Riflessioni sull'Ottava
di Michele Proclamato - indice articoli
Un fenomeno di campo
gennaio 2011
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Premessa
Nessuno si sbilancia. Pochi danno spiegazioni e se lo fanno, sono estemporanee, singolarmente prese da un’immensa platea esecutiva destinata ad aumentare anno dopo anno, mentre, costantemente, i media avvolgono il fenomeno con un alone di inverosimile veridicità. Il tutto è ormai tollerato ed accettato come l’ennesimo prodotto misterico da sdoganare, a seconda delle esigenze, attraverso mezzi dal sicuro consumo merceologico.
Credo che, oggi, questa sia la situazione nella quale il fenomeno Cerchi nel Grano si trova e la cosa non mi va giù, non ho ancora nessuna voglia di accettarla, tantomeno di sostenerla, visto e considerato che l’andazzo, per i prossimi anni, è quello di inquadrare il tutto in un ambito conoscitivo senza sbocchi e senza risultati definitivi.
Motivo per cui vorrei espormi a quelle conclusioni che molti personaggi, più in vista di me, con estrema cautela evitano, poiché, e questo è vero, il tema Crop “brucia” e può bruciare, in un attimo, qualsiasi tipo di carriera, specialmente se televisiva.
Considerato tutto ciò, con piacere mi esporrò, attraverso i miei studi, a determinate conclusioni che cercherò, in questo breve, ma fortunato spazio, di motivare, iniziando a dire che: mentre “chi” fa i Cerchi, per me rimane ancora uno pseudo mistero, il “che cosa” rappresentano e vogliono dire, comincia ad avere un significato piuttosto compiuto, intelligibile e niente affatto eterogeneo.
Tralasciando, quindi, il fenomeno dei circle-makers, umanamente ammirevole, quanto inutile e privo di significato in tale contesto, io dico che:
”I crop sono un fenomeno di trasmissione scientifica e conoscitiva, veicolato attraverso l’immenso potere analogico del simbolo e percepibile grazie all’intuito”
e che:
”Tale scienza, viene, veicolata e sicuramente si incentra, sulla comprensione di una fisica dimensionale in grado di spiegare come, universalmente, la materia nasce e può aggregarsi, attraverso un'unica legge spiralica”.
Sarebbe, inoltre, corretto, aggiungere:
-
che tale scienza, è stata trasmessa all’uomo, migliaia di anni fa, in tempi assolutamente sospetti,
-
che essa è stata il vero cuore conoscitivo di un mondo, secondo me, ingiustamente ancora definito, solo “esoterico”, ma soprattutto
-
che è stata la vera musa ispiratrice di un’evoluzione umana, oggi definitivamente deragliata lontano dai suggerimenti sonici di un sapere, probabilmente sciamanico, in grado, da sempre, di eliminare la nostra pericolosissima dicotomia tecnico-creativa.
Terminerei il tutto così, pronto a sostenere la mia tesi presso qualsiasi sede, sicuro di come, intere correnti metafisiche, filosofiche e religiose, siano state veicolate e corroborate da tale scienza, in grado di mostrare a civiltà e grandi del passato, un DIO-UNIVERSO telepatico, panteisticamente immanente ed infinitamente olografico.
Quindi mi rammarico pensando a come alcuni Grandi del passato furono spesso costretti a ripudiare tesi e studi cosmologici basati sul sapere dei Crop, di fronte a situazioni inquisitorie aristotelicamente e spiritualmente ottuse. Tesi e studi oggi diventati cuore fondante di una scienza “moderna”, che, per contrappasso, in modo altrettanto inquisitorio, sta ritrattando il fondamento ermetico della sua nascita, definendo o, come nel caso dei Cerchi, evitando di definire ufficialmente, un fenomeno gravido di quelle risposte scientifiche unificanti, alla base delle sue folli spese in campo fisico e nucleare.
Conscio, comunque, che tale premessa dovrebbe essere posta alla fine di un iter dimostrativo, prima vorrei riportare poche e sintetiche parole, pronunciate da chi (Giordano Bruno) ebbe la lingua avvinta da un terribile meccanismo punitivo, figlio di un’etica, allora religiosamente, oggi, scientificamente, ottusa:
”Penso, quindi non sono.
