri pubblicati da Riflessioni.it
RIFLESSIONI SUL SENSO DELLA VITA 365 MOTIVI PER VIVERE |
|