RIFLESSIONI.IT - DOVE IL WEB RIFLETTEPer Comprendere quell'Universo che avvolge ogni Essere che contiene un Universo
Rivista di spiritualità, arte e letteratura - Anno II n° 7 Settembre – Ottobre 2012
Può riflettere soltanto chi si è già piegato. Ci si flette una prima volta a causa di piccoli squarci nella vita ordinaria, minuscoli strappi che allontanano un poco le tradizioni morbose del vivere ordinario. Poi, solitamente, ci si rialza come se nulla fosse accaduto e si ricomincia a sopravvivere. Qualcuno, di rado, al ricordo di quella flessione prova un’irresistibile vertigine: la vita è troppo in alto, al di fuori di ogni profondità. Non lascia spazio ad aperture di senso, a viaggi interstellari, a piccole domande silenziose. Così, in questi rari casi, l'impulso a flettersi ancora prende il sopravvento e l'uomo si ritrova, quasi suo malgrado, a ri-flettersi, a riflettere. Questa ri-flessione, però, ha un bisogno naturale e irrefrenabile, un bisogno al tempo stesso tenero e violento: comunicare il bisogno di comprendere, condividere quella fame di conoscenza che rende collaterale qualsiasi altra attività ne ostruisca lo sguardo, mentre il nostro tempo crea un'infinità di relazioni e di scambi, sempre più simili a terribili trasfusioni di personalità. James Hillman, lo psicologo della ghianda, ne L'anima del mondo ricordava l'onnipresenza nel mondo contemporaneo degli antichi dèi pagani. Tra tutti, incontrastato è Ermes Mercurio: «Ermes-Mercurio oggi è dovunque. Vola per l'etere, viaggia, telefona, è nei mercati, e gioca in borsa, va in banca, commercia, vende, acquista, e naviga in Rete. Seduto davanti al computer, te ne puoi stare nudo, mangiare pizza tutto il giorno, non lavarti mai, non spazzare per terra, non incontrare mai nessuno, e tutto questo continuando a essere connesso via internet. Questa è Intossicazione Ermetica». Come integrare la condivisione con la disintossicazione? Forse occorre prima riconoscere l'imperiosa e asfissiante presenza degli dèi nella nostra vita. In seconda battuta, saltare di isola in isola, muovendosi con circospetta ilarità. Internet è un campo minato, ma è pur sempre un campo, uno spazio coltivabile. Tra le mine e il filo spinato, forse la terra di quel campo minato è fertile. Se fosse così, solo la cura dell'uomo potrà restituirla alla natura. Questa volta, la porzione di terra che abbiamo esplorato è Riflessioni.it, portale culturale nato nel 2000 per mano di Ivo Nardi.
Intervista a Ivo Nardi
Cosa ti ha spinto ad aprire il portale Riflessioni.it? Mi trovavo in un periodo di profonda ricerca interiore. Qualche anno prima avevo messo a punto un sito amatoriale, principalmente per capire qualcosa in più su internet, questo formidabile strumento di comunicazione appena nato. Il mio bisogno personale, quasi fisico, era quello di trovare facilmente del materiale su cui riflettere, per colmare quelle lacune che la mancanza di una preparazione accademica aveva creato. Non avendo alcun referente, non sapendo cioè a chi rivolgermi, mi sono ritrovato a trent'anni a non aver ancora iniziato nessun tipo di percorso. Allora mi sono detto: perché non utilizzare internet per me e per chi vive la mia stessa situazione? La grande intuizione che mi spingeva era l'idea che questo mezzo potesse rivoluzionare la vita di tutti gli esseri umani. Ero convinto che questo mezzo avrebbe avuto quell'evoluzione che poi effettivamente c'è stata. Così in quel mini sito ho inserito brani tratti dai tre-quattro libri che avevo, augurandomi che avrebbero potuto essere utili ad altri ricercatori come me. Piccoli brani, in grado magari di suggerire un'apertura, una stradina, sperando anche che gli eventuali lettori proponessero altri brani, e così è stato. Quando ho visto che questo contenitore virtuale iniziava a riempirsi ho deciso di creare un vero portale che potesse raccogliere più punti di vista, senza schieramenti o idee precostituite.Nel 2000 è nato quindi Riflessioni.it, nome venuto spontaneamente: mi è sempre piaciuto riflettere, usare la mente, credo che pensare con la propria mente, imparare a usarla, possa aiutarci a non essere succubi di qualcosa o di qualcuno.