Intuisco, pertanto esisto”
Quando la geometria diventa vivente
Ebbene, adesso concedetemi la vostra attenzione ed immaginate un “doppio binario”, come direbbe un Gran Maestro di mia conoscenza, nel quale, da una parte esiste il divenire umano caratterizzato da una continua evoluzione etica e scientifica, (non spirituale) e dall’altra, un costante sapere, mai variato da millenni, indifferente al tempo, in grado di riproporsi attraverso i Cerchi, ad una civiltà, la nostra, chiaramente in pericolo.
Avremo, quindi, una “locomotiva” piuttosto articolata fatta non da una, bensì da due scienze, delle quali la prima, in brevissimo tempo, ha mostrato la corda dei suoi limiti.
Una locomotiva oltremodo particolare direi, in quanto in grado di muoversi al di là del tempo come noi oggi siamo soliti ed ancorati a pensarlo, la quale, per spiegarci il sapere dei Cerchi, fece fermata, quasi cinquemila anni fa, nell’attuale regione Irachena di Bassora. Lì consegnò un messaggio proveniente da un periodo antidiluviano, inciso con caratteri cuneiformi, su un reperto ora dimenticato proprio in terra inglese, ad Oxford (Fig. 1).
Così, per me, inizia la storia dei Crop, su un prisma conosciuto come: Prisma di Blundell, dal nome del suo scopritore, nel quale si affacciano OTTO periodi regnanti (Millenari) di relativi OTTO re, suddivisi saggiamente in gruppi appartenenti a sole Cinque città sumere, di biblica memoria.
Dovendo, però, mantenere fede alla sinteticità promessa, dovrò rimandarvi ai miei precedenti scritti, non ultimo: “la Storia Millenaria dei cerchi nel Grano” (Melchisedek Edizioni”), nei quali molto potrete trovare sulle mie mesopotamiche deduzioni relative alla LISTA SUMERA dei RE. Tuttavia, potrò ora concedermi il fatto che tale descrizione, purtroppo superficialmente considerata, si è dimostrata essere un compendio Cimatico di un atto creativo dimensionale. Un compendio dicevo, nella quale i tantissimi anni di dominio regale, non rappresentano altro che frequenze temporali ben precise, inserite in 5 conseguenti “momenti geometrici” ben precisi. Il tutto, condensato in una somma, pari a 241200 anni, destinati a rappresentare, nel mio contesto, un tipo di energia creativa dalle caratteristiche (come gli egizi seppero dimostrare), piuttosto animiche.
Orbene, presagendo il vostro sconcerto e disappunto, vorrei ora creare il filo simbolico unificante, condivisibile sia dalla scienza ufficiale che dal fenomeno Cerchi.
Abbiamo,infatti, una partenza posta a monte della nostra realtà, che, guarda caso, corrisponde, oggi, all’inizio equazionale dell’unica Teoria del Tutto, conosciuta come: Teoria delle Stringhe.
Tale inizio fu creato dal matematico più grande e famoso di tutti i tempi: Srinivasa Ramanujan, il quale, molto prima di Mikio Kaku, stabilì (Fig. 2) come fosse possibile utilizzare 8 dimensioni per giungere a giustificare il meccanismo creativo di una Stringa Bosonica fatta da, guarda caso, 24 vibrazioni fisiche.
Conscio di come la scienza umana spesso complichi la comprensione, pur coincidendo con le mie deduzioni, vi chiedo e mi chiedo: l’ingiustamente definita seconda scienza, come potrebbe veicolare tale comprensione attraverso il suo simbolico riapparire nei campi di frumento di tutto il mondo?
Semplicemente creando un’infinita serie di Cerchi, contraddistinti da Cubi, Ottaedri, Tetraedri, Icosaedri e Dodecaedri, di chiara appartenenza platonica condivisa da tutte le culture del mondo, il tutto spesso inframmezzato da una lunga serie di OTTO, eseguiti in mille salse e maniere (Figg. 3-4).
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