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Ricerca dell'Equilibrio (RDE)

Teoria per la fondazione del nuovo Umanesimo Scientifico del Terzo millennio

Di Francesco Pelillo - Giugno 2011

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Realtà ondulatoria frattale e formazione delle sensazioni mentali

 

Poiché la formazione delle sensazioni nella nostra mente deriva dall’esplorazione della realtà, per la loro valutazione si pone il problema della sua rappresentazione. Per questo, ritengo che il continuo divenire della RDE tra le due forze universali causato dalla rottura della simmetria iniziale e la necessità della contemporanea sovrapposizione dei vari stati per la stessa esistenza di ognuno di essi, siano rappresentabili da onde frattali. Quindi, una volta accettata l’idea che la base della realtà è energetico-ondulatoria ma a noi si presenta in forma di particelle, cerchiamo di capire come avviene questa trasformazione ad uso della nostra esplorazione e, di conseguenza, necessaria per la formazione delle nostre sensazioni.
Nella visione energetico-ondulatoria della base costitutiva della realtà possiamo affermare che il primo “prodotto” della RDE universale sia l'onda portante su cui si realizzano tutte le modulazioni che, dal nostro punto di vista, fanno apparire tutti gli stati della realtà stessa. Questo, a partire da quello delle particelle elementari e da queste ai quark, leptoni, protoni, neutroni, elettroni, atomi, molecole e così via fino a quella che ci appare come materia macroscopica, compresa quella biologica. Poiché, essendone un prodotto, noi siamo immersi in tutto questo continuo sovrapporsi di onde alla RDE, l'unico modo che abbiamo per rilevare l'informazione che producono, e quindi riconoscerci come ente al loro interno, è quello di metterci in sintonia con esse. Ma, siccome non è possibile acquisire dati in un punto qualsiasi del loro percorso, per fare questo siamo costretti a quantizzarlo e ad acquisire il dato che emerge a conclusione di ogni ciclo ondulatorio. Questo perché solo in ognuno di questi momenti lo stato ondulatorio può rivelare le sue caratteristiche e diventare utilizzabile dal nostro strumento cerebrale (che opera in modo discreto a causa dei tempi di connessione tra i suoi miliardi di neuroni) per costruire la descrivibilità della realtà.
Quindi, è solo a compimento del tragitto energetico di ciascuna onda che si possono formare “quanti” di realtà esplorabile. E questo può avvenire solo nel momento in cui viene raggiunto l’equilibrio tra le due forme di energia che la compongono. È qui che per noi l’onda diviene particella e ci sembra acquisire fisicità.
Poi, la continua registrazione nella nostra memoria di questi quanti di realtà consente di metterli in relazione tra loro e quindi di interpretarli come fatti che, rendendo necessario un tempo e uno spazio dove collocarli, formano quel terzetto indissolubile che determina il nostro concetto di realtà: fatti che accadono in un tempo e in uno spazio coi quali diviene possibile interagire per produrre le nostre sensazioni.

 

Ricerca dell'Equilibrio

 

I Punti inesplorabili sono tali per l’impossibilità di determinare il loro stato energetico-informativo, data la loro posizione casuale sull’onda in formazione, che non consente la rilevazione di dati sulle sue caratteristiche (lunghezza, ampiezza frequenza...).

Ogni Quanto di realtà esplorabile (1-2-3-4-5...) rappresenta il risultato del tragitto di tutti i punti inesplorabili di ogni onda. Ognuno è il punto dove si conclude il ciclo ondulatorio precedente e si prepara quello successivo. Sono i punti dove le due forze contrapposte che hanno provocato l’onda sono in uno stato di equilibrio. Questi quanti, poiché possono descrivere lunghezza, ampiezza e frequenza di ogni onda (cioè il suo stato energetico-informativo), sono utilizzabili per una prima ricostruzione della realtà come rappresentazione nella memoria a brevissimo termine.
I Nuclei di memoria sensoriale registrano continuamente i quanti della realtà esplorabile così come arrivano dai sensi e non ne consentono l’interpolazione per la velocità della loro continua acquisizione e cancellazione che permette solo reazioni primarie (istintive?). Essi formano una scia di dati continuamente attualizzati nella memoria che servono per la sopravvivenza con la sola risposta dei neuroni motori. Quindi la RDE e il libero arbitrio hanno solo il tempo di gestire le necessità contingenti perché la formazione della coscienza è ancora nella prima fase e si svilupperà solo con l’accumulo di questi primi dati nei sempre più ampi nuclei di memoria successivi.

A livello dei Nuclei di memoria sensoriale si può tentare l’approccio con l’Essere della realtà, perché i dati, pur nel loro continuo sfuggire, hanno pur sempre un tempo di permanenza che consente la loro reiterazione nel tempo più breve, e quindi più vicino all’immanenza dell’Essere.
È qui che i Quanti di realtà esplorabile sono più vicini a quelli inesplorabili e si può tentare di mettersi in sintonia con il loro divenire che è così rapido da consentire l’astrazione dai Nuclei di memoria cosciente che ci rappresentano a noi stessi, e quindi di uscire dal nostro stato individuale interno prodotto dalla memoria (Ego) che ci lega alla realtà conosciuta.
In questa sede, le pratiche che si svolgono a livello collettivo, come i riti dionisiaci, le liturgie e le adunate..., e quelle svolte a livello personale come tutte le forme dell’arte, le tecniche meditative e l’estasi mistica, creano stati mentali che ci danno l’idea di partecipare all’Essere perché è solo in questa sede che i Nuclei di memoria sensoriale possono riuscire a spezzare il legame con i Nuclei di memoria cosciente.

I Nuclei di memoria cosciente, dato il progressivo ritardo con cui si formano, dispongono di un sempre maggiore numero di dati provenienti dai quanti di realtà esplorabile, e il loro possesso, che in questa fase può prescindere dagli stretti tempi che erano a disposizione della fase di acquisizione sensoriale, consente l’interpolazione dei dati con la conseguente creazione di nuove sinapsi e lo sviluppo di nuove architetture neuronali per la connessione con quelle già esistenti.
Nasce così il libero arbitrio cosciente che sarà sempre più complesso e potente in rapporto al numero dei dati cui può accedere tramite la memoria. Questo comporta il progressivo ampliamento del campo di azione su cui si attua la RDE individuale che, venendo a disporre di un numero sempre maggiore di elementi di conoscenza su cui operare, può passare dal piano dei sensi a quello delle sensazioni coscienti. Con il risultato della costruzione di ulteriori assetti neuronali (neocorteccia ecc.) che prima consentono la comparsa della coscienza di sé, e poi con le ulteriori stratificazioni che derivano dalla formazione di nuclei di memoria sempre più ampi, della coscienza di avere una coscienza. Cosa che ci da la possibilità di astrazione da tutti i fatti contingenti, compresa l’esistenza del proprio corpo.

Bisogna aggiungere che nei Nuclei di memoria cosciente, con l’accumulo di dati provenienti dalle esperienze passate, e dovendo rispondere ad esigenze della RDE individuale posta in prospettiva futura, è possibile la formazione di strutture neuronali che consentono la gestione volontaria dei dati sensoriali anche in contrasto con le loro necessità contingenti. Così si realizza quello che chiamiamo autocontrollo che, essendo dovuto al nostro libero arbitrio, impone la valutazione di un grande numero di variabili alla gestione della RDE mentale, che infatti sembra agire per la  loro riduzione attivando i meccanismi di assuefazione.


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