Chi si occupa della gestione del sito? Gestisco tutto da solo. È sempre stato così: ho iniziato con le prime rubriche come ad esempio Testi per Riflettere, e subito dopo con le LettereOnLine, attraverso cui veniva offerta la possibilità agli aspiranti scrittori di avere uno spazio in cui inserire il proprio pensiero, che fosse in grado di stimolare altri ricercatori. Sono stato uno dei primi ad avere l'idea di inserire qualche aforisma nel sito: oggi internet straborda di citazioni famose! Un'altra sezione che presto ha preso vita è stata quella dei video. Prima di occuparmi del sito lavoravo in televisione: per quindici anni ho fatto il montatore e l'operatore. Così, già nel 2000 ho iniziato a pubblicare video online: considera che YouTube è nato nel 2005, e prima d'allora di video in giro ce n'erano davvero pochi. Tutt'ora nel sito si possono trovare questi filmati, che qualche anno fa ho pubblicato anche su YouTube. Una piccola grande svolta è stata la nascita, nel 2002, di un forum online che è riuscito ad aggregare moltissima gente. Le tematiche spaziavano dalla psicologia alla filosofia, toccando la sociologia, la religione e l'antropologia. Si era creata davvero una bella attività.
Poi, nel 2008, hai dovuto chiuderlo per eccessivo successo. La gente era tanta, troppa! Nei primi tentativi di forum online non c'era alcun tipo di educazione, principalmente perché non si conosceva il mezzo. Lasciati liberi, gli utenti non avevano alcun tipo di freni retorici. Tutto era possibile, dalle offese personali alle ingiurie varie. Nel tempo, con l'aumento degli utenti, è diventata quindi necessaria una moderazione più seria. Veniva praticata una pre-moderazione: dovevo cioè controllare personalmente ogni commento prima che venisse pubblicato. Il che mi costava una grande fatica, dovendo leggere ogni giorno centinaia e centinaia di post. Alla fine, non riuscendo più a moderare, ho chiuso il forum, impedendo l’inserimento di nuovi post, ma lasciando la possibilità di leggere le discussioni tuttora consultabili. Dopo qualche mese ho riaperto la sezione dedicata alla filosofia perché alcuni utenti abituali del forum si sono offerti come moderatori; grazie a loro la sezione è ancora attiva. Nel corso del tempo ho creato delle apposite sezioni, moderate da me, dedicate alle rubriche interne del sito. Tornando alla nascita di Riflessioni.it, dopo le prime rubriche generiche sono nate rubriche più specifiche come Riflessioni filosofiche, dove chi vuole può mandare tesine, saggi e trattati. Questa sezione è curata da un ragazzo laureato in Filosofia, Carlo Vespa, che seleziona e cura i testi da pubblicare. C’è poi Esperienze di vita, a cura di Pierluigi Piazza: qui gli utenti possono descrivere le loro esperienze interiori. Questa è stata la base del portale. Sembra incredibile che adesso viaggiamo attorno ai quindicimila utenti al giorno.
Come si sono aggiunti i collaboratori?
