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- Raccolta di lettere inviate dai visitatori
Una favola moderna
Sulla Scienza e sull’uomo
di Antonio Principe
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Sintesi(?), conclusioni ed altre amenità
Se è vero che la Scienza abbia svolto una funzione «liberatoria» per l’essere umano, se è vero e palese che il suo «positivo» potere di prevedere e studiare i fenomeni abbia sicuramente più aspetti straordinari, tutto ciò non implica necessariamente, non l’autorizza a sostituirsi alle ideologie dominanti che ha contribuito a dissolvere, poiché questo è quello che chiaramente sta avvenendo ed in modo sottile, così come in modo sottile i mass-media dispongono ormai da tempo delle masse; «nuove» regole, «nuovi» articoli di fede si sono sostituiti ai vecchi e si sono auto-proclamati, di fronte alla società, «razionali», anzi la «migliore razionalità» a cui naturalmente dobbiamo sottostare in modo acritico, in quanto non possiamo ragionare da pari con gli «scienziati».
Così tutte le nostre credenze tendono ad essere considerate superstizioni o al più fantasie irrazionali, mistiche, se non inquadrate nel procedere scientifico, fantasie separate dalla realtà e dalla verità, scopo e fine a cui solo la scienza può e deve aspirare, secondo i «nuovi» fedeli; ce ne sono tanti, anche gente comune che si ritiene scettica nei confronti di tutto, ma non riguardo alla scienza o al procedere degli scienziati, in barba al mito dello scienziato-folle creatore di frankenstein. Nell’«ignoranza» di tutto ciò ci tengono tramite l’educazione ed i metodi di divulgazione del sapere scientifico, i quali tendono a considerarlo come «esoterico» anche se non lo è affatto(!), metodi che sono degni del più classico «indottrinamento» verso folle, che evidentemente considerano «stupide», come analizzato in precedenza. Dall’altra parte avviene di conseguenza che tutta una schiera di persone divinizzi al negativo lo scienziato-folle e dunque si formano i soliti schieramenti in cui ognuno combatte sotto la propria bandiera, senza veramente riflettere, discutere in profondità; perciò ho sostenuto che è l’uomo stesso, l’essere perdente in questa lotta e gli scienziati che potrebbero mutare questa situazione poco fanno naturalmente per deporre il potere che la società e le masse stanno deponendo nelle loro mani. La Scienza non è un soggetto «morale» in sé, la sua moralità è quella degli individui che la compongono ed alimentano il procedere scientifico, questo è uno dei punti cardine su cui i critici tendono a non rispondere, rimanendo a mio parere ciechi di fronte a quelli che sono i problemi odierni, che proprio anche la scienza e le applicazioni tecnologiche hanno contribuito a creare ed a nutrire.
Questi metodi sono estranei a quella che è la Scienza in sé, intesa come l’impresa che si è tratteggiata all’inizio, ma propri del procedere economico e finanziario per cui la conoscenza ha smesso di essere fine, essendo questa una delle caratteristiche più elevate dell’essere umano ovvero conoscenza per un puro bisogno e passione verso la ricerca, per diventare «mezzo» spendibile sul mercato per competere ed acquisire profitti da parte di aziende o ancor più potere politico, da parte di Stati. Il metro di giudizio della buona, vera e razionale conoscenza tende a divenire esclusivamente la sua «utilità». Per la propria natura, invece, la Scienza è non dogmatica e relativamente libera e critica anche e soprattutto nei confronti del proprio sapere, delle proprie conoscenze sempre perfettibili, migliorabili, soggette a possibili e repentine rivoluzioni, così come il procedere scientifico autentico è sempre preceduto e immerso nel dubbio, nello scetticismo e nella fiducia che i nostri umani strumenti possano essere utilizzati per squarciare l’inesistente velo che ci separa dalla «realtà».
A queste critiche i nuovi adepti non rispondono per lo più veramente ed in modo serio (li aspetto, magari con una lettera alla pari in risposta a questa), consci del potere che le società hanno delegato loro, non c’è questa consapevolezza da cui dovrebbe scaturire un grande e diffuso senso di responsabilità, ma si limitano ad esercitare la loro funzione di teste vuote, riempite dalle regole per la buona e corretta diffusione e difesa del loro sapere ed agire. Purtroppo per la maggior parte, non c’è coraggio, non c’è l’emancipazione verso la verità che vogliono farci credere, e parlo vi assicuro non per «sentito dire», ma per personale esperienza; al contrario vi è conformismo, non certo solo prerogativa degli ambienti scientifici beninteso, non c’è volontà di aprirsi la strada da soli, discutendo le regole e i dogmi impliciti ed espliciti con i quali molti «aspiranti» sacerdoti vengono indottrinati; non c’è tutto poiché si viene tagliati fuori, altrimenti, così come la stessa società o Stato circoscrive e rigetta ogni pericolo per la sua vita.