Qual è stata la prima rubrica a nascere? Una delle prime è stata senza dubbio quella sull'esoterismo di Daniele Mansuino, un grande esperto che gratuitamente ha offerto contribuiti davvero interessanti, ricevendo in cambio la visibilità di un sito seguito da migliaia di persone. Oggi abbiamo trenta rubriche d'autore a cui si aggiungono una ventina di rubriche varie. Tra le ultime: Riflessioni sul Senso della Vita. È una mia idea, nata tre anni fa, che ha avuto da subito un grande successo. Era facile intuire che l'argomento potesse funzionare: a chi non interessano le domande sul senso della vita? Ho avuto la fortuna di ricevere molte risposte da personaggi noti e importanti: Naranjo, Laszlo, Margherita Hack, Erri De Luca, il Cardinal Tonini, Piergiorgio Odifreddi, Dacia Maraini, Lecaldano, Giorgio Faletti, e persino Luis Sepúlveda, che mi ha risposto attraverso Facebook!
C'è qualche risposta che ti ha colpito più delle altre? Non so. Sono così tante, profonde, interessanti e originali! Un personaggio che ricordo molto bene, anche perché l'ho intervistato telefonicamente, è il Cardinal Ersilio Tonini. L'avevo conosciuto personalmente diversi anni fa, durante un'intervista nella quale lavoravo come operatore. Già allora mi ero reso conto che si trattava di una persona molto interessante, sia dal punto di vista umano che da quello spirituale. L'intervista che ha rilasciato per Riflessioni.it è stata splendida, un viaggio spirituale ricco di citazioni e memorie. Un’altra intervista straordinaria, anche questa avvenuta telefonicamente, è stata quella a Claudio Naranjo, psichiatra, psicoterapeuta e antropologo cileno, amico caro di Carlos Castaneda, che con la sua cultura infinita, capace di integrare tradizioni orientali e occidentali, riesce ad avere una visione globale dei concetti, arricchita da un umorismo estremamente acuto. Tra le interviste più intense ricordo quella a Eugenio Lecaldano, ordinario di Etica presso la Sapienza di Roma. Più che un'intervista, è stata una lezione universitaria confidenziale: profonda, intelligente, tagliente. È davvero un professore straordinario. Come vedi, è impossibile avere delle preferenze: anche quelli che hanno dato risposte estremamente brevi sono riusciti ad alimentare la riflessione, perché è proprio la diversità di pensiero dei vari personaggi e il confronto delle risposte a rendere la rubrica stimolante.
Ti sei fatto un'idea su qual è questo senso della vita? Tendo a non dare una risposta generalizzata a concetti e quesiti così ampi e profondi. Comunque, faccio di tutto per dare un senso alla mia vita, cercando di contribuire con la mia esistenza alla formazione di una umanità migliore che possa abbattere ogni faziosità, applicando una semplice regola condivisa da credenti e non credenti: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, rispettando la dignità di ogni singola persona, ricordando che ogni cosa dotata di esistenza vale quanto la propria esistenza. Siamo tutti in questo mondo per lo stesso motivo: vivere. Non so perché dobbiamo vivere, non ne conosco il fine, ma dal momento che ci è stata data questa possibilità dai nostri genitori, perché sprecarla? Penso sia saggio dare un senso costruttivo alla vita, fare in modo che possa bastare a se stessa, una vita vissuta nell’amore per la vita.