Spero ormai sia chiaro non mi sono certo posto la questione d’un rifiuto sterile e stupido della Scienza e della tecnologia, ci tengo a ribadirlo in quanto queste insulse critiche sono sempre in agguato; ciò che mi sono posto ed imposto è la necessità di una loro parziale analisi critica, ma seria che, ahimè, trovo insufficiente ed inefficace, il più delle volte. I metodi con cui il pensiero scientifico purtroppo si difende spesso sono nient’altro che quelli del pensiero dominante o che si sta apprestando a divenire chiaramente tale; ci si difende attaccando i critici con metodi variamente conosciuti dai sofisti anche millenni fa: si tende a ridurre il punto di vista del critico come irrazionale senza valide argomentazioni, lo si etichetta e lo si bolla come appartenente a categorie di pensiero oramai superate, il tutto poiché ormai il potere sta entrando tanto organicamente a far parte degli ambienti scientifici che il dogma suddetto ovvero “la conoscenza è razionale e vera solo se è utile” è divenuto uno dei principali articoli di fede dei nuovi «fedeli». A questo punto, portarmi di contro esempi provenienti dai settori della ricerca di base è alquanto inutile, lo posso fare anch’io in quanto credo e so bene che ancora, fortunatamente accanto alla scienza ormai preda della tecnologia e dell’economia, vi sia una Scienza “pura”, quella vera, spinta dal libero bisogno di conoscere fine a se stesso e non esclusivo mezzo per l’acquisizione di applicazioni, di potere e di profitti economici.
Nulla di male o malvagio in sé nei profitti dell’economia, ma questi tendono a causare indubbi e chiari scivoloni della moralità stessa di molti scienziati che magari, in un’altra vita, potremo discutere; basti ora solo citare il premio nobel per la Fisica Julian Schwinger [9], nonché uno dei più grandi scienziati del secolo scorso, censurato circa la sua presentazione di lavori intorno alla “Fusione Fredda” [10], purtroppo scoperta mal presentata negli anni ‘80 ed etichettata a livello globale come una «bufala» pseudoscientifica, ma che tale non è, anche se, cosa ormai risaputa, eminenti scienziati ed istituti di ricerca si son dati da fare con –documentati- [11] metodi da medioevo, per ostacolare le ricerche di base riguardanti questo settore e dopo la mia lettera, forse, vi sarete fatti una piccola idea del perché, oltre a questioni prettamente scientifiche, che qui volutamente non tratto; Julian Schwinger, ed ormai capiamo le sue perplessità, afferma: «La pressione al conformismo è enorme. Ho sperimentato ciò con il rifiuto degli editori di lavori presentati (ndr. sulla fusione fredda), basato su una critica velenosa da parte di referenti anonimi. La sostituzione delle recensioni imparziali con la censura sarà la morte della scienza» [9].
Queste tristissime parole valgono nel campo scientifico, così come purtroppo in tanti altri luoghi umani dove il potere, per quanto piccolo ed insignificante possa essere, viene esercitato in maniera cieca o meglio come mezzo per uniformare ogni moto libero e «differente» al pensiero conforme e dominante; come diceva U. G. Krishnamurti [12], la struttura sociale cercherà di liquidare senza scampo chiunque ritenga un pericolo per la sua vita.
°°°
Ritornando, infine, all’elogio dell’«inutilità» del maestro taoista Chaung-Tsu [13], potrei concludere dicendo che auspico un’inversione di queste attuali tendenze, affinché lo spirito della Scienza ritrovi se stesso nell’«improduttivo» approccio che ha sempre avuto nei confronti della realtà, della verità e della ricerca scientifica così che ci si possa riavvicinare nuovamente alla passione per l’«inutile» conoscenza del mondo che ci circonda; questo, sento, potrebbe contribuire ad avvicinare l’uomo al suo intimo essere, in quanto quella passione è quella stessa che lo spinge alla ricerca di se stesso.
E, in amicizia, vi vorrei dare un consiglio, emerso dopo diverse esperienze di vita: non guardate gli scienziati come dei favolosi «sacerdoti» che possono discriminare tra il bene ed il male ed il vero ed il falso, ma guardateli ed apprendete da loro, se volete, come fossero dei semplici uomini, quali in effetti sono e giudicateli sempre e comunque con la vostra coscienza, con ciò che il vostro animo dice, indipendentemente dalla «personalità» con cui state comunicando o che sta rapportandosi a voi: non esistono «personalità», esistono solo persone, come voi. Lo so, mi direte che sempre avete agito in questo modo, beh... se è così, ne sono felice allora ed il mio consiglio, così come tutte queste parole sono... «inutili».
Antonio Principe
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NOTE
[9] su Julian Schwinger e la fusione fredda: “Cold Fusion - Does It Have a Future?” da qui (in inglese): http://lenr-canr.org/acrobat/SchwingerJcoldfusiona.pdf
[10] Abbastanza ricca ed ordinata la voce di Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Fusione_fredda. Per approfondimenti a livello specialistico (in inglese): http://www.lenr-canr.org/StudentsGuide.htm
[11] sul famoso istituto MIT di Boston ed il caso «Fusione Fredda»: i grafici sperimentali sono stati «ritoccati» senza alcuna spiegazione scientifica, per non mostrare il reale eccesso di energia effettivamente rilevato, si è ipotizzato per allontanare l’interesse degli investitori e del pubblico a favore di ricerche politicamente più «potenti», come quelle sulla Fusione «Calda»: http://www.infinite-energy.com/images/pdfs/mitcfreport.pdf (in inglese)
[12] U. G. Krishnamurti – “Il coraggio di essere se stessi” (parte terza) da: http://www.well.com/~jct/ITALIAN/corraggio/Itpart3.htm, da leggersi cum grano salis, come tutto, del resto.
[13] Chuang-Tsu – “Zhuang-Zi” – ed. Adelphi, uno dei tre testi sacri del taoismo.
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