Una rubrica molto divertente è quella sui proverbi falsi: Viotto, l'autore di Riflessioni sulle scienze, cerca di smascherare la comodità dell'affidarsi alle frasi fatte, che è un po' come affidarsi a Dio senza averlo riconosciuto. Mi sembra una linea guida del progetto di Riflessioni.it. Sì, proprio così, è sfatare tutto ciò che può essere ovvio per la nostra cultura, e che invece scopri completamente diverso per un'altra. Sfatarlo aiuta ad aprire la mente, aiuta a comprendere che ogni concetto, ogni fatto, è sempre bene osservarlo da più punti di vista per arrivare poi a una conclusione il più possibile obiettiva o addirittura riconoscere che non siamo in grado di arrivare a nessuna conclusione, probabilmente perché abbiamo bisogno di altri punti di vista. È un buon metodo per non esprimere giudizi affrettati e soprattutto per non avere più pregiudizi. Ritrovi questa logica ovunque nel sito. Mi viene in mente una parabola orientale, di cui esistono diverse versioni, che descrive bene quello che voglio dire. Un giorno un Re riunì alcuni ciechi e propose loro di toccare un elefante per constatare come fosse fatto. Alcuni afferrarono la proboscide e dissero: «Abbiamo capito: l'elefante è simile a un serpente». Altri gli tastarono le orecchie e dichiararono: «È simile a un grosso ventaglio». Quelli che avevano toccato una zanna dissero: «Assomiglia a una lancia». Quelli che avevano tastato il fianco dichiararono: «È simile a un muro». Quelli che avevano toccato una gamba dissero: «È simile a un albero». Ognuno era convinto della propria opinione. E, a poco a poco, la loro discussione divenne una rissa. Il Re commentò: «Il corpo dell'elefante è naturalmente unico, e sono solo le differenti percezioni che hanno provocato le loro diverse valutazioni e i loro errori. Chi non si sforza di avere della realtà una visione più ampia possibile, ma si accontenta degli aspetti separati e parziali senza metterli in relazione tra loro, si comporta come questi ciechi». Anche il mio aforisma presente in home page riprende lo stesso concetto: «Possiamo dare infinite interpretazioni a un riflesso confuso nell'acqua. Ma l'immagine che dà origine a quel riflesso, è soltanto una».
Quali sono i progetti futuri di Riflessioni.it? Il sito ormai ha una vita propria: per quel che mi riguarda, continuerò a offrire rubriche d'autore. Inoltre, visto che mi arrivano sempre più contenuti, cerco di essere più selettivo, più vigile, evitando di tornare su argomenti già trattati. Adesso pubblico grossomodo diciotto-venti articoli al mese. Avendo molto materiale a disposizione posso permettermi di pubblicare contributi originali o con temi più forti. Ad ogni modo, il sito cammina da solo! Le visite crescono ogni anno, nel 2011 ho avuto quasi quattro milioni e mezzo di visitatori e il primo semestre di quest’anno duemilioni e settecentomila, una media di quindicimila al giorno.
Quali sono le rubriche più seguite? Riflessioni sul senso della vita è la più seguita e si distacca dalle altre di molto, grazie soprattutto ai personaggi che intervengono. Le pagine più visualizzate, invece, grazie ai motori di ricerca e all’ottima indicizzazione di molte pagine, sono l'Enciclopedia, il Dizionario filosofico e quello delle religioni. Molti articoli sono addirittura al primo posto su Google. Ovviamente le rubriche vere e proprie vengono sì visitate, ma sono di nicchia.
Come si sostiene economicamente il sito? Questo è diventato il mio lavoro ormai da sette anni; mi permette di mantenermi, semplicemente perché faccio tutto da solo. Le spese sono molto ridotte e le entrate provengono dai vari banner. Inoltre, da poco ho inserito la possibilità di sostenere Riflessioni.it con una donazione. È complicato portare avanti un progetto del genere: mi auguro di aggiungere in futuro altre entrate.
Secondo te, come può evolversi internet? Internet migliora giorno dopo giorno grazie alla tecnologia e agli stessi navigatori. Dieci anni fa i motori di ricerca davano dei risultati sconclusionati, oggi invece sono molto attendibili. Sappiamo che nascono ogni giorno migliaia di siti, ma solo le pagine di qualità emergono grazie a una selezione naturale fatta dai navigatori con il passa parola. Per non parlare poi dei Social Network – o meglio, Social Media – che stanno rivoluzionando il nostro modo di relazionarci con le altre persone. Internet sarà sempre più efficace e utile: è un mezzo che, se sfruttato bene, non può che portare grandi innovazioni, soprattutto nel campo della crescita culturale.